Nuove tecniche operative di elaboratori elettronici di Vittorio Re
Nuove tecniche operative di elaboratori elettronici Sviluppi dell'informatica negli ultimi dieci anni Nuove tecniche operative di elaboratori elettronici Miniaturizzazione dei componenti e gerarchie di connessioni a livello di "chip" - Memorie virtuali per accrescere le capacità elaborative - Gli obiettivi raggiunti e quelli da conseguire Quale è stata l'evoluzione del calcolatore in questo decennio? Quali sono le prospettive future? Il calcolatore sostituirà il manager, potrà migliorare le decisioni della pubblica amministrazione, in che modo contribuirà all'espansione dell'automazione? Questi, in sintesi, i problemi dibattuti nel corso del secondo convegno nazionale per la stampa scientifica, iniziato ieri a Villa d'Este (Como), organizzato dalla Ibm Italia. Esso si riallaccia idealmente ad un analogo convegno tenutosi a Firenze nel 1962 in cui — per la prima volta in Italia — vennero presentati alla stampa i concetti basilari dell'elaborazione dei dati e le sue potenzialità applicative. Affermare che l'informatica ha camminato con gli stivali delle sette leghe può essere banale. Altrettanto parlare delle sue applicazioni, che si sono estese a tela di ragno. Praticamente oggi non esiste più settore scientifico, industriale, commerciale o della pubblica amministrazione che non sia stato «contagiato» da una macchina che impropriamente viene definita «intelligente». Non lo è, ed è stato dimostrato più volte su queste stesse pagine, ma non si possono sottovalutare quelle caratteristiche di flessibilità che consentono la soluzione di disparati problemi. Condizione essenziale è tuttavia sempre un'adeguata programmazione. E qui assistiamo alla diffusione del software, intendendo con questo termine tutti i programmi utilizzabili su un sistema di elaborazione dati. L'evoluzione tecnologica dei calcolatori si identifica con la tendenza alla microminiaturizzazione dei componenti e dei circuiti. Maggiore è il numero dei componenti elementari (diodi, transistori, condensatori e resistenze) riunibili in un solo blocco logico, maggiore è pure la compattezza del sottosistema e minore il costo di produzione. Se, al limite, fosse possibile eliminare tutte le connessioni realizzate con i tradizionali fili, morsetti e saldature, potremmo attenderci drastiche riduzioni degli ingombri e dei costi. Nasce così il concetto di «gerarchie delle connessioni», di miniaturizzazione a livello di chip (tessere di silicio), di macrocomponenti (più chip nello stesso contenitore). Eliminare conduttori e saldature (elementi passivi) diviene una impellente necessità. Non ci troviamo di fronte ad esibizionismi tecnologici, bensì alla risposta ad esigenze particolarmente sentite allorché devono essere trattate enormi quantità di dati. Basta pensare all'anagrafe sanitaria ed a quella tributaria. Memorizzare i dati relativi a quasi cinque milioni di contribuenti (tante sono state le denunce dei redditi in Italia nel 1972, cifra ritenuta decisamente inferiore alla realtà del Paese), significa creare un sistema di archiviazione che consenta una rapida consultazione ed elaborazione, quindi continui interscambi di infor- mazioni tra le memorie di massa e quella centrale (il cuore del sistema). Se questa non è in grado di operare a velocità elevatissime si creano ingorghi difficilmente districabili. Di qui non solo le recenti tecniche per sostituire i classici anellini di ferrite con transistori ad effetto di campo, realizzati secondo la tecnologia Mosfet (Metal oxide semiconductor fleld effect transistor) che consente di registrare oltre quattromila informazioni su «moduli» simili a quadratini aventi lati di poco superiori a un centimetro, ma pure le «memorie virtuali» tramite le quali è possibile sfruttare assai più razionalmente la memoria centrale ricorrendo a sofisticati metodi di «paginazione». Hardware e software, componenti e programmi, si adeguano così alle esigenze di una società sempre maggiormente condizionata dallo scambio tempestivo e rapido delle informazioni. Gli elaboratori elettronici che in questi ultimi dieci anni hanno portato un decisivo contributo alla gestione delle aziende acquistano ora un ruolo decisivo nell'organizzazione della società. Questo processo è già in atto ed a Roma è stato installato il primo dei due calcolatori della serie 370/155 destinato alla nuova anagrafe tributaria. Un altro grave interrogativo al quale si dovrà trovare il modo di dare una risposta nei prossimi anni è quello della automazione integrale dei cicli produttivi. I calcolatori di processo non sono più una novità, così come non lo è il controllo numerico delle macchine utensili. Prescindendo dal problema dei costi connessi con l'automazione degli impianti (tutt'altro che indifferenti) rimane l'incognita della riqualificazione della mano d'opera e dell'occupazione. Le tesi prò e contro sono numerose. Vittorio Re Modulo di memoria, realizzato con transistori ad effetto di campo, in grado di registrare oltre quattromila informazioni elementari. Le dimensioni del modulo sono di poco superiori a un centimetro quadrato, decisamente inferiori ai nuclei di ferrite
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