Roma: arrestati cinque neofascisti per le rivoltellate contro 2 giovani di Fabrizio Carbone

Roma: arrestati cinque neofascisti per le rivoltellate contro 2 giovani I feriti sono all'ospedale in gravi condizioni Roma: arrestati cinque neofascisti per le rivoltellate contro 2 giovani Uno degli estremisti di destra (forse di "Ordine Nuovo") ha sparato contro un gruppo di persone che chiedevano chiarimenti su un manifesto - Alcuni testimoni: "I neofascisti sembravano pazzi scatenati. Alla semplice curiosità dei passanti uno ha reagito estraendo la pistola" (Nostro servizio particolare) Roma, 10 maggio. Cinque neofascisti appartenenti alla organizzazione « Fuan-Caravella » sono stati arrestati e si trovano in carcere, accusati di tentato omicidio. Sono Francesco Di Muccio, 23 anni, disoccupato; Clemente Ponzo, Giancarlo Emiliano, Domenico Bosco, operai; e C. A., minorenne. La scorsa notte, davanti ad un bar della via Appia, nella periferia sud della città, hanno ferito gravemente a colpi di rivoltella due giovani. Isolati in Parlamento, schiacciati dalle prove per il tragico «giovedì nero» di Milano, i missini insistono sulla tesi della innocenza e della « persecuzione », mentre i gruppi a loro legati proseguono sulla strada della criminalità. Ieri a Roma, ci sono stati ancora pestaggi davanti alle scuole, aggressioni isolate e a tarda sera il ferimento dei due giovani, un barista di 24 anni e un parrucchiere di 20, a colpi di pistola, da parte di un aderente al «Fuan» (fronte universitario avanguardia nazionale) emanazione del msi, un movimento che esalta il fascismo e che, nella travagliata storia della politica universitaria del dopoguerra, è sempre apparso nei momenti della provocazione e dell'aggressione. Il giudice Del Vecchio, che conduce l'inchiesta sul gravissimo episodio, ha detto che «sarà fatta piena luce»: i responsabili sono stati assicurati alla giustizia; ci sono i testimoni oculari. Interrogati in carcere i cinque hanno detto di non appartenere a nessun partito politico e di simpatizzare per l'estrema destra. I due giovani feriti, Franco Nieddu e Roberto Lancioni, che non si occupano di politica, sono ricoverati in gravi condizioni al San Giovanni. In nottata erano stati sottoposti ad intervento chirurgico e gli erano stati estratti due proiettili dal torace. I medici si sono riservata la prognosi. Tutto si era svolto fulmineamente, alle 23 di ieri, davanti a un bar all'angolo tra la via Appia e via Albano. I cinque neofascisti stavano attaccando manifesti firmati «Fuan», in cui si leggeva «I docenti l'hanno tradita, il movimento studentesco l'ha degradata, il regime l'ha distrutta. Noi ricostruiremo l'università». Secondo il racconto dei testimoni un gruppetto di giovani si era avvicinato agli attacchini chiedendo il significato della parola «Fuan». «sono cose che non vi interessano», aveva risposto Francesco Di Muccio. Quando uno dei giovani si è avvicinato al manifesto e ha fatto il gesto di strapparne il lembo, il Di Muccio è scattato: ha estratto dalla giacca una pistola «Mayer Shone» calibro 6, facendosi largo tra i presenti. Sparato un colpo in aria, si è messo a correre in direzione di una «124» posteggiata dall'altro lato della strada, seguito dagli altri estremisti. Il Di Muccio è inciampato, finendo a terra. Quando ha visto che altri giovani si avvicinavano ha sparato dal basso in alto due colpi con fredda determinazione. Nieddu e Lancioni sono stati centrati tutti e due al torace. E' stato un attimo di panico: gli altri 4 neofascisti si sono avvicinati in macchina al Di Muccio. Insieme sono fuggiti a gran velocità; inseguiti da un cliente del bar che aveva raccolto i feriti a bordo della sua «Giulia». L'inseguimento è durato pochi minuti: durante la fuga un manifesto, che copriva la targa dell'auto dei neofascisti, è volato via. Annotato il numero e veden¬ do che i feriti a bordo perdevano molto sangue, l'inseguitore si è fermato: ha riferito a una pattuglia della stradale il numero di targa ed ha poi trasportato i due ragazzi all'ospedale. Domenico Bosco, impiegato postale di 31 anni proprietario della macchina, è stato arrestato e ha fatto i nomi degli altri. Francesco Di Muccio è stato preso all'alba e accompagnato da un funzionario negli uffici della « politica ». Entrando in questura il giovane, riconosciuto come il feritore, ha mostrato le «corna» ai fotografi. Nel corso di una perquisizione nella sua casa è stata trovata la piccola arma, micidiale quando si spara a bruciapelo. In mattinata sono stati rintracciati anche il ventiduenne Clemente Ponzo e Giancarlo Emiliano, 28 anni, operai. Alberto C, 16 anni, è stato rinchiuso nel carcere minorile «Gabelli». Nel corso di un primo interrogatorio i 5 «camerati» si sono difesi dichiarando di essere stati aggrediti. Ma le testimonianze di quelli che al momento del fatto erano nei paraggi del bar inchiodano gli arrestati alle loro responsabilità. «Erano pazzi scatenati. Reagendo ad una semplice domanda e alla curiosità di due ragazzi uno di loro ha estratto la pistola minacciando di ucciderli se non fosssero andati via immediatamente. Quando abbiamo sentito gli spari siamo usciti a vedere. Nessuno — dice Roberto Sulpizi, sfiorato dal proiettile che ha colpito il Lancioni — poteva immagina re una simile violenza». Fabrizio Carbone Roma. Roberto Fancioni, uno dei due giovani feriti dal neofascista (Telefoto Ansa)

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