Attacco alla Bergman

Attacco alla Bergman Attacco alla Bergman (Dal nostro inviato speciale) Cannes, 23 maggio. Pettegolezzi espliciti o sotterranei, scontri segreti o violenti agitano l'attesa dell'assegnazione dei premi: per quanto screditati siano dal punto di vista culturale, i premi continuano ad avere, sembra, un'importanza commerciale e un'influenza sulle commissioni di censura che spiegano battaglie altrimenti futili e persino mortificanti. Uno dei produttori della Grande bouffe dello scandalo, produttore anche de La maman et la putaine, il trentunenne intelligente e impetuoso Jean-Pierre Rassam, lascia capire in un'intervista a France soir di sapere anche troppo bene a chi attribuire la responsabilità, se i suoi film non verranno premiati: è noto che Ingrid Bergman, presidente della giuria, è molto amica del dirigente di una casa produttrice americana. Si sa infatti che John Van Eyssen, vicepresidente per l'Inghilterra della Columbia, è molto amico della Bergman; si dice che speri di diventare presto il suo quarto marito. Si dice pure che la figlia di un giurato sia funzionarla della Columbia. Si sa che la Columbia ha prodotto The hireling, il film inglese che pareva il favorito della giuria per il premio principale o almeno per il premio alla interpretazione femminile di Sarah Miles. Le previsioni della critica sono invece tutte per il gruppo dei film francesi, che comprende anche II pianeta selvaggio di Topor e Leloux. Secondo i critici. La maman et la putaine è l'opera più interessante presentata al festival e La grande bouffe (che, uscito ieri a Parigi, ha avuto in una sola giornata 6400 spettatori) merita senz'altro il premio alla regia o nel caso peggiore, quel premio « per il complesso dell'interpretazione » che venne assegnato in passato, ad esempio, a Lungo viaggio verso la notte. Ma l'atmosfera politica francese e l'orientamento politico-culturale del ministro degli Affari culturali Maurice Druon non sono certo favorevoli alle crudezze realistiche e agli azzardi del cinema nuovo, e gli americani premono. Non l'americano Paul Newman, bellissimo quarantottenne dai capelli biondobianchi, che in una gelida conferenza stampa ha resuscitato l'etichetta hollywoodiana degli Anni Cinquanta e ha permesso a tutti di intuire quanto la meno bella moglie Joan Woodward lo tenga in soggezione. A premere sono piuttosto gli americani della Warner Brothers, che hanno celebrato a Cannes il proprio cinquantenario, ospitando centinaia di perso¬ csfca ne e dando così un buon contributo all'industria alberghiera e al commercio locali: sono decisi a strappare un premio almeno per Scarecrow.. Non badano ai mezzi, come sempre: Marco Ferreri ha affrontato in una rissa furibonda uno dei press-agent della casa produttrice americana, accusandolo di diffondere infamie su La grande bouffe. « Questo premio mi serve » tempesta il regista, « non me 10 daranno, ma intanto resto qui: mi voglio levare la soddisfazione di rompere le scatole a tutti». Tra lui e Carmelo Bene, è tutto un fioccare di parolacce e di inviti irriguardosi rivolti agli oppositori, tutto un percuotersi 11 braccio destro e fare gesti anche peggiori: imitati da Michel Piccoli, rivelatosi inopinatamente pronto al litigio e all'invettiva, i due registi italiani hanno travolto i riti cerimoniosi di Cannes con una ventata di irriverenza magari grossolana, ma abbastanza allegra e certo non ipocrita. I. t.

Luoghi citati: Cannes, Columbia, Inghilterra, Parigi