A Lettere niente esami né lauree per pretesta contro la paralisi progressiva dell'università
A Lettere niente esami né lauree per pretesta contro la paralisi progressiva dell'università A Lettere niente esami né lauree per pretesta contro la paralisi progressiva dell'università Dal 5 giugno - Lo chiede la facoltà, con l'invito a estendere questa forma d'azione a tutto l'Ateneo Il nuovo direttore amministrativo non verrà - Non si possono neanche pagare gli stipendi ai dipendenti La minaccia di paralisi che da mesi incombe sull'Università sta per realizzarsi. Ieri il consiglio di facoltà di Lettere e Filosofìa ha approvato una mozione in cui « si invita il rettore, il Senato Accademico, il consiglio dt amministrazione a sospendere ogni attività didattica ed a promuovere un'azione su scala nazionale per ottenere l provvedimenti legislativi ormai Indilazionabili per la stessa sopravvivenza dell'Università italiana ». In particolare i docenti sono pronti (i a sospendere gli esami a partire dal 5 giugno, in attesa di interventi urgenti atti a ripristinare il normale funzionamento amministratilo dell'ateneo torinese » ed invitano i colleghi delle altre facoltà « a formulare analoghe deliberazioni ». Che cosa ha provocato questa nuova scintilla che pare destinata a dare il via alla chiusura, si spera temporanea, del nostro Ateneo? Spiega il rettore prof. Sasso: « Dall'ottobre '71, da quando cioè il rettore Allara ed i clinici sono stati rinviati a giudizio per peculato, si va avanti soltanto grazie alla buona volontà di tutti. Il personale già scarso è stato impiegato per l'indagine amministrativa ed inoltre il ministero non ha mal provveduto a rimpiazzare l posti c.'te via via si sono fatti vacanti. La situazione si è andata sempre più deteriorando ed ora siamo al punto di rottura ». Prosegue il prof. Sasso: « La goccia che sta facendo traboccare il vaso è la mancanza di personale direttivo. Dei 16 funzionari previsti in organico non ne resta in servizio neppure uno. Il consiglio di amministrazione ed il Senato accademico da una settimana non possono deliberare perché non c'è più il direttore amministrativo. Tutti o sono in congedo per malattia o sono In pensione. Restava un superstite che poteva rappresentare la salvezza. Il ministero, dopo pressioni quotidiane si era deciso a no¬ minarlo " facente funzioni ". Ma, ahimè, anche questa strada non si è dimostrata buona: l'interessato da una decina di giorni è a casa in malattia ed ha espresso il desiderio di essere collocato a riposo ». Il ministero nel frattempo ha nominato un nuovo direttore amministrativo, ma l'interessato ha chiesto una dilazione ed ha annunciato che comunque non accetterà il trasferimento da Roma a Torino.
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