"Bino Cicogna era drogato, volevano interdirlo,, afferma un amico del nobile morto nel Brasile
"Bino Cicogna era drogato, volevano interdirlo,, afferma un amico del nobile morto nel Brasile Number One: nuove testimonianze sui clienti del night club romano "Bino Cicogna era drogato, volevano interdirlo,, afferma un amico del nobile morto nel Brasile L'avv. Massaro, noto negli ambienti cinematografici, era il legale del patrizio veneto - Fu lui a stendere un esposto di Vassallo, proprietario del locale notturno, contro Pier Luigi Torri - Trasmessa in Cassazione la denuncia della Zilli (Dalla redazione romana) Roma, 24 maggio. La droga, che fu la protagonista dell'istruttoria per la vicenda del «Number One», nel processo che si sta celebrando in tribunale è praticamente scomparsa come per incanto. Gli imputati hanno escluso di aver trafficato e fatto I uso di stupefacenti ed ora an, che i testimoni, quando si parla di cocaina o di « hashish », sembrano carere dalle nuvole. Unica eccezione: quelli citati da Pier Luigi Torri, i quali insistono nel dire di aver visto questo o quel personaggio annusare strane polj verine. Oggi ad esempio il cameriere del produttore cinematografico ha giurato di aver sorpreso Ascanio Bino Cicogna, il patrizio veneto che si tolse la vita in Brasile, mentre prendeva cocaina. L'udienza di oggi, nonostante la presenza di alcuni testiI moni giudicati importanti, I non ha aggiunto nulla di nuovo all'economia del processo. E' risultato che molte persone sono state coinvolte nella vicenda solo perché a qualcuno, chissà per quali motivi, è venuto in mente di fare i loro nomi. Primo a salire sulla pedana è stato l'avvocato Francesco Dall'Ongaro. L'ha chiamato in causa la contessa Solange De Villain, madre di Marie Jolande Aveline, che un giorno lo pregò di assistere j ad un interrogatorio che la fiI glia doveva avere con il commissario Franco Jovinella. «La signora De Villain mi telefonò — ha dichiarato il testimone — per dirmi che la figlia era ricoverata in ospe- a a dale per un tentativo di suicidio e che Jovinella aveva intenzione di chiederle qualche spiegazione. Aggiunse che secondo lei la figlia era sotto il pericoloso "influsso" di un certo Buggeri e che era al corrente dei fatti di un certo giro. Mi pregò di assistere al colloquio che si sarebbe svolto tra Jolanda e Jovinella ». Presidente: «E lei partecipò a questo colloquio»? Dall'Ongaro: «Fui presente, ma il colloquio praticamente non ci fu ». Il posto di Dall'Ongaro, sull'emiciclo, è stato quindi preso da un altro legale, l'avvocato Gianni Massaro, molto noto nell'ambiente cinematografico. Fu lui a stendere un esposto con il quale Paolo Vassallo accusò Pier Luigi Torri di aver nascosto nel suo «night club» la cocaina scoperta dai carabinieri nella toilette. «Un giorno — ha riferito Massaro — incontrai in un ristorante Vassallo, il quale mi raccontò la storia della droga trovata nel suo locale. Mi spiegò che era sicuro che a fargli quello scherzo fosse stato Torri. Lo invitai a passare nel mio studio nel pomeriggio, cosa che fece. Stavamo scrivendo l'esposto nel quale si ventilavano sospetti sul conto del produttore, quando telefonò proprio Torri ». Il discorso si è poi spostato su un altro argomento. Qualcuno, in istruttoria, ha sostenuto che Bino Cicogna, in una lettera inviata a Massaro, avrebbe parlato di cinque milioni che dovevano finire nelle tasche del pubblico ministero Domenico Sica per evitare che spiccasse un ordine di cattura per truffa contro di lui. Massaro si è limitato a dire di aver reso in proposito una particolareggiata deposizione al dottor Mario Pianura, il sostituto procuratore della Repubblica che si sta occupando di questo risvolto della storia del «Number One». Nell'ultima parte dell'udienza, l'avvocato, rispondendo ad alcune domande dei difensori, ha parlato dei suoi rapporti con Bino Cicogna del quale fu prima amico e poi anche legale. Era al corrente dei cordiali rapporti che esistevano tra Bruno Ruggeri e il patrizio veneto. Massaro ha sostenuto che, a suo giudizio, Ruggeri era una delle poche persone che godessero la fiducia di Cicogna (l'accusa invece sostiene che Ruggeri era la persona che forniva la droga al conte). Anche a Massaro è stato chiesto se gli risulta che Beppe Ercole fosse un drogato. Il teste ha risposto: «Ercole l'ho conosciuto tramite Cicogna. Ricordo che era preoccupato perché, a suo dire. Bino prendeva troppi stupefacenti. Per questi motivi Cicogna aveva dei contrasti con la famiglia, che voleva interdirlo. Insieme *.on la sorella Marina tentammo di appianare le divergenze. Il padre, per porre fine a questasituazione, decise di mandare Bino in Svizzera per farsi disintossicare. Fui io ad accompagnarlo. Ma lo squallore della clinica indusse il giovane a tornare di corsa in Italia». Dopo l'interrogatorio di un gruppetto di testi minori, il pdscvl processo è stato aggiornato a domani. Durante la sospensione dell'udienza si è saputo che la procura generale della corte d'appello ha trasmesso alla Cassazione gli atti relativi alla denuncia presentata da Adele Zilli, la fidanzata dell'imputato Dante Micozzi, contro il consigliere Giuseppe Buongiorno. La ragazza, che ba assistito alla seduta di stamane, sostiene che il magistrato avrebbe barattato con un «incontro» la concessione della libertà provvisoria in favore di Micozzi. n r nI , j I I j I Roma. Adele l'udienza (Telefoto Ansa)
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