Ex pretore di Saronno sotto accusa per avere taglieggiato mezza città

Ex pretore di Saronno sotto accusa per avere taglieggiato mezza città Sarà processato dal tribunale torinese Ex pretore di Saronno sotto accusa per avere taglieggiato mezza città Condannato a otto milioni di multa un dirigente dell' Ipca di Ciriè Uno stupefacente elenco di imputazioni: richieste di denaro per il "buon esito dei processi" o in cambio di raccomandazioni; minacce per evitare l'imposta di famiglia e imporre i propri protetti; rappresaglie per il conto dell'ospedale - Il magistrato è in Svizzera, nega tutto Il giudice istruttore dott. Barbaro ha rinviato a giudizio davanti al nostro tribunale li pretore di Saronno, dott. Ettore Ianni, di 40 anni, per concussione e interesse privato in atti d'ufficio. Da quando, oltre un anno fa, ha preso avvio l'inchiesta sul suo conto, 11 pretore Ianni è scomparso dall'elegante alloggio, dove abitava con la moglie e due Agli. Ora pare si trovi In Svizzera: colpito da due mandati di cattura, ha fatto sapere che si presenterà solo al processo, che si svolgerà a Torino per decisione della corte di Cassazione. La vicenda è complessa, i vari episodi non sono ancora stati del tutto chiariti, perché il principale imputato non è mai stato sentito dal dott. Barbaro. Pochi giorni prima della sua scomparsa, quando venne sospeso dall'Incarico di pretore, il dott. Ianni dichiarò: « Ho sempre fatto il mio dovere. Noi magistrati siamo spesso tenuti sotto controllo, esposti a tutte le critiche. Questo caso, comunque, è stato ingigantito. In me ora c'è soltanto un grande senso di sfiducia. Devo pensare a difendermi ». Con il dott. Ianni sono state rinviate a giudizio altre cinque persone, più o meno coinvolte negli episodi di concussione. Sono l'impiegato comunale Aurelio Ghiringhelli, Sebastiano Lo Giudice, Gianfrancesco Borroni, Gianluigi Lattuada e Pasqualino Malagnini. Il primo episodio contestato al pretore riguarda un procedimento penale in cui erano coinvolti Norberto Mazzucchelli e il figlio Stefano. Il primo doveva rispondere di aver fabbricato uno stabile in difformità dal progetto approvato, il secondo di aver co- struito un vano dell'ascensore non previsto dal progetto. Secondo l'accusa il giudice Ianni, tramite Ghiringhelli, comunicò a Stefano Mazzucchelli che per « il buon trattamento del processo » era necessario versare una « piccola somma », un milione e mezzo. Il Mazzucchelli obbedì, consegnando 1 soldi, in due riprese, al Ghiringhelli. Nello stesso modo il pretore si sarebbe comportato nei confronti di una ditta sotto accusa per irregolarità commesse nella costruzione di un autogrill. Servendosi del Ghiringhelli e del Borroni quali intermediari, il dott. Ianni avrebbe ottenuto due milioni. Un altro episodio riguarda l'assunzione di due persone presso il Comune di Saronno. Il pretore, abusando della sua qualità di magistrato, si sarebbe fatto versare delle somme In denaro, quale ricompensa per averle raccomandate. In concorso con lui sono accusati, per questi due fatti, il Malagnini e il Lattuada. SI legge ancora nella sentenza istruttoria che 11 magistrato « costrinse Leopoldo Proserplo, imputato di emissione di assegno senza data, a comprare un quadro del valore di circa 180 mila lire, facendogli intravedere la possibilità di un esito favorevole del procedimento ». Col passare del tempo, il dott. Ianni non si curava nemmeno di prendere le più elementari precauzioni: convocava nel suo ufficio le « vittime », faceva le sue richieste senza mezzi termini, ritirava i soldi. Così, quando gli amministratori del Comune di Saronno manifestarono l'intenzione di sottoporre a revisione la posizione tributaria del pretore in relazione alla sua Imposta di famiglia, il dott. Ianni minacciò di mettere sotto procesto tutti o quasi gli impiegati comunali. Minaccia che ottenne i risultati voluti: l'imposta di famiglia non fu più riesaminata. Non solo, ma in occasione di un concorso ad un posto di segretario, l'ex pretore avrebbe cercato, in tutti i modi, di « spingere » la candidatura di una persona (che tra l'altro non aveva i requisiti necessari per l'esame). Visti vani i tentativi, sarebbe ricorso a minacce nei confronti del sindaco, del segretario comunale e dei membri della commissione esaminatrice. Infine, irritato per la fattura, a suo parere troppo « salata », inviatagli dopo il ricovero della moglie nell'ospedale civile di Saronno, il dott. Ianni « abusando dei poteri a lui spettanti » avrebbe emesso « in chiara ritorsione » un decreto di condanna per un milione di ammenda ciascuno a carico del ragioniere e del commissario dell'ospedale. Di tutte queste accuse l'ex pretore di Saronno dovrà rispondere nei prossimi mesi, quando sarà fissato il processo. E' difeso dall'avvocato Zaccone. •k A causa di successivi rinvi! dovuti allo sciopero dei cancellieri si è svolto soltanto ieri presso la pretura di Ciriè il processo a carico dell'ing. Silvio Ghisottrt, figlio di uno dei proprietari dell'Ipca e del dott. Luigi Graziano, impiegato tecnico. Un primo processo per violazione dalle leggi sull'igiene del lavoro e sulla prevenzione degli infortuni si era già tenuto in gennaio contro due dirigenti e due dei proprietari dell'Ipca: uno solo degli imputati era stato condannato ad una pena pecuniaria. Ma nel corso del dibattimento era nato il dubbio che altri potessero avere delle responsabilità; e 11 pretore dott. Troiano aveva rinviato a giudizio il Ghlsotti ed il Graziano. Soltanto quest'ultimo era presente all'udienza dd Ieri, con i difensori aw. Mussa e Zaccone. II pretore ha assolto il Graziano e condannato 11 Ghisotti a 21 ammende diverse per un totale di 7 milioni e 750 mila lire, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. La difesa ha presentato appello. In margine al processo si è appreso che il giudice istruttore dott. Barbaro, che conduce l'inchiesta sulla « fabbrica della morte », ha esteso l'imputazione di omicidio colposo plurimo anche all'ex medico dell'Ipca, dott. Giovanni Mussa. Gli elementi che hanno portato a questa decisione sarebbero emersi nel corso dei due processi In Pretura. * La corte d'Assise (pres. Luzzatti, giudice Caplrossi, cane. Santostefano) ha pronunciato ieri sera la sentenza per nove giovani di Nichelino imputati di furti e rapine. Sono Lidio Suppo, Salvatore Grillo, Albino Arenare, Felice Solimeno, Francesco Cannizzaro, Riccardo Cumella, Antonio Magliulo, Ciro Perrone e Giancarlo Suppo. Sono stati tutti condannati a pene da 1 a 7 anni; sono stati assolti dall'imputazione di associazione per delinquere. La banda era divisa in due gruppi: uno specializzato in furti, l'altro in aggressioni a prostitute. Pare che ad organizzare i « colpi n fosse uno sfruttatore, che voleva In questo modo punire le « concorrenti ». Podologi — L'assemblea dei Pedicu'e-Podologi piemontesi ha deciso di presentare una mozione Rlle autorità regionali e comunali per sollecitare il riconoscimento della categoria con norme legislative e corsi di qualificazione. L'ex pretore di Saronno, Ettore Ianni, con la moglie