Aggredita la moglie d'un primario rubano e poi sequestrano il figlio

Aggredita la moglie d'un primario rubano e poi sequestrano il figlio Due banditi in un appartamento a Roma Aggredita la moglie d'un primario rubano e poi sequestrano il figlio Il ragazzo è poi stato liberato in strada dai rapinatori in fuga (Nostro servizio particolare) Roma, 5 maggio. Si tenta di ricostruire l'identikit dei due giovani che ieri sera hanno compiuto una rapina nella casa del professore Evasio Fava, di 44 anni, primario del centro di rianimazione dell'ospedale di San Giovanni, e se ne sono andati portando con sé come ostaggio il figlio del professionista, Maurizio, di 13 anni, rilasciato incolume dopo pochi minuti. Erano da poco passate le 20,30, ieri sera, quando due giovani dall'aria tranquilla si sono presentati all'ingresso di un elegante palazzo di via Caucaso all'Eur. Alla portiera hanno chiesto a quale piano abitasse il professor Fava. Sono saliti con l'ascensore e hanno suonato alla porta. La signora Fava, 34 anni, ha chiesto chi fosse e le è stato risposto con un suono incomprensibile, che le ha fatto credere si trattasse del figlio. Ha aperto la porta e si è trovata la canna di una pistola puntata contro il petto. I due ragazzi non portavano maschere, si muovevano senza fretta, impugnavano armi. Subito hanno staccato i fili del telefono, quindi hanno controllato se ci fossero altre persone in casa. La cameriera, Anna Benedetti, era in bagno e l'hanno chiusa dentro. La signora Fava è stata chiusa in un altro bagno. I due hanno incominciato a rovistare cassetti, armadi, scrivanie. In un canto ammonticchiavano gli oggetti che gli interessavano. Vicino posavano una valigia capace e una borsa che gli sarebbero state utili per il trasporto della refurtiva. Un grosso imprevisto è stato il ritorno a casa del ragazzo. Maurizio ha suonato e i due si sono consultati. Quindi hanno prelevato la signora Fava e le hanno raccomandato di aprire come se niente fosse. Ma Maurizio aveva le chiavi di casa e, stanco di aspettare, è entrato da solo. Anche lui è stato chiuso nel bagno, con la madre. I due a questo punto aveva no capito che non c'era più tempo da perdere. In un panno avevano avvolto con cura quattro pellicce pregiate, nella valigia avevano riposto gioielli (due anelli, un collier d'oro, due brillanti da cinque milioni l'uno), 150 mila lire in contanti, altri oggetti preziosi: il tutto per un valore che supera i venti milioni di lire. Quindi avevano fatto uscire la signora Fava e il figlio. Alla prima avevano detto: «Lei resti qui e non si muova. Noi portiamo via suo figlio ». Usciti dal portone, fatti pochi metri, hanno lasciato tornare indietro l'ostaggio. Raggiunto l'angolo della strada, sono saliti a bordo di un'auto che li attendeva. Maurizio, trafelato, è corso a casa. 1. m.

Persone citate: Anna Benedetti, Evasio Fava, Fava

Luoghi citati: Roma