Urlo del Sole e polvere di comete

Urlo del Sole e polvere di comete Fenomeni astronomici esaminati dallo "Skylab,, Urlo del Sole e polvere di comete Parlare di « urlo del Sole » e di « polvere di comete » può sembrare, a prima vista, l'enunciazione di due temi sui quali comporre versi. Nel nostro caso si tratta, invece, di rigorosi argomenti astronomici che proprio in questi giorni gli astronauti dello « Skylab » si apprestano a studiare dal di sopra dell'atmosfera. La « corona solare » — quello strato di materia gassosa che avvolge il Sole e la cui immagine è specialmente osservabile in occasione delle eclissi totali — è caratterizzata da una temperatura (100.000 "K) molto più alta di quella della superficie dell'astro (6000 "K). Gli astronomi ed i fisici attribuiscono questo innalzamento di temperatura alle onde di pressione che si formano nella zona convettiva della cromosfera del Sole e che agiscono come veicolo di i trasferimento dell'energia da un livello all'altro. Sino a poco tempo fa, i particolari di questa complessa operazione termodinamica non erano ben chiari, ma il recente lancio del missile Skylark ha permesso di dimostrare — con l'ausilio di una analisi spettrometrica ad alto potere risolutivo — che le onde presenti nella zona compresa tra la cromosfera e la parte bassa della « corona » sono di tipo meccanico. Il gruppo di scienziati del SRC Culham Laboratory, che ha condotto gli esperimenti, ha accertato che si tratta, in definitiva, di onde acustiche la cui potenzia (circa 500 W/mq) è responsabile del forte surriscaldamento della « corona solare ». Il loro suono — se mai orecchio umano potesse ascoltarlo — sarebbe quello agghiacciante e definitivo dell'Apocalisse. Meno drammatico — ed anche più gradito a noi perché studiato da scienziati italiani — è il secondo argomento, riguardante la polvere delle comete. Era già noto da tempo che, nel periodico passaggio in vicinanza del Sole, parte della materia componente le comete veniva dissipata o evaporata per effetto del « vento solare ». Era lecito supporre, per analogia, che la Terra catturasse una certa quantità di detriti cometari nell'attraversamento del piano orbitale ellittico dei corpi celesti suddetti. Tale ipotesi è stata provata dagli astronomi G. Visconti e G. Fiocco mediante osservazioni condotte negli anni 1971 e 1972. In concomitanza con l'attraversamento delle orbite delle comete di Halley e di Encke, il livello emissivo del sodio ha registrato, infatti, un aumento temporaneo le cui cause sono state spiegate nel seguente modo: nel¬ l'impatto con l'atmosfera terrestre, le particelle « lanuginose » lasciate dalle comete (il nostro pianeta ne smuove una modesta quantità, dell'ordine delle cento tonnellate) subiscono una certa frammentazione; si tratta di granuli di dimensioni microscopiche che, a contatto con gli strati più caldi della ionosfera (al di sopra degli 85 km la temperatura cresce con l'altezza) perdono i costituenti più volatili e si dissociano. Il sodio, pur essendo presente in piccola percentuale nella polvere suddetta, è tuttavia abbastanza attivo per produrre una alterazione dello spettro osservato, date le sue condizioni di non equilibrio nello strato compreso tra 90 e 110 km di quota. Al di sopra di questo strato gli atomi di sodio vengono ionizzati; al di sotto subiscono l'ossidazione. Gino Papuli

Persone citate: Gino Papuli, Halley, Visconti