Un patto di tregua sociale tra i partiti in Argentina di Livio Zanotti

Un patto di tregua sociale tra i partiti in Argentina Domani Càmpora alla Casa Rosada Un patto di tregua sociale tra i partiti in Argentina Vi ha aderito l'80 per cento di tutte le forze politiche, ma le violenze continuano - Il generale Lanusse ordina il rilascio di trenta guerriglieri in cambio di due ufficiali rapiti (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 23 maggio. Quanto è accaduto ieri sera dentro e fuori il ristorante « Nino », il locale del quartiere Vicente Lopez dove il presidente Càmpora ha riunito i massimi esponenti delle forze che hanno aderito al « Patto di ricostruzione nazionale » proposto da Perón, è la sintesi del complesso quadro di convergenze e di contrasti in cui si troverà ad agire il prossimo governo. (Càmpora si insedierà ufficialmente dopodomani, alla presenza di tre capi di Stato, il cileno Allende, il cubano Dortis e l'uruguayano Bordaberry). Seduti attorno al tavolo sistemato al se-iondo piano del ristorante, c'erano i rappresentanti dell'80 per cento dei voti espressi dall'elettorato argentino nel marzo scorso. Balbi per i radicali, il cristiano-rivoluzionario Sueldo, i comunisti, l'ex presidente della Associazione nazionale degli imprenditori Gelbard, Lorenzo Miguel e José Rucci espressione dei vertici sinda¬ cali, conservatori e autonomisti delle varie sfumature alleati con i peronisti nel « Frente justicialista ». La discussione è stata ampia, talvolta aspra. Comunisti e cristiano-rivoluzionari hanno definito equivoca la « tregua sociale » che è alla base del «patto di ricostruzione». Rucci e Miguel hanno attaccato quanti in qualsiasi modo fiancheggiano o soltanto tollerano il terrorismo, che proprio ieri aveva ucciso un altro dirigente sindacale. Ma infine, con riserve da parte di alcuni, il « patto » è stato ratificato. Fuori, intanto, contenuti da un cordone di polizia che circondava il ristorante, erano giunti alcune centinaia di giovani peronisti che cantavano e gridavano slogans per l'immediata scarcerazione dei detenuti politici. Li accompagnava il «bombo», tradizionale cassa a percussione dei cori peronisti. L'atmosfera era di festa. D'improvviso, una ventina di uomini armati di randelli, pesanti catene e pugni di ferro sono usciti correndo dal ristorante, alle spalle dei poliziotti. Li hanno superati d'impeto e si sono scagliati contro la folla urlante, pestando chiunque non fosse abbastanza svelto da potergli sfuggire. La confusione è stata totale. Una anziana signora bionda è caduta a terra con la testa insanguinta. Un uomo che tentava di prestarle soccorso, presumibilmente il marito, è stato anch'egli atterrato a colpi di mazza. Sorpresi dall'improvviso attacco, ignorato dalla polizia, i giovani manifestanti sono corsi a rifornirsi di pietre in un vicino cantiere edile. Ma la sassaiola non c'è stata: prima che gli aggrediti potessero reagire la squadracela era già torntata al riparo alle spalle del cordone poliziesco, all'interno o nei pressi del ristorante. Sulla strada restavano otto feriti, uno dei quali è stato ricoverato con prognosi riservata nell'ospedale di zona. Avvicinatisi nuovamente, i giovani hanno cominciato a scandire «slogan» contro Rucci e Miguel: «Rucci traidor a vos te va a pasar lo mismo que a vandor» (Rucci traditore, ti succederà quello che è successo a Vandor — l'altro «leader» sindacale ammazzato quattro anni fa dalla guerriglia). «Vamos a acàbar con la burocratia sindicai» (facciamola finita con la burocrazia sindacale). Una ragazza mi dice: «Sono i guardaspalle di Rucci che ci hanno aggredito. Dovrebbero essere nostri compagni e invece sono i nostri nemici interni. I nemici peggiori». Nel tumulto, un giovane ha perduto gli occhia, li, il denaro e i documenti: mi chiede se lo aiuto a cercarli, da solo non se la sente di avvicinarsi troppo al ristorante Ad aiutarlo interviene un dirigente peronista uscito dalla riunione. Lo scontro tra sostenitori delle diverse tendenze esistenti all'interno del peronismo non è un episodio eccezionale. Ma quello di ieri sorprende per essere accaduto alla vigilia del passaggio dei poteri, in un momento in cui tutti dicono di esercitare il massimo sforzo per la concordia. Vuol dire che nel confronto tra conservatori e innovatori del peronismo non c'è possibilità di tregua? «Tutto dipenderà dal governo di Càmpora, senza la sua mediazione non sarà possibile governare le esigenze e le autonomie riunite nel "justicialismo"». In serata, il governo militare argentino ha deciso di rilasciare trenta guerriglieri in cambio di due ufficiali presi in ostaggio dall'Erp, l'esercito rivoluzionario del popolo. Negoziati segreti tra il governo Lanusse e i guerriglieri sono in atto da molti giorni. Oggi sono terminati, con la decisio. ne di rilasciare i guerriglieri contro la vita dei due ufficiali. Livio Zanotti

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires