Capri sta cenando un turismo diverso di Alberto Vigna

Capri sta cenando un turismo diverso Tra mondanità e affari Capri sta cenando un turismo diverso Per tre giorni saranno discussi, nel corso d'un convegno, i problemi d'una industria che rende all'Italia venticinque miliardi all'anno (Nostro servizio particolare) Capri, 26 maggio. Nel piccolo porto di Capri transitano ogni anno, tra arrivi e partenze, due milioni e 400 mila persone; vi sono giornate, nel periodo delle mareggiate turistiche di fine settimana, delle feste o del Ferragosto nelle quali le banchine dello scalo marittimo sono gremite come le gradinate di uno stadio in occasione di un derby cittadino. Ad ogni stagione l'isola si affolla sempre più; è il punto di maggior richiamo della re- ) i e o e e l o i o - gione campana, ha un complesso di problemi di crescente peso e ampiezza. Per esaminarli e studiare la soluzione più idonea l'assessore al Turismo regionale, professor Roberto Virtuoso, ha richiamato da ogni parte d'Italia, da Milano, Torino, Catania, Bari, esponenti del giornalismo per un incontro-stampa sul tema: «Capri, punto del nuovo momento del turismo, dopo la tradizione e nel rinnovamento». Per tre giorni il tema sarà esaminato con il contributo del sindaco di Capri, Raffaele Di Stefano, del sindaco di Anacapri, Federico Arcucci, e del presidente dell'Azienda di soggiorno, Alberto Cilento. Dato che l'afflusso degli ospiti è in continuo aumento non si può certamente parlare di crisi del turismo caprese, che rende all'economia nazionale qualcosa come 25 miliardi all'anno. Si può invece dire che è profondamente mutata la qualità dei turisti: un tempo allo scoglio delle Sirene giungeva da tutte le parti del mondo gente di eccezione per censo o per fama. Erano gli anni in cui nella piazzetta si incontravano Curzio Malaparte con Norman Douglas, Le Corbusier con Edwin Cerio, o prima ancora, in tempi più lontani, Gorky con Lenin per colloqui sulla rivoluzione che, a detta di testimoni ai quali la veneranda età non ha cancellato la memoria, terminavano in accanite partite a tressette di cui Gorky era maestro e Lenin attento allievo. Oggi invece il turismo ha l'aspetto delle gite domenicali che affollano l'isola, fanno fare buoni affari ai ristoranti e ai venditori di bibite ma non conferiscono prestigio. Ecco perché si parla di tradizioni e di rinnovamento, dato che Capri deve mantenere alta la sua fama che non deve essere espressa soltanto dalla mondanità dei personaggi blasonati ma anche dall'autentico richiamo dei grandi ingegni e dei rinomati scrittori. Questo per quanto riguarda la tradizione; il rinnovamento invece dovrà tener conto di tanti aspetti determinati da nuove correnti turistiche di massa, che puntano non soltanto alla piacevolezza del viaggio o della visita ma anche a scopi istruttivi e sociali. Per tutti questi motivi le giornate di studio sul turismo in corso nell'isola possono presentare spunti interessanti che vanno ben oltre i problemi locali. Alberto Vigna