L'America riscopre il carbon fossile

L'America riscopre il carbon fossile La crisi delle fonti d'energia nel mondo di domani L'America riscopre il carbon fossile La dettagliata analisi sulla attuale e futura situazione dei problemi inerenti l'energia, che il Presidente degli Stati Uniti ha reso nota in questi giorni al Congresso e le cui preoccupanti implicazioni interessano direttamente il mondo occidentale, ha suscitato viva eco in ogni dove. Gli Stati Uniti d'America, il Giappone e l'Europa sono minacciati da una nuova crisi del petrolio; nei Paesi industriali i consumi di energia crescono in misura superiore al passato e in attesa dell'energia nucleare, ancora rara e costosa, detti consumi sono concentrati sul cosiddetto « oro nero ». Si sa infatti che la maggior parte dell'energia utilizzata attualmente sulla Terra viene ottenuta bruciando i derivati del petrolio. Gli esperti calcolano che se la domanda dovesse aumentare con il ritmo attuale, e non c'è alcun motivo plausibile per pensare altrimenti, fra mi secolo le riserve di pe¬ trolio finora conosciute ver- rebbero consumate in un mese circa. La speciale commissione di studio, incaricata dal presidente Nixon, ha pure rivelato che gli Stati Uniti, la nazione che produce la maggiore quantità di energia, cominceranno a risentire i primi sintomi di carestia fra dodici anni. Tutto questo spiega l'affrettato ritorno al carbone che si sta verificando attualmente nel Nuovo Mondo. La sorpresa è grossa. Il vecchio carbone, che sembrava abbandonato per sempre, torna alla ribalta; si calcola che nel 1985 la sua domanda sul mercato americano sarà di oltre un miliardo di tonnellate. E' noto che se negli Stati Uniti il gas naturale e il petrolio sono insufficienti non manca, per contro, il carbone: i giacimenti sono stimati in ottocento miliardi di tonnellate di cui duecento facilmente sfruttabili. Le miniere di carbone da- 1 te per morte troppo in fret¬ ta stanno per avere una seconda giovinezza; alcune comDagnie minerarie hanno riproposto, nel contempo, la ripresa di ricerche ohe erai».* state da tempo abbandonate. La geologia e la geofisica suggeriscono oggi metodi che, sulla scorta delle esperienze acquisite in questi anni nel campo petrolifero, sono arrivati a notevole grado di perfezione tecnica; ed essi, se pur non possono ancora dare notizie certissime sulla presenza o meno del minerale che si cerca nel sottosuolo, forniscono importanti ed utili notizie atte ad integrare quelle proprie della geologia e delle prospezioni geofisiche basate su princìpi vari. Le indicazioni e gli orientamenti che si deducono da tutti questi metodi possono incoraggiare esplorazioni dirette, trivellando il terreno, e talvolta spingendo le trivellazioni, come è già avvenuto, fino a seimila metri di profondità. Naturalmente lo sfruttamento delle risorse carboni¬ fere ora, più di ieri, deve tener conto anche del problema ecologico: il carbone inquina l'aria ed i metodi di estrazione sono soggetti a regole severe da parte delle autorità preposte. Nella Virginia Occidentale, lo Stato americano che produce più carbone, nel giro di due anni diverse aziende hanno dovuto chiudere i battenti perché mettevano in ima situazione di disagio le cittadine vicine ai pozzi. Ma al di là dei problemi ecologici l'industria mineraria americana ha soprattutto bisogno di finanziamenti. Per produrre un miliardo di tonnellate di carbone entro il 1985 bisogna investire almeno otto miliardi di dollari, sottolinea il « National Petroleum Council ». E la « American Gas Association » calcola, dal canto suo, che per costruire un impianto di gassificazione del carbone occorrono oltre venti milioni di dollari. Mario Bertoli del Vcreìn Deutscher Ingenicurc

Persone citate: Deutscher, Mario Bertoli, Nixon

Luoghi citati: America, Europa, Giappone, Stati Uniti, Stati Uniti D'america, Virginia