Rischiamo di distruggere il nostro patrimonio ittico

Rischiamo di distruggere il nostro patrimonio ittico Rischiamo di distruggere il nostro patrimonio ittico L'allarme dei pescatori delle flottiglie adriatiche (Dal nostro corrispondente) Ancona, 26 maggio. (e. g.) Anche in mare come in terra l'intervento indiscriminato dell'uomo sta apportando danni irreparabili al patrimonio naturale. Sono stati oggi gli stessi interessati, i pescatori delle flottiglie adriatiche, a farsi portavoce dell'aggravarsi della situazione nel corso di una conferenza-stampa indetta dall'ente Fiera Internazionale della pesca di Ancona per la presentazione della 33" edizione, in programma dal 23 giugno al primo luglio. Il patrimonio ittico si è impoverito al punto tale che si notano la scomparsa di alcune specie di pesci e l'estrema rarefazione di altre. Sono scomparsi il rombo, la passera, la testagrossa, si è rarefatta la sogliola, la triglia, sta scomparendo addirittura lo sgombro, che una volta, di questi mesi, costituiva il trenta per cento del pescato. Il pesce non ha il tempo di riprodursi, il potenziale produttivo dei quattromila motopescherecci oggi esistenti in Italia aumenta, anche per la politica di incentivazione al rinnovamento delle flottiglie, ma manca la contropartita e il risultato è che i pescatori guadagnano sempre meno e il pesce costa sempre di più. Occorre quindi «un nuovo modo di pescare» specie se il problema si inquadra nella situazione generale della nostra economia, nei rapporti con gli altri Paesi della Cee,

Luoghi citati: Ancona, Italia