Le cause di una crisi di Marzio Fabbri

Le cause di una crisi EDILIZIA Le cause di una crisi Il congresso nazionale a Milano - Gli indirizzi legislativi e tecnici per la ripresa del settore (Nostro servizio particolare) Milano, 24 maggio. E' cominciato oggi a Milano, sotto il patrocinio del Consiglio nazionale delle ricerche, il 27" Congresso nazionale dell'edilizia promosso dall'Agere ( Associazione generale per l'edilizia). L'obiettivo che si propongono i congressisti è di individuare le cause che sono all'origine della crisi del settore edilizio per poi suggerire nuovi indirizzi legislativi e tecnici per una sollecita ripresa del settore. I lavori, dopo un indirizzo di saluto del sindaco Aldo Ardasi e una breve introduzione del presidente dell'Agere ingegner Dario Barbieri, sono stati aperti dalla relazione dell'ingegner Attilio Viziano, presidente della sezione edilizia dell'Unione Industriali di Genova. L'ingegner Viziano, nell'analizzare i vari aspetti urbanistici, tecnici, finanziari e sociali del problema, ha detto che «la situazione è preoccupante e si riflette negativamente sull'intero apparato economico e sociale del Paese. Nel 1972 — ha aggiunto — le abitazioni costruite in Italia sono state 210 mila, contro 600 mila in Germania Federale, 550 mila in Francia, 350 mila in Inghilterra». Alla base del problema — ha spiegato — vi è la necessità di una riforma urbanistica che metta in grado i Comuni e le Regioni di gestire il territorio su un piano di giustizia e di tempestiva efficienza. Le finalità della nuova legislazione urbanistica dovrebbero essere l'impostazione dei giusti livelli di pianificazione, la partecipazione delle componenti sociali al processo di formazione dei piani regolatori, il coordinamento e l'unificazione delle competenze, la rapidità delle procedure, le flessibilità e dinamicità degli strumenti operativi. Oltre a quella urbanistica — ha proseguito l'ingegner Viziano — è indifferibile una riforma della legislazione tecnica imposta dal progresso tecnologico e dall'evoluzione dei costumi che non consentono più la sopravvivenza di regolamenti edilizi e di leggi sanitarie ormai superati e spesso assurdi. Dopo aver accennato, come in Svizzera e in Germania sia ormai normale costruire vani di altezza inferiore a metri 2,50, bagni e cucine con aerazione artificiale, l'oratore ha rivelato che non ha più significato continuare a lamentare l'eccessivo costo delle case se poi si deve continuare a costruire con metodi e sistemi di secoli addietro. La stessa integrazione del nostro Paese nel Mec — ha detto l'ingegner Viziano — renderebbe necessario un adeguamento delle nostre leggi quanto meno per sintonizzarle con ciò che accade nel resto dell'Europa, dove il danaro per l'edilizia costa, al consumatore, molto di meno e le procedure sono più semplici ed elastiche. «E' opportuno sottolineare — ha concluso l'oratore — l'estrema utilità sociale che potrebbe essere anche rappresentata dalla presenza di forme d'intervento della finanza pubblica con contributi sugli interessi dei mutui agevolati per particolari tipi di edilizia sociale. Lo Stato verrebbe a disporre, così come già sta accadendo in Francia e in Germania, di uno strumento diretto per intervenire con tempestività e prontezza per stimolare, ovvero frenare, la produzione dei vari tipi di abitazioni in relazione alle concrete e differenziate esigenze dei tempi». Domani i lavori del congresso proseguiranno con il dibattito. Sono previsti più di 30 interventi divisi per materia in quattro gruppi distinti: aspetti urbanistici, aspetti sociali del problema della casa, aspetti tecnici sulla normativa riguardanti i materiali e i metodi costruttivi e aspetti particolari e complementari. Lo stesso allarme per la grave situazione dell'edilizia in Italia era stato lanciato ieri dal presidente della sezione milanese dell'Associazione nazionale costruttori edili ingegner Antonio Romagnoli il quale, dopo aver rilevato che i lavoratori occupati in edilizia a Milano e provincia sono calati in pochi anni da 170 mila a 50 mila unità, ha detto che «la nota più caratteristica dell'attuale situazione edilizia e urbanistica è la grave incertezza che regna sistematicamente a carico dei singoli operatori sulla possibilità di costruire e, quel che è peggio, sulla possibilità una volta cominciata con tutti i crismi della legge qualsiasi tipo di costruzione, di poterla poi regolarmente portare a termine. A questa incertezza, si aggiungono le lungaggini burocratiche, vermente defaticanti, che ogni operatore deve affrontare anche in presenza di situazioni di fatto e di diritto d ' tutto chiare e lineari ». Marzio Fabbri (vfdilctqmcgrrsrcladefhctgcptflgldrBflmdppr

Persone citate: Aldo Ardasi, Antonio Romagnoli, Attilio Viziano, Dario Barbieri