Ancora su Lowry di Giovanni Arpino

Ancora su Lowry Non ha scritto davvero una "Love story Ancora su Lowry Una buona settimana di caccia, con discreto bottino. Due Sufféti (gli s: Uta alla perfezione il termine, riproposto dall'ultimo Ceronetti) se la prendono con me per motivi all'apparenza diversi, ma assai vicini se li si esamina con identica lente. Parliamo di Claudio Gorlier, critico letterario, e di Gianni Rivera, «piedino d'oro» del football nazionale. Quest'ultimo, come sufféta, è decisamente minuscolo, ma non gli manca la presunzione (intervista accordata a Panorama; di negare ad altri una qual capacità d'occuparsi di palla rotonda, oggetto così difficile nelle sue significazioni agonistiche — come è noto — da attirare solo poche decine di adepti in tutta Italia. Claudio Gorlier — il critico « che dice no » — deve essere misurato diversamen¬ te. Su un quotidiano milanese, domenica scorsa, pur senza nominarmi m'intruppa tra quella invisibile ma potentissima Arcadia che tutto fa, tutto smuove, tutto intriga pur di sacrificare davanti agli idoli dell'industria culturale. Quella, appunto, che da anni viene accusata d'imbottir crani, d'obbligare milioni di compatrioti a leggere leggere leggere. Ho sempre sostenuto che se esistesse davvero una certa industria culturale, anche il nostro Paese sarebbe « culturalmente » diverso, certo più armato. Ma tant'è. Lo spaccio di quell'etichetta insinua: è un racket, attenti. E la si usa a babbo morto. Che Claudio Gorlier mi veda nei panni di un mestatore deZJ'editing è davvero battuta da «Canzonissima». Infatti mi guadagno il pane scrivendo recensioni, godendo foraggiamenti editoriali, praticando uffici stampa, occupando poltrone nei salotti romani e milanesi, vero? Rimane un dato, e serio: che appena si indica un libro quale Caustico lunare di Malcolm Lowry e lo si difende sottraendolo alla glaciale e burbanzosa analisi degli addetti, subito quest'atto è visto come blasfemo, e il critico indossa l'elmetto, scende nel bunker per proteggere i suoi spazi vitali. Tifosi di se stessi e dei personali allori, il Gorlier e il Rivera sono evidentemente per il « numero chiuso ». Il primo vorrebbe farci confondere Caustico lunare con un'operazione alla Love story. Il secondo si sente depositario del gioco dì palla come lo scarabeo egizio. In loro l'ingenuità è pari alla sicurezza che nutrono nei riguardi del proprio talento esclusivo. Per questo inteneriscono (o quasi o forse) il mio animo « randagio ». Giovanni Arpino

Persone citate: Ceronetti, Claudio Gorlier, Gianni Rivera, Gorlier, Lowry, Malcolm Lowry, Rivera

Luoghi citati: Italia, Uta