II Caccia è "massacro" Contestata a Genova di Paolo Lingua

II Caccia è "massacro" Contestata a Genova Cartelli all'apertura della mostra II Caccia è "massacro" Contestata a Genova Gruppi di giovani di "Italia Nostra" e di "Pro natura" giunti da Milano e Torino hanno espresso la protesta per l'iniziativa davanti ai padiglioni - Un fìtto cordone di agenti ha impedito disordini (Dal nostro corrispondente) Genova, 26 maggio. Questa mattina, mentre le vetture blu delle autorità genovesi varcavano i cancelli d'ingresso della Fiera del Mare, per l'inaugurazione della Mostra della caccia e della pesca, una settantina di giovani, appartenenti all'associazione «Italia Nostra», al patronato «Pro natura», al «Fondo mondiale per la natura», e ad altre associazioni per la difesa della fauna, di Genova, Milano, Torino e Bologna, con cartelli e striscioni, hanno scandito «slogans» contro la rassegna. E' stata una contestazione civile; quasi «inglese». I giovani hanno poi distribuito a tutti i visitatori della mostra volantini contenenti dati e statistiche sui danni che la caccia produce nel nostro paese e il disegno di legge, presentato da alcuni deputati e senatori per una diversa regolamentazione, rispetto a quella attuale. Sui cartelli, tenuti ben alti dai contestatori, si potevano leggere frasi come queste: «Le cartucce inquinano i boschi»; «I cacciatori sono la rovina della natura»; «Lasciamo vivere gli animali». La gente passava, sorrideva, commentava. Tutto attorno un cordone di agenti pronto ad intervenire in caso di qualche intemperanza. «7 cacciatori hanno paura — ha detto una ragazza di Torino in maglietta e jeans — sanno di avere torto». Un consigliere comunale genovese, il dottor Edoardo Guglielmino (psi), aveva solidarizzato contro la mostra criticando aspramente l'amministrazione (azionista dell'ente Fiera). Gli uomini politici genovesi hanno generalmente ignorato la polemica: in Liguria, regione ormai priva di selvaggina di ogni genere, i tentativi delle amministrazioni provinciali e della Regione, per limitare il calendario venatorio, hanno provocato sempre violentissime reazioni da parte delle associazioni dei cacciatori. Il sottosegretario alla ricerca scientifica, on. Aldo Amadeo (de), nel discorso inaugurale della rassegna, ha evitato di prender «di punta» i contestatori. L'esponente del governo ha parlato, in termini generali, dell'importanza di «ripristinare equilìbri ottimali» nella natura, ed ha soggiunto: «Lo studio dei fenomeni ecologici e della loro soluzione va fatto nel principio della preminenza del valore "uomo". Sotto questa angolazione vanno considerati ì problemi della caccia e della pesca, legati all'ambiente, e non con l'ottica degli iconoclasti. Che serve dire no alla caccia, se non si dice no agli inquinamenti, alla degradazione del territorio, alla speculazione devastatrice e dissacrante del consumismo? Si prwa l'uomo — ha detto — di uno svago al quale è naturalmente portato, senza ridurre sensibilmente questi aspetti di un falso progresso». Il sottosegretario alla Ricerca scientifica ha concluso: «A chi contesta e chiede di sopprimere la caccia vorrei ricordare che se tutti gli italiani sostenessero un onere finanziario e prendessero iniziative proporzionali a quelle dei cacciatori e delle loro associazioni per il ripopolamento, l'Italia sarebbe coperta di selvaggina». I rappresentanti delle associazioni dei cacciatori presenti (la rassegna copre un intero padiglione di 25 mila metri quadri, con 19 stands di quasi tutti i paesi europei), hanno cercato di portare l'accento sul rapporto «caccia e natura», di sottolineare gli sforzi delle associazioni venatorie nell'impegno di ripopolamento e di valorizzare lo «sport all'aria aperta». Molti espositori, come la fabbrica di armi «Breda» hanno inserito i loro prodotti in una atmosfera «boschiva», con alberi e capanni. L'aspetto merceologico è stato posto, volutamente, in secondo piano. «Scopo della rassegna — ha detto un espositore — è di far conoscere il nostro mondo al grosso pubblico, insomma a chi non va a caccia o a pesca». E' stato osservato che non sono state presentate novità di rilievo, specie nel settore della caccia (che copre il 90 per cento dell'esposizione); non è stata presentata alcuna nuova arma. L'unica notizia per gli «addetti ai lavori» è che la «Breda» ha confermato la propria intenzione di continuare a fabbricare armi da caccia e che tornerà sul mercato la doppietta « Gemini », un'arma di grande prestigio. Un appunto mosso alla rassegna è per il modesto spazio concesso alla pesca, sport molto diffuso in Liguria. E' quasi ignorata la pesca in mare. La direzione della Fiera di Genova è poi accusata di aver organizzato una rassegna «di modesto valore merceologico», per «riempire» un periodo morto dell'anno commerciale. La polemica sembra destinata a trascinarsi nelle prossime settimane negli ambienti politici cittadini: i set¬ tadhroh"Iqscodnma tanta giovani «contestatori» della caccia, in questo senso, hanno segnato un punto a loro favore. «Non interessa tuttavia — ha detto uno dei giovani di "Italia Nostra" — sapere se questa rassegna sia o no riuscita. Noi crediamo che sia ora di far tacere due milioni di fucili che aprono, ogni anno, un volume di fuoco di un miliardo e mezzo di colpi. Le associazioni venatorie dicono di voler far conoscere il loro amore per la natura. E' uri amore un po' singolare, a nostro avviso: dicono che l'uccisione di alcuni animali fa parte dell'equilibrio ecologico. La distruzione degli uccelli da preda ha provocato la proliferazione dei rettili, delle vipere in particolare. In Liguria, le vipere sono arrivate alla periferia di Genova, sulle alture nervi ». Paolo Lingua

Persone citate: Aldo Amadeo, Edoardo Guglielmino