Unità corazzate siriane alla frontiera del Libano

Unità corazzate siriane alla frontiera del Libano Unità corazzate siriane alla frontiera del Libano Aumenta ancora la tensione in Medio Oriente Si teme che il conflitto possa coinvolgere tutti i Paesi arabi e Israele A Beirut, nonostante la tregua, attentati, scontri, allarmi - Mantenuto il coprifuoco - Il servizio del nostro inviato trasmesso sotto censura militare i a a l n i II Cairo, 10 maggio. Secondo notizie giunte in serata, la Siria starebbe ammassando uomini e mezzi corazzati lungo il confine con il Libano. In precedenza, l'emittente palestinese, in una trasmissione dal Cairo, aveva confermato che cinque aerei da caccia libanesi del tipo «Hawker Hunter» avevano mitragliato tutta una serie di postazioni dei Fedayn, nella zona meridionale del Libano. Gli aerei avevano centrato un'auto civile uccidendo un imprecisato numero di passeggeri. Le voci che riferiscono di ammassamenti di truppe siriane lungo i 350 chilometri del confine tra la Siria ed il Libano si collegano a quanto annunciato oggi da fonte israeliana, secondo cui qualsiasi «aiuto fornito su larga scala » ai guerriglieri in Libano avrebbe portato ad un intervento militare israeliano. Il ministro della guerra egiziano, generale Ahmed Ismail, che è comandante anche dell'esercito siriano, ha visitato segretamente Damasco, ieri. (Ap) (Dal nostro inviato speciale) Beirut, 9 maggio. In tutto il Libano è in vigore il « cessate il fuoco » tra l'esercito libanese e « commandos » palestinesi. Era stato proclamato ieri sera, per la terza volta in pochi giorni, ed è già interrotto da continue violazioni. Il silenzio di Beirut è rotto ad intervalli irregolari dal boato di esplosioni o di raffiche di armi da fuoco. Non è certo la tremenda battaglia di ieri, ma la tensione è immutata. Si ha notizia di attacchi e contrattacchi, sia pure limitati, in diversi quartieri della capitale e in diverse regioni del Paese. L'esercito denuncia tredici morti e una cinquantina di feriti; le vittime palestinesi non sono state contate, ma si pensa che la cifra sia alta. Per due ore, nella mattinata di oggi, il coprifuoco è stato abolito, e la popolazione ne ha approfittato per assalire i negozi alimentari. Poi tutti sono tornati in cara, e Beirut è ridivenuta una città deserta, dove possono circolare solo i soldati, i diplomatici e i giornalisti. Già durante la notte, anche dopo l'ora scelta per il « cessate il fuoco » e per l'inizio dei lavori delle commissioni militari miste, si era capito che l'ordine di deporre le armi non sarebbe stato interamente rispettato. Esplosioni e tiri sono continuati nelle ore notturne, e stamane, poco dopo le 8, una deflagrazione violentissima ha destato i grandi alberghi del lungomare: una bomba era esplosa nella sede della Banca inglese per il Medio Oriente. Altre quattro banche libanesi hanno subito identici attentai, con danni spesso gravi, e lo stesso è avvenuto all'aeroporto, e vicino ad edifici militari. Stasera, anche la Camera di Commercio è stata devastata da un'esplosione. Si pensa che un'ala estremista dei palestinesi, oppure agenti provocatori di una terza parte, stiano tentando di sabotare ogni possibilità di accordo ricorrendo al terrorismo. Ma altri combattimenti più diretti tra esercito e Fedayn si sono avuti altrove, specie nel Sud e nel Sud-Est, verso il confine siriano. Intorno a Tiro, un'autocolonna militare è caduta in un'imboscata, e un baraccamento dell'esercito è stato raggiunto dal tiro dei mortai. Siamo tornati, stamane, nelle zone che sono state ieri al centro dei combattimenti e dei bombardamenti aerei: i campi dei rifugiati palestinesi sulla strada dell'aeroporto internazionale (f:lie è sempre chiuso al traffico), e i quartieri intorno allo stadio e alla città sportiva. Gli effetti della battaglia sono visibili ovunque: le case sono semidistrutte dal tiro dei cannoni, le strade interrotte, i pali della luce abbattuti. II maggiore campo di profughi, quello di Sabra. sembrava abbandonato. L'esercito ha occupato delle postazioni strategiche che ne controllano gli ingressi dalle alture che lo circondano. All'interno, si vedevano le baracche colpite, ma apparivano disabitate e indifese. In due notti e un giorno, gli anziani, le donne e i bambini sono stati allontanati, e anche gli uomini hanno deciso stamane di spargersi tutt'intorno, di sparpagliarsi nei quartieri musulmani che sorgono nei pressi, per non offrire un bersaglio troppo facile, in caso di una ripresa dei bombardamenti da terra o dal cielo. I partiti di sinistra e la popolazione musulmana appoggiano apertamente i Fedayn. Si vedono ancora le barricate e le trincee, scavate nella terra o al riparo di piccole colline tra gli alberi. Il campo di Sabra ospita il quartier generale di Arafat, che in queste ore sembra adoperarsi per il mantenimento del cessate il fuoco, anche per riuscire a controllare l'intera organizzazione della resistenza, mentre una parte del movimento, quella più estremista e dissidente, non obbedisce ai suoi ordini, ed è forse protagonista di alcuni degli scontri che continuano dopo la tregua. Il coman¬ do di Arafat ha diffuso un comunicato nel quale si dice che l'esercito con i suoi attacchi ha cercato di occupare i campi, che è stato respinto, e che i Paesi arabi sostengono interamente la causa della resistenza. Il documento dei palestinesi invita a rispettare il cessate il fuoco, e ad affidarne il controllo a commissioni congiunte, anche per far fallire — si dice da parte palestinese — il piano di chi vuole che la crisi si aggravi. Il comunicato conclude invitando tutti i palestinesi alla vigilanza e a prepararsi alla possibilità di nuovi scontri. Anche l'esercito diffonde via Andrea Barbato (Continua a pagina 2 in nona colonna) . i n . l Beirut. Carri armati presidiano le strade della capitale (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Ahmed Ismail, Arafat, Sabra