Violenta rissa alla Camera tra i comunisti e i missini di Gianfranco Franci

Violenta rissa alla Camera tra i comunisti e i missini Mentre si discuteva sul pericolo fascista Violenta rissa alla Camera tra i comunisti e i missini Insulti del msi a deputati del pei, poi cominciano i tumulti : pugni, calci, schiaffi, sputi - Dopo dieci minuti i commessi riescono a dividere i due gruppi - Natta (pei) ai missini: 'Ter la maggioranza degli italiani, voi siete i neofascisti" - Applausi da tutti i partiti, insulti dalla destra - Vigoroso discorso di Piccoli - Oggi parla Andreotti (Nostro servizio particolare) Roma, 9 maggio. Violenti scontri, tra i più gravi della storia parlamentare, sono avvenuti oggi alla Camera tra missini e comunisti durante il dibattito sulle violenze e le trame eversive fasciste, che si concluderà domani con la replica del presidente del Consiglio Andreotti, e che ha visto isolati, fin dalle prime battute, i deputati dell'estrema destra. Malgrado i tentativi del presidente Pertini, che dall'alto del suo scanno cercava di riportare l'ordine urlando e agitando il suo campanello, ed il massiccio intervento dei commessi per dividere i contendenti, diversi parlamentari degli opposti gruppi sono venuti a contatto diretto, scambiandosi pugni e calci in un groviglio indescrivibile. Il tumulto è durato una decina di minuti, mentre veniva allontanato il pubblico che affollava le tribune. L'incidente più drammatico (la seduta è stata più volte turbata dalle intemperanze missine) è scoppiato quando il capogruppo comunista, Natta, ha condannato anche il « nefando delitto di Primavalle » respingendo la « ignobile speculazione » che su quella tragedia ha imbastito l'estrema destra per atteggiarsi a vittima di una congiura e di persecuzioni. La sfida è partita dai banchi missini attraverso l'on. Manco il quale, alzatosi in piedi, ha cominciato ad urlare verso il settore dell'estrema sinistra: « Vergognatevi! Assassini!». La scintilla ha trovato facile esca e subito un coro di insulti è partito dai compagni di gruppo verso comunisti e socialisti che hanno risposto con altri insulti. In un attimo si è passati dalle ingiurie ai fatti. Gruppi di deputati sono scesi per affrontarsi nell'emiciclo. Tra i comunisti, i più animosi erano D'Alema, Accreman, Pochetti e Coscia mentre tra i più pronti fra i missini c'erano Delfino, Nicosia, Manco e Grilli, il deputato di Ascoli Piceno che all'epoca della campagna elettorale disse in un comizio, alludendo agli avversari politici: « Verremo a cercarvi casa per casa ». I commessi sono intervenuti con tempestività, cercando di fare cordone attraverso l'emiciclo, ma tale era la forza d'urto che alcuni deputati degli opposti gruppi sono riusciti a sfuggire alla loro presa, lanciandosi gli uni contro gli altri. Il tavolino degli stenografi è stato travolto in un turbinio di strisce di carta. Qualcuno ha brandito minacciosamente le sedie dei funzionari addetti al servizio che erano stati costretti a fuggire. C'è stato uno scambio rapido e duro di pugni e di calci. Si sono visti rotolare a terra deputati e commessi mentre Pertini minacciava di sospendere la seduta e assisteva, pallido in volto, alla rissa. Dopo una decina di minuti, i richiami del presidente hanno finalmente ottenuto risposta. Il tumulto si è placato. « Il presidente non può stabilire la colpa dell'accaduto », ha detto Pertini con voce vibrante. « Ma può e deve deplorare l'incidente perché non fa onore al Parlamento ». Riprendendo il suo discorso, Natta si è rivolto ai deputati missini ed ha detto: « Per la stragrande maggioranza degli italiani, voi siete il partito neofascista e della destra reazionaria ». Un nuovo applauso si è levato dai banchi comunisti e socialisti e ad esso si sono uniti socialdemocratici, repubblicani, liberali e democristiani ai quali la destra, rimasta isolata, ha risposto con battute di scherno. Per i liberali, ha parlato Giorno. Ha chiesto al governo di dimostrare al paese che la tragica spirale d'odio che avvolge l'Italia prefigura la possibilità d'una guerra civile « se le autentiche forze democratiche di centro non saranno in grado di reprimere con severità tutti gli atti di forza, le prepotenze squadristiche da qualunque parte provengano ». Per i socialisti, sono intervenuti Bertoldi e Macchiavelli. Il capogruppo ha condannato ogni violenza, « di qualunque colore possa ammantarsi », ma ha respinto l'« ipocrita teoria » degli opposti estremismi, rimproverando al governo l'indulgen¬ zautassz«oPdtnfasavdemdnCitpcta za che l'estremismo eversivo avrebbe sempre trovato in una parte dell'apparato statale. Bertoldi ha anche chiesto ad Andreotti un giudizio sul prefetto di Milano, Mazza, ed ha osservato che « quando si accettano i voti occulti o palesi del msi in Parlamento è difficile pretendere dai funzionari dello Stato obiettività nella loro azione e fedeltà allo spirito antifascista della Costituzione». Il comunista Natta, nel discorso durante il quale sono avvenuti gli incidenti più gravi, na parlato dell'esigenza di dare una prova di capacità e di vigore, « stroncando la minaccia sempre più evidente di un disegno reazionario » Per i missini sono intervenuti nel dibattito Guarra e Covelli. A nome della de ha parlato il capogruppo Piccoli. E' stato un discorso di totale ripulsa verso il fascismo, alcuni passi del quale sono stati sottolineati dagli applausi anche dell'estrema sinistra. Per Piccoli, il problema del fascismo esiste con i suoi «desolati fantasmi» e «la dolente scia di lutti e di dolori». «Siamo di fronte — ha osservato — ad una ricerca di scontro con le forze dell'ordine e in presenza di tentativi di strage che rivelano un ambiente e un profilo organizzativo che non possono non essere duramente denunciati e contro i quali s'impone che l'iniziativa già in atto del governo si rafforzi, giungendo a colpire esecutori e mandanti ». Ha ricordato che la Costituzione segna con una precisa norma l'impossibilità di ricostituire il fascismo, sotto qualsiasi forma. Per i socialdemocratici ha parlato Cariglia, per i repubblicani Reale. Entrambi hanno espresso preoccupazione per la gravità dell'attuale momento, che non deve essere in alcun modo sottovalutata. Il presidente del Consiglio risponderà domattina alle interpellanze. Gianfranco Franci

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Italia, Milano, Nicosia, Roma