Ruolo del doppio mercato nella relazione di Carli di Giulio Mazzocchi

Ruolo del doppio mercato nella relazione di Carli Oggi l'assemblea della Banca d'Italia Ruolo del doppio mercato nella relazione di Carli E' prevedibile una critica del governatore sull'utilità pratica delle "due lire" - Gli elementi a sfavore della decisione del 20 gennaio (Nostro servizio particolare) Roma, 29 maggio L'altalena che da ieri spinge in tutto il mondo l'oro a salire e il dollaro a scendere questa volta ha toccato anche la lira. La nostra moneta ha seguito le altre monete, rivalutandosi sul dollaro e difatti stasera ne occorrono 586,5 per dollaro, nella media ufficiale dei mercati di cambio italiani, contro le 590 della scorsa settimana. La nostra moneta ha subito invece oggi un'altra piccolissima perdita di valore verso il marco tedesco, il franco francese e le corone di Norvegia e Svezia. Gli scambi di monete per scopi commerciali sono stati abbastanza forti ieri e oggi, in conseguenza sia della fine del mese sia della settimana ridotta perché giovedì è festa (l'Ascensione). Pare ormai invece probabile che il famoso «rientro» dei circa 600 miliar¬ di di lire andati all'estero tra fine gennaio e l'inizio di febbraio sotto forma di pagamenti anticipati e di incassi posticipati non si verificherà più. L'ampiezza del commercio estero italiano, in presenza della massiccia svalutazione della lira, rende infatti possibile agli operatori «compensare » l'obbligo di far rientrare quelle centinaia di miliardi con gli aumenti dei normali esborsi valutari. Di fronte a questa evoluzione appare fondata la previsione che domattina il governatore della Banca d'Italia criticherebbe l'utilità pratica del doppio mercato dei cambi istituito il 20 gennaio scorso. Difatti esso non riesce a «difendere» il valore della lira commerciale dato che, esclusi brevi periodi, il nostro commercio estero è passivo e la bilancia corrente è aggiustata solo mediante gli incassi turi- stici stagionali. Ma la partita turistica ha dovuto essere spostata dal mercato commerciale (al quale appartiene in sede teorica e convenzionale) al mercato finanziario, per evitare le mille frodi che il settore rende possibile. Una volta spostata l'attività turistica sul mercato finanziario è assai probabile che, nei mesi estivi, la lira finanziaria risulti addirittura più forte di quella commerciale: in tal caso si incentiva l'uscita di capitali e solo la sua riacutizzazione può concorrere a tenere, come occorre, la lira finanziaria a una quotazione inferiore a quella commerciale. Infine, il pagamento o l'assunzione di grandi prestiti esteri da parte di centri finanziari e industriali pubblici, movimenti per solito guidati nel tempo dalla Banca d'Italia, finisce per scompensare il gioco normale della domanda e dell'offerta finanziarie. Tutto ciò considerato, appare evidente che il doppio mercato è assai più di danno che di ausilio quando la moneta sia liberamente fluttuante. Esso infatti non è un sistema di controllo sui movimenti di capitale, ma solo un sistema di liberalizzazione, che sottrae tali movimenti alla difesa della Banca centrale. Ma quando questa non sia più chiamata ad apprestare difese, il doppio mercato le impedisce anche di utilizzare il canale dei prestiti con l'estero per aggiustare il tasso di cambio. In prospettiva, invece, l'aggiustamento del cambio dovrà essere operato per ricondurre, quando che sia, la lira nel sistema europeo. La prospettiva non è prossima, cosicché la lira corre il rischio di subire, passata la fase estiva, nuove e brusche perdite di valore. Da qui l'opportunità abbastanza evidente di tornare nuovamente a un mercato valutario unico e globalmente oscillante. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Carli

Luoghi citati: Norvegia, Roma, Svezia