Decisione politica di Giovanni Trovati

Decisione politica Decisione politica (Dal nostro corrispondente) Roma, 23 maggio. E' la prima volta che la Camera si occupa di un tentativo di ricostruire il partito fascista, e l'autorizzazione a procedere contro Almirante ha un chiaro valore politico, indipendentemente da quello che potrà essere il giudizio della magistratura, alla quale la legge del giugno 1952, la cosiddetta legge Sceiba, affida il compito di accertare l'accusa e di sentenziare. E' bene che il Parlamento finalmente si sia deciso ad affrontare questo problema, perché se il fascismo oggi è una minaccia, una parte della colpa va attribuita anche a una certa pigrizia che s'è tradotta in tolleranza (e a volte in ammiccamenti, come s'è preoccupato di sottolineare Almirante). Per lungo tempo ci fu la tendenza a non considerare il fascismo come pericolo, perché il movimento era piccolo; e a combattere la violenza che veniva da una sola direzione; poi si è parlato di opposti estremismi, alla fine ci si è accorti che la violenza che più fa paura è quella nera, perché direttamente o indirettamente legata al msi. Il Parlamento, concedendo l'autorizzazione a procedere contro Almirante, dichiara che il msi è un partito di dubbia costituzionalità, dal quale, pertanto, non è possibile accettare alcun aiuto, e che va isolato. Questo è un giudizio politico. Sarà più difficile il giudizio della magistratura e c'è chi ritiene che essa non sia idonea a questo compito, perché, come sostiene Costantino Mortati, esula dalle sue competenze. Il quesito che si porrà alla magistratura è questo: il msi fa rivivere il vecchio partito fascista di Mussolini, mascherato per convenienza sotto un altro nome e un altro simbolo? Perché sia tale, basta che Almirante, suo segretario, e altri gerarchi provengano dal passato regime e dalla Repubblica di Salò? In un intervento al Senato, De Gasperi si preoccupò di spiegare che cosa si proponeva il legislatore. Il programma di un movimento, disse, può presentarsi apparentemente con i segni estrinseci della legittimità e quindi occorre considerare soprattutto le finalità concrete che si propone, i metodi che adotta, le manifestazioni che compie. La lotta contro il risorgere del fascismo non va intesa come persecuzione, bensì come adempimento della Costituzione, là dove l'articolo 49 contempla il diritto per tutti i cittadini di associarsi per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale: questo diritto è negato dal fascismo, il quale storicamente si attuò, come regime politico, sopprimendo le fondamentali libertà personali e politiche. L'intento di esaltare il cessato regime, volle ancora precisare De Gasperi, «può essere perseguito anche attraverso il disprezzo e l'azione di discredito delle istituzioni democratiche». Oggi pomeriggio a Montecitorio avvertivamo in qualche settore sintomi d'incertezza: se per caso Almirante uscisse bene da un processo penale, non sarebbe una sconfitta per il Parlamento? Non poteva Bianchi d'Espinosa, il defunto procuratore generale di Milano, incriminare un qualche federale milanese o della provincia, anziché indiziare un deputato? Non sarebbe stata necessaria la decisione della Camera e intanto si sarebbe potuto vedere come si comporta la magistratura. A nostro parere, Bianchi d'Espinosa ha fatto bene a muovere l'accusa, poiché era convinto, contro Almirante: sarebbe stato meschino colpire in basso e non toccare chi, essendo in alto, ha maggiori responsabilità. E poi è riuscito a indurre il Parlamento a prendere posizione. Un paese libero come il nostro riconosce l'indipendenza del potere giudiziario da quello politico. goptstMvastdsrrmdsbnaeh Giovanni Trovati

Luoghi citati: Milano, Roma