Il rapitore tese l'agguato dal "box,, attiguo che aveva affittato per occultare refurtiva

Il rapitore tese l'agguato dal "box,, attiguo che aveva affittato per occultare refurtiva Chiarito anche l'ultimo punto nella incredibile vicenda di Wilma Il rapitore tese l'agguato dal "box,, attiguo che aveva affittato per occultare refurtiva Questo elemento spiega come si fosse invaghito di lei: l'aveva incontrata altre volte nel garage sotterraneo - Si capisce anche come possa averla aggredita e portata via senza essere visto: l'ha colpita alla testa, trascinata sulla propria auto ed è uscito indisturbato - La figura di un criminale squilibrato già ricercato per una rapina Nell'allucinante vicenda di Wilma Tedeschi, tenuta prigioniera per 32 ore da un maniaco c'era un punto oscuro. Come faceva, Vincenzo Cocciolo, il rapitore tuttora ricercato dalla polizia, a conoscere le abitudini della giovane. Un sequestro compiuto alla luce del giorno, portato a termine con rapidità e sicurezza doveva essere preparato nel dettagli. Non si può pensare infatti che in una città di oltre un milione di abitanti un individuo decida di compiere un rapimento scegliendo casualmente luogo, mezzi e persone. Eppure sembrava che il bruto fosse comparso all'improvviso, quasi materializzandosi nel buio di un corridoio dove st affaccia- I no 37 garages. Ora questo punto che poteva lasciare ancora una traccia di dubbio nel racconto | della giovane è stato chiarito dalla Squadra mobile. Vincenzo Cocciolo aveva affittato un « box » in corso Cincinnato 190 a pochi passi da quello di Wilma Tedeschi Cosi ha potuto seguire l'impiega- ta e stabilire il momento opportuno per compiere l'aggressione. Come si è giunti a questa scoperta? Il dott. Falzone ed il dottor Fersini subito dopo la scomparsa di Wilma Tedeschi si erano fatti consegnare dall'amministratore del condominio l'elenco di tutti gli affittuari dei « box ». Tutti risultavano abitanti in corso Cincinnato 190, ad eccezione di uno, Vincenzo Cocciolo appunto. Quando gli agenti hanno perquisito il locale, esso era vuoto. In fondo appoggiate alla parete c'erano solo alcune bottiglie di liquore vuote, sulle quali la squadra scientifica ha rilevato alcune impronte digitali. Corrispondevano a quelle di un Vincenzo Cocciolo ricercato dalla polizia per l'aggressione a tre agenti compiuta ad Ivrea il 23 aprile scorso. Il bandito aveva lasciato all'amministratore il suo indirizzo, piazza Vittorio 15, il caseggiato dove la ragazza è stata tenuta prigioniera. Giovedì alle 14 due ore e mezzo prima che Wilma Tedeschi si presentasse sconvolta al commissariato Madonna di Campagna gli agenti si sono recati nell'edificio di piazza Vittorio. Vi abitano parecchi inquilini, ma nessuno ha saputo fornire indicazioni uti- li. E si è capito poi il perché. Il giovane dimorava in una vecchia soffitta accanto ad altri locali vuoti, un luogo dimenticato da tutti che il Cocciolo si ero scelto come nascondiglio, mentre il garage di corso Cincinnato gli serviva come « base » per le sue imprese. Ora la fatalità ha voluto che proprio nel momento in cui la polizia era sulle tracce del rapitore, egli sì fosse allontanato dalla soffitta, dove teneva prigioniera l'impiegata, recandosi con la sua « 500 » nel garage situato dalla parte opposta della città. Solo così si spiega il fatto che ieri, durante un secondo sopralluogo, la squadra mobile ha trovato l'auto del bandito. Negli ambienti della malavita, quest'individuo che per una serie di circostanze casuali è riuscito a sfuggire alla polizia è conosciuto come « Terry il pazzo ». E l'ultima vicenda di cui è stato truce protagonista sembra guidata proprio da una lucida follia. Ha sequestrato una ragazza per oltre un giorno, l'ha portata via su un'auto passando accanto a case abitate dove qualcuno poteva vederlo, ha abusato di lei, l'ha ferita con un coltello. Ha alternato le lusinghe alle promesse minacciandola di morte e lasciandole intravedere lo spiraglio della liberazione. Il comportamento di un maniaco. E, del resto, la soffitta di piazza Vittorio tappezzata di foto pornografiche e di scritte oscene, è rivelatrice del suo carattere. Vincenzo Cocciolo ha alle spalle un'esistenza burrascosa. Prima piccoli furti, poi nel maggio 1971, la fuga con una ragazza, Michelina Mascis, sedicenne, che ha reso « schiava d'amore ». E' stata lei poi ad accusarlo di averla drogata ed utilizzata con altri complici per alcuni assalti in negozi. Catturato e rimesso in libertà provvisoria, nella primavera scorsa è stato sorpreso con un complice, Paolo Cao di 24 anni, a rubare in un alloggio di Ivrea. E' sfuggito alla cattura dopo una lotta selvaggia con gli agenti. Ad uno di loro è riuscito a rubare una rivoltella calibro 9. Con quest'arma mercoledì alle 7,15 ha colpito alla testa ed in fronte Wilma Tedeschi. La ragazza non si è ancora ripresa del tutto dallo « choc » della sua terribile prigionia. I ricordi affiorano come incubi. Dice: « Durante quelle ore mi è sembrato di morire mille volte ». E ripete il racconto già fatto alla polizia. Un racconto dove i particolari diventano sempre più nitidi ed impressionanti: « Non speravo più ormai di riuscire a liberarmi. Più volte lui aveva minacciato dì strozzarmi. Durante il viaggio in macchina non potevo gridare perché mi aveva applicato un grosso cerotto sulla bocca. Ma non avrei tentato comunque. Lui aveva pronta la rivoltella e SO710 sicura che se mi fossi ribellata non avrebbe esitato a sparare ». Poi nella soffitta di corso Vittorio, l'ultimo supplizio. Vincenzo Cocciolo l'ha legata strettamente, mani e piedi, e si è allontanato. Lei con la forza della disperazione è riuscita a strappare con i denti i lacci ed è fuggita. Il padre ora cerca di consolarla. Anche lui però è stato indirettamente vittima di questa allucinante vicenda. Oltre al dolore per la scomparsa della figlia, ha subito l'atroce sospetto di essere il responsabile. Era stato nel garage poco prima della figlia, aveva due graffi sul volto. Il magistrato giovedì mattina lo ha avvertito che doveva considerarsi indiziato e gli ha nominato un difensore. Poi tutto si è chiarito. Ma quell'ombra pesa ancora nei ricordi dell'uomo. Nel frattempo continuano le ricerche del Cocciolo. Qualcuno lo avrebbe visto ieri mattina nei pressi del Tribunale, altri a No¬ vara verso le nove. A Novara proprio ieri è stato processato per una rapina a Biella il suo amico Paolo Cao. Era ricercato per l'aggressione di Ivrea e si è costituito in udienza. Si sospetta che abbia diviso con il Cocciolo la soffitta di piazza Vittorio. I | Wilma Tedeschi riabbraccia i genitori dopo la terribile avventura nella soffitta di piazza Vittorio - Il ricercato Vincenzo Cocciolo, 24 anni

Luoghi citati: Biella, Ivrea, Novara