Scandali, non è tutto un paese

Scandali, non è tutto un paese Scandali, non è tutto un paese Per i suoi scandali l'America s'indigna, ma non l'Italia per i propri: si obbietta subito che i nostri sono modesti al paragone di Watergate, e il commissario Beneforli o il detective Tom Ponzi figure minori a confronto dei collaboratori di Nixon che hanno tentato di manipolare il congresso del partito avversario. Però, nel nostro piccolo, anche da noi ai tempi del generale De Lorenzo soldi del Sifar dovevano servire a corrompere delegali a un congresso provinciale del pri. Ma Nixon ha vietato a funzionari della Casa Bianca di rispondere alle domande degli inquirenti che lo riguardano personalmente, invocando il segreto di Stato a copertura dello scandalo: e noi allora ricordiamoci di tutti gli « omissis » che il governo inframmette nella lettura a Montecitorio dei documenti sul presunto golpe del 1964. In America 'gli hearings su Watergate saranno invece trasmessi in diretta dalla tv, come ai tempi dell'affare McCarthy. Anche in Francia, comunque: il 6 marzo 1973 Le Nouvel Observateur fornì la prova che il parlilo di Pompidou esercitava lo spionaggio elettorale non solo a danno dei suoi concorrenti di sinistra ma anche di Giscard d'Eslaing; e non successe nulla, lutto il mondo è paese. Ma Nixon ha ingannato la pubblica opinione facendole credere in uno spontaneo consenso della maggioranza silenziosa per la sua guerra in Vietnam, mentre è risultato che i telegrammi di adesione se li faceva spedire anche da uno speciale ufficio della Casa Bianca, così riuscendo a riceverne migliaia in poche ore. E' quello che fa Breznev — « il Super B sovietico », detto anche uno Stalin coi baffi troppo alti per via dei suoi cespugli sopracciliari — il quale manda in onda un suo discorso di sette ore alla tv così che il giorno dopo sulla Pravda si può leggere che una mungitrice ha commentato: « Lacrime di gioia mi riempivano gli occhi mentre ascoltavo la relazione dì Leonid Ilic Breznev ». Chi così vede tutto il mondo come un solo paese tripolare — America, Europa ed Untone Sovietica — trascura il fatto che non sono le proporzioni degli scandali a fare differenza, ma il tipo delle reazioni. In Europa sugli scandali ci accomodiamo, rassegnali se non persuasi che il sottogoverno sia connaturato al governo; nell'Urss si ha solo conoscenza degli scandali allegri dei napoletani locali, gli armeni; in America invece la morale pubblica è tenuta ancora in conto e il Presidente consideralo personaggio sacrale. Lo sceglie il popolo, è toccalo dalla grazia di Dio, non deve fallire, è davvero « l'eletto ». Noi con i nostri siamo qualunquisticamente permissivi; i sovietici pronti a obnubilarsi nel culto della personalità; soltanto gli americani continuano ad essere esigentissimi perché più rispettosi di se stessi. Il mondo tripolare non è tulio un paese. v. g.

Luoghi citati: America, Europa, Francia, Italia, Urss, Vietnam