Ghirotti ripercorre la storia d'un malato

Ghirotti ripercorre la storia d'un malato Questa sera in "Orizzonti,, Ghirotti ripercorre la storia d'un malato Un uomo ha un tumore. E' in ospedale da un anno, è stato operato quattro volte. Stasera dirà ai telespettatori che cosa prova, come è curato. Sarà un racconto senza lacrime e senza rancori. E' il « reportage » di un giornalista che fa il suo mestiere, anche dal letto d'una corsia. «Il primo dovere — dice — non forse quello di attaccarsi al telefono e dare notizia di sé? ». L'uomo che racconterà serenamente la storia del suo male è Gigi Ghirotti, 52 anni, inviato speciale del nostro giornale. Il singolare documentarioinchiesta, della durata di circa un'ora, sarà trasmesso alle 22,20, sul secondo canale, per la rubrica « Orizzonti della scienza e della tecnica ». Il giornalista racconterà la sua esperienza di malato dall'ospedale romano « Umberto primo », dove è ancora ricoverato e nel quale, pochi giorni fa, gli è stata asportata la tiroide. Parlerà della condizione in cui si trova il malato oggi, nell'ospedale che non è più «luogo pio», ma non è ancora « macchina per guarire ». Ghirotti ha un linfogranuloma, detto anche morbo di Hodgkin. Dice: «Ho un tumore, lo so. Sono un giornalista, devo dire ciò che provo, quello che i medici fanno per me e per i miei compagni di corsia, devo attestare l'abnegazione di molti, ma anche le precarie condizioni della medicina di Stato ». Coerente all'impegno professionale, Ghirotti ha preferito, alla camera d'una clinica privata, la corsia dell'ospedale pubblico. Non per «vocazione al martirio», spiega, ma perché i « momenti decisivi della propria vita van giustamente vissuti come e dove li vive la stragrande maggioranza dei propri connazionali ». Cosi domani sera apparirà ai telespettatori tra altri malati, con un bambino di sette anni, con una ragazza di diciotto, che hanno i suoi stessi problemi. Inviato speciale — « suo malgrado », come dice — nel tunnel della malattia e della spedalizzazione, Ghirotti por¬ rà domande ai medici, parlerà delle carenze di cui soffre il sistema ospedaliero: sovraffollamento, falso pietismo, poco personale, stipendi scoraggianti, orari illogici, vitto pessimo, medici troppo spesso disinformati, gestione antieconomica di costosissime attrezzature. Nel «reportage» di questa sera, redatto nel territorio della sofferenza, Ghirotti parlerà dei suoi compagni di corsia: un geometra, un tranviere, un commesso, un graduato; parlerà del malato, che cosi definisce: « L'unico perdente fisso di tutte le battaglie che si combattono in suo nome ». Perché, spiega: «Gli si può togliere qualsiasi cosa, all'infinito: di sicuro non reagirà ». Ghirotti racconterà la lenta giornata di chi è degente in ospedale, le cure, i rapporti con i medici, le lunghe solitudini. Dirà come l'uomo si trasforma in «cartella clinica, che s'affardella di documenti, responsi, lastre, grafici, e tutto l'insieme costruisce una verità deperibile, perché sempre riferita a un particolare momento: che è una verità che non si rende garante nemmeno per il più prossimo domani». Ai telespettatori Gigi Ghirotti, giornalista fino in fondo alla sua malattia, racconterà i suoi rapporti con i « ministri della salute »: dirà del medico nuovo modello, che non può più accollarsi il fardello di pena di ogni paziente, che appare nella corsia a ore fisse, e poi sparisce. Ghirotti racconterà le ore vuote dell'ospedale, quando i malati restano parcheggiati in attesa del domani. Spiegherà sul teleschermo le misteriose leggi che regolano gli ospedali, i disagi cui è sottoposto il degente. «Bisogna star molto bene in salute — dice con l'amara ironia del testimone — per potersi permettere il lusso di star male ». Stasera, 22,20, secondo canale: « Lungo viaggio nel tunnel della malattia ». E' il diario di chi è in ospedale, è il « reportage » preciso di un inviato speciale, un «servizio» obiettivo, come gli altri che I Ghirotti scriverà domani.