Tram e scuola: gli scioperi si potranno forse evitare

Tram e scuola: gli scioperi si potranno forse evitare Il governo esamina le richieste con i sindacati Tram e scuola: gli scioperi si potranno forse evitare L'agitazione dei tranvieri è prevista per domani (24 ore) : gli incontri continuano - Scuola: Cgil, Cisl e Uil su una linea abbastanza "morbida"; più intransigenti i sindacati autonomi (Nostro servizio particolare) Roma, 9 maggio. Potrà essere evitato il blocco totale per ventiquattro ore dei tram, degli autobus, delle metropolitane e delle ferrovie in concessione, deciso per venerdì dagli autoferrotranvieri? Dipende dal risultato di una fitta serie di incontri cominciati stamane dal sottosegretario al Lavoro, Tedeschi, e proseguiti nel pomeriggio e in serata con l'intervento del ministro Coppo. Si è discusso a lungo su una richiesta preliminare dei sindacati riguardante la contemporanea trattativa per il contratto dei dipendenti dai trasporti urbani e il contratto degli addetti alle autolinee: per facilitare una soluzione, le organizzazioni dei lavoratori si sono dichiarate disposte ad accettare, per il settore delle autolinee, un «accordo ponte», della durata di alcuni mesi, in attesa che i competenti organi si pronuncino sul futuro delle attuali aziende, nel quadro della riforma dei trasporti. Sono state poi affrontate le rivendicazioni che, oltre ad aspetti di carattere più strettamente contrattuale, sollecitano ai pubblici poteri misure organiche d'interesse non solo per gli autoferrotranvieri, ma per l'intera collettività. Fra gli obiettivi principali vi sono, ad esempio, una diversa destinazione degli investimenti previsti dallo schema di programma economico 1971'75, il loro finanziamento, la politica tariffaria, la funzionalità delle gestioni e la loro effettiva «pubblicizzazione» (a partire dagli autoservizi in concessione privata), la priorità del trasporto collettivo su quello individuale, con il conseguente decongestionamento e la regolazione del traffico urbano, suburbano e metropolitano. Legate al problema del miglioramento delle condizioni di lavoro vi sono le questioni della congestione del traffico, della sicurezza degli autoveicoli, dei programmi di esercizio, nonché quelli relativi all'ambiente, alla salute, alla nocività e ai relativi riflessi ecologici. Per il contratto, gli autoferrotranvieri insistono soprattutto su tre punti: 1) una più efficiente organizzazione del lavoro con l'intervento assiduo del sindacato; 2) la revisione degli organici: mancano almeno 15 mila unità, pari al 12 per cento degli addetti; 3) l'abolizione degli appalti e dei rapporti di lavoro precari, e la graduale sistemazione nei ruoli aziendali secondo determinate procedure. Altre richieste riguardano l'orario di lavoro, la ristrutturazione delle tabelle e delle qualifiche, l'aumento salariale di 12 mila lire mensili sui minimi e la maggiorazione dei compensi per lavoro straordinario, festivo e notturno, l'aumento del 2,50 per cento sugli scatti di anzianità, la revisione dell'indennità di buonuscita o di anzianità, la ristrutturazione in due scaglioni delle ferie annuali (il primo in 23 e il secondo in 26 giorni), il miglioramento delle indennità per trasferte, diarie, pernottamento e concorso pasti. Che cosa sostengono le aziende pubbliche e private del settore? Anzitutto, che la politica dei trasporti attuata finora ha posto in grave crisi tutti i trasporti collettivi, in particolare quelli locali, che assicurano gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola; hanno influito negativamente il rapido e disordinato sviluppo degli insediamenti industriali ed urbanistici degli ultimi anni e lo sviluppo indiscriminato della motorizzazione privata. Alle spese crescenti di gestione non hanno fatto riscontro proporzionati aumenti dei biglietti. Le conseguenze sono state rilevanti: il deficit annuale di tutte le aziende di trasporto pubblico raggiunge i 300 miliardi di lire. Giancarlo Fossi Roma, 9 maggio. Secondo l'impegno preso la scorsa settimana con le tre confederazioni, il governo, risolto il problema delle Poste, ha cominciato oggi ad affrontare quello della scuola con due riunioni, una con Cgil, Cisl e Uil, la seconda con alcuni sindacati autonomi. Gli incontri saranno ripresi venerdì mattina. Alle 17 a Palazzo Chigi si sono riuniti Lama, Storti, Vanni e i rappresentanti delle singole federazioni, Capitani, Damiani, Renzi. Erano presenti anche altri sindacalisti. Per il governo c'erano i ministri Coppo, Gava e Scalfaro. L'incontro coi confederali è durato quattro ore. Dopo l'esposizione della piattaforma, il governo ha chiesto chiarimenti e precisazioni su alcuni punti del documento. Quando è stato affrontato il problema dell'indennità, c'è stata un'imprevista differenziazione: Cisl e Uil non hanno accettato la misura proposta dalla Cgil (da 50 a 90 mila lire a seconda dell'anzianità di servizio), ritenendola insufficiente. Macario ha illustrato il documento dei confederali. Si divide in due parti: una normativa, l'altra finanziaria. Riassumiamo i punti più importanti. Gestione sociale. Si chiede il riconoscimento del diritto di partecipazione del sindacato dei lavoratori e dei rappresentanti degli enti locali alla vita e all'attività degli or¬ gani collegiali della scuola Distretto scolastico. Deve essere istituito subito come organismo politico di gestione sociale della scuola. Diritto allo studio. I sindacati chiedono un aumento dei finanziamenti per lo sviluppo della scuola materna statale e della scuola a pieno tempo. Stato giuridico. A tutto il personale docente deve essere garantita la libertà d'insegnamento secondo i principi costituzionali. Trattamento economico. Deve essere pensionabile e onnicomprensivo. Dal 1" settembre 1973 viene chiesta un'indennità pensionabile che va da un minimo di 50 a un massimo di 90 mila lire, a seconda degli anni di servizio. Università. Le confederazioni propongono al governo di discutere i provvedimenti urgenti (attualmente all'esame del Senato), la riforma universitaria e il diritto allo studio. I ministri hanno proseguito la riunione con i sindacati autonomi, i quali hanno ripetuto le richieste che ritengono irrinunciabili: assegno perequativo nella stessa misura e decorrenza degli statali amministrativi; sistemazione del personale non di ruolo; rapida approvazione dello stato giuridico e della riforma della scuola. Prima d'entrare nelle sale delle riunioni, Rienzi, segretario del Sasmi, aveva dichiarato: «Non siamo disposti a rinunciare alle nostre richieste; non ci ferma nessuno ». f. f.

Persone citate: Damiani, Gava, Giancarlo Fossi, Lama, Macario, Renzi, Rienzi, Scalfaro, Storti

Luoghi citati: Roma