Vecchie icone di Sicilia

Vecchie icone di Sicilia Vecchie icone di Sicilia Santi e Madonne dipinti su vetro: un'arte dalle radici antiche Antonino Buttitta: « La pittura siciliana su vetro », Ed. Sellerio, Palermo, pag. 118, lire 20.000. C'era a Palermo, e forse esiste tuttora, dietro il Palazzo di Giustizia, sulla strada verso la Porta Nuova, a ridosso del Palazzo dei Normanni, un mercatino di rigatteria singolare, diverso dai vari marchés aux puces che oggi incontrano tanta fortuna nelle grandi città del mondo. Rovistando fra cumuli di rifiuti tratti da soffitte, da case di campagna di povera gente, da sacrestie di chiese i , -. vate. sperdute fra i campi, si potevano trovare « pezzi » di arte popolare siciliana di non eccelso valore, ma interessanti per documentare lo sviluppo del gusto in una società apparentemente immobile. Si trovavano tavolette di legno con dipinti soggetti sacri, fiancate di carretti, stampe sette e ottocentesche, sempre con soggetti religiosi e, con un po' di fortuna, anche vetri dipinti. Conosco persone che hanno trascorso ore ed ore a rovistare fra le polverose cianfrusaglie, e talvolta la loro pazienza è stata premiata con una pittura su vetro, che si portavano a casa per un prezzo relativamente basso, ad arricchire una collezione incominciata tanti anni or sono, quando trovare vetri dipinti era ancora abbastanza facile. Giovanni Russo, lo scrittoregiornalista, ogni volta che capitava a Palermo trovava sempre qualche ora di tempo per correre al mercatino delle rigatterie, e qualche bel vetro dipinto lo ha portato a Roma ad arricchire la sua collezione. Oggi, quella caccia non è più possibile, anche il rigattiere conosce il « pezzo » che vale da un'imitazione fatta l'altro ieri, e sa tenere i prezzi ad un livello piuttosto alto, e se gli capita un vetro dipinto del secolo scorso lo mette in bella mostra e la sera, quando chiude il baracchino, se lo porta a casa temendo la visita dei ladri. Divenuto rarità sul mercato dell'arte popolare, il vetro colorato non poteva non interessare gli studiosi di etnologia ed i critici d'arte; pitture su vetro siciliane se ne trovano al Museo Civico di Torino, come ve ne sono, ed in abbondanza, al Museo Pitré di Palermo, ma se lo studioso di questa particolare espressione d'arte popolare vuole trovare una nutrita documentazione deve forzatamente rivolgersi alle collezioni pri- Nel suo prezioso volume, ricco di tante tavole a colori ed in bianco e nero, Antonino Buttitta ringrazia i proprietari di tali collezioni che gli hanno consentito sia lo studio dei « pezzi » di loro proprietà, sia la riproduzione. Si tratta di un'arte di cui Buttitta va a cercare le radici assai lontano nel tempo, approdata in Sicilia soltanto all'inizio del secolo scorso per le condizioni di povertà in cui versava l'isola. Lo studio che egli fa precedere alle tavole a colori, dottissimo e, ovviamente, ermetico quel tanto richiesto dalla materia (solo in apparenza facile e decifrabile, sembrano dire l'autore e Leonardo Sciascia, che ha scritto la prefazione, se alla pittura su vetro si sono ispirati gli autori del «Cavaliere azzurro» Kandinsky e Marc), induce a guardare le riproduzioni dei quadri da prospettive nuove. La Santa Lucia da ex voto, la Salomè, la Sacra Famiglia sono, è vero, il prodotto di un pittore-artigiano che metteva su vetro santi e angeli da appendere a capo del letto di contadini analfabeti, ma sono anche l'espressione, ricorda Buttitta, di una certa società veduta nel contesto di un'epoca e di determinate condizioni economiche. f. r. Dal coloritissimo volume di A. Buttitta: una ottocentesca Santa Lucia dipinta su vetro

Persone citate: Antonino Buttitta, Buttitta, Giovanni Russo, Kandinsky, Leonardo Sciascia, Salomè, Sellerio

Luoghi citati: Palermo, Roma, Sicilia, Torino