Commissione antimafia indagherà sugli abusi edilizi a Bardonecchia di Piero Cerati

Commissione antimafia indagherà sugli abusi edilizi a Bardonecchia Lo ha dichiarato Fon. Vineis durante un congresso Commissione antimafia indagherà sugli abusi edilizi a Bardonecchia Fa parte delle cinque sezioni che compiono accertamenti sulla mafia - "E' una sfida lanciata a certi personaggi - ha detto il parlamentare - e faccio un nome: Mazzaferro" - Questi, secondo voci, avrebbe già collegamenti per il subappalto dei lavori per il traforo del Fréjus (Dal nostro inviato speciale) Bardonecchia, 5 maggio. Una delle cinque commissioni antimafia indagherà sulla situazione edilizia a Bardonecchia. Lo ha dichiarato l'onorevole Manlio Vineis ieri sera al quinto congresso provinciale Fillea-Cgil dei lavoratori edili, svoltosi nel centro turistico invernale. Vineis ha detto: «Il segreto istruttorio mi impedisce dì essere chiaro, ma posso dire che fra le cinque commissioni dell'antimafia, che hanno compiti specifici di indagini, una approfondirà ciò che è e ciò che fa la mafia fuori della Sicilia: a questo proposito si è fatto espressamente il nome di Bardonecchia. E' una sfida lanciata a certi personaggi e faccio un nome: Mazzaferro, che secondo voci e secondo quello che si è potuto raccogliere pare abbia già i collegimenti adeguati per prendere subappalti dei lavori per il traforo del Fréjus. E' un fatto scandaloso perché se dovesse avvenire quanto ho rivelato vi sarebbe un'ulteriore prova che esìste collusione tra organizzazione pubblica, potere pubblico, enti pubblici e mafia». Vineis, che è stato di recente chiamato a far parte della nuova antimafia, ha poi detto di non potere andare oltre nelle precisazioni. E' da dieci anni che si parla di speculazione e di mafia edilizia a Bardonecchia. Sono stati raccolti molti indizi, ma nessuna prova. Ora, i lavori del Fréjus e dell'Autostrada della Val di Susa prevedono una spesa di 170 miliardi: attorno ad essi, sembra aver fatto capire Vineis, si è scatenata la ridda dei subappalti e la mafia avrebbe compiuto i primi passi per impadronirsi di una grossa fetta di denaro. Il Mazzaferro, citato da Manlio Vineis, dovrebbe essere Francesco Mazzaferro, 32 anni, già imputato al precessone di Reggio Calabria e attualmente in libertà vigilata a Bardonecchia. La famiglia Mazzaferro hr. una lunga storia alle spalle. Angelo, fratello di Francesco, aveva 36 anni quando fu trovato morto su una spiaggia di Gioiosa «Ionica. Era il 1971. Gli inquirenti sospettarono che fosse rimasto ucciso in un regolamento di conti tra contrabbandieri. Vincenzo, 34 anni, abitava a Bardonecchia, ma nel 1971 i carabinieri lo proposero per ti rinvio al «confino» nel Mantovano: l'accusa era di contrabbando. Mentre era diretto in Lombardia, Vincenzo scomparve e da allora si sono perse le sue tracce. Francesco arrivò a Bardonecchia in soggiorno obbligato nel 1972. Affittò un alloggio nel condominio di via Medail, dove abita tuttora il cugino da parte di madre, Rocco Lo Presti, ex muratore e ora impresario edile con an¬ que cantieri in attività. Nel 1972, Francesco fu però arrestato dai carabinieri su man¬ dato di cattura del sostituto procuratore della Repubblica di Locri. L'accusa era: associazione per delinquere. Due mesi fa, Francesco Mazzaferro otteneva la libertà vigilata e scriveva al sindaco e al commissariato di Bardonecchia di voler prendere la residenza nella città. Passavano trenta giorni, ma Mazzaferro non si faceva vivo. Giungevano invece i certificati medici in cui si dichiarava che egli era ammalato. Un mese fa arrivava e prendeva alloggio in viale della Vittoria; si recava dal sindaco e chiedeva la residenza. Il professor Mario Corino non gliela concedeva. Due giorni dopo creava una società di trasporti con due autocarri. Oggi, la notizia che avrebbe raggiunto accordi per un subappalto nei lavori del Fréjus. Come ha reagito la FilleaCgil, sindacato dei lavoratori edili, che «non a caso — ha detto Vineis — ha scelto Bardonecchia per il convegno provinciale: esso è una efida alle cosche mafiose che regnano e vegetano nel comune e nei dintorni»'' Risponde il segretario provinciale del sindacato, Paolo Crestani. «Mazzaferro non è un edile, avrà dei precedenti penali, non ha una chiara collocazione a Bardonecchia: ora si profila addirittura la possibilità che egli si impadronisca di tutti i lavori per il Fréjus ». Infatti, secondo il segretario sindacale, si sarebbe di fronte ad una « invadenza » strisciante, che dai subappalti passerebbe via via al possesso dei lavori (170 miliardi) facendo affluire manodopera dal Sud e pagando salari inferiori al contratto nazionale. «Le autorità competenti in materia edilizia e giuridica devono prendere provvedimenti; la scelta delle imprese per i lavori del Fréjus e dell'Autostrada deve essere chiara. Il mercato della manodopera deve essere attentamente valutato perché non si ritorni al racket delle braccia; personaggi legali in apparenza spesso nascondono le violazioni del nuovo contratto che regola il cottimismo e il subappalto. Il sindacato poi non riconosce il Mazzaferro come impresario edile, perché non ha mai avuto rapporti con i lavoratori della zona». A Bardonecchia regna tra gli edili l'incertezza e forse anche la paura: su 60 cantieri in imo soltanto sono avvenute le elezioni del delegato per il congresso provinciale. «Malgrado l'opera svolta dai sindacati — ha detto Crestani — gli operai sono sottoposti a pesanti intimidazioni». Al congresso della Fillea-Cgil sono anche intervenuti Fiammotto e Giverso, segretari della Cisl e della Uil. Essi hanno ribadito l'impegno unitario per difendere i lavoratori di questa zona dalle interferenze mafiose. Per reagire alla possibilità che i «boss, attraverso lo sfruttamento delle braccia» si impossessino dei lavori del Fréjus e dell'Autostrada, la Cgil si incontrerà con il sindacato francese (Cgt) a Modane il 29 maggio. Verranno affrontati i problemi del pernottamento (a Cesana una società sta costruendo due baraccamenti per ospitare gli operai dei cantieri edili); del salario: dell'assicurazione; dei diritti sindacali. Dopo l'incontro di Modane, vi sarà un vertice tra sindacati italiani, ispettorato del Lavoro e Sécurité Nationale Francaise per discutere sui problemi del collocamento, della manodopera che affluirà dal Sud (a Bardonecchia per ora non funziona in modo adeguato un ufficio di collocamento); dei subappalti (si chiederà un controllo permanente sulle assunzioni e sulle posizioni degli operai, delle imprese e delle sottoimprese). «Questa nostra azione — ha spiegato Crestani — è sindacale, ma è volta anche a bloccare la mafia in Valle Susa. L'antimafia incomincia qui con noi e da noi». In base alle dichiarazioni fatte da Vineis, Cgil, Cisl e Uil prenderanno poi provvedimenti diretti a controllare fino a dove e sino a che punto sono vere le voci sul conto delle interferenze mafiose che sarebbero in atto nei lavori del Fréjus, richiamando l'attenzione della prefettura e della Regione. Dal canto suo il sindaco di Bardonecchia, Corino, ha precisato che l'Ufficio provinciale del Lavoro, d'accordo con l'Ispettorato del Lavoro, intende aprire un ufficio di collocamento con orario giornaliero. Venerdì prossimo, il Consiglio comunale affronterà poi il problema della mafia nella città. Da un «censimento», risulta che almeno 60 persone hanno la residenza, ma non abitano a Bardonecchia. Si chiederà (la proposta verrà posta ai voti) che la magistratura intervenga nei loro confronti. Si vuole insomma allontanare da Bardonecchia i «boss» della mafia. Piero Cerati Bardonecchia. Sindacalisti visitano un cantiere (Moisio)