Giovane pentito confessa: "Ho causato lo scontro in cui è morto Compagnoni"

Giovane pentito confessa: "Ho causato lo scontro in cui è morto Compagnoni"Un ladro d'auto di 18 anni si presenta a Novara Giovane pentito confessa: "Ho causato lo scontro in cui è morto Compagnoni" (Dal nostro corrispondente) Novara, 4 maggio. (p. b.) Ad abbandonare l'altra notte, sull'autostrada Torino-Milano la «500» contro la quale si è schiantato, uccidendosi, Maurizio Compagnoni, 30 anni, figlio del conquistatore del «K 2», è stato un giovane novarese: Salvatore Russo, 18 anni, via Monte S. Gabriele 10, disoccupato. Si è presentato oggi in questura, sconvolto per il rimorso. Davanti a un funzionario della squadra mobile è scoppiato in lacrime: «Ho appreso dai giornali quanto è successo e, se pur convinto che difficilmente si sarebbe risaliti a me, proprio perché pentito sono venuto a confessare ogni cosa». Il Russo ha raccontato che mercoledì sera, non lontano dalla sua abitazione aveva adocchiato la «500» che la signorina Carla Bottinelli aveva parcheggiato in via Gorizia. Se ne era impossessato ed era partito alla volta di Milano imboccando al casello di Veveri, l'autostrada. «Filavo a velocità sostenuta — ha aggiunto — e nei pressi del casello di Arluno, per una di¬ strazione ho perso il controllo. L'utilitaria ha preso a sbandare rovesciandosi sulla carreggiata». Da solo e con una mano fasciata per un incidente di qualche giorno prima il giovane, uscito incolume, ma stordito dall'auto, non è riuscito a rimettere sulle quattro ruote l'utilitaria. «In quel momento non ho pensato che a dileguai ini per non essere preso: ho raggiunto a piedi la statale e facendo l'autostop sono arrivato a Novara. Pur rovesciata, la macchina era rimasta con i fari accesi ed ero convinto che gli automobilisti in transito potessero vedere l'ostacolo evitandolo». Purtroppo, anche per la foschia, c'è stato un tamponamento a catena nel quale è stata coinvolta la «Maserati» di Compagnoni, estratto dalle lamiere contorte ormai cadavere. Le dichiarazioni del Russo sono state verbalizzate dal dirigente la squadra mobile, dott. Tarantino, e dal comandante la sezione di Novara della polizia stradale, maegiore Checconi. Presente il difensore del giovane, avvocato Martino Mafredda. Subito dopo il Russo è stato accompagnato all'ospedale Maggiore dove i sanitari del pronto soccorso gli hanno riscontrato abrasioni e contusioni giudicate guaribili in quattro giorni e quindi lasciato in libertà.

Persone citate: Carla Bottinelli, Checconi, Compagnoni, Martino Mafredda, Maurizio Compagnoni, Russo, Salvatore Russo, Tarantino

Luoghi citati: Arluno, Milano, Novara, Torino