Henry Kissinger è a Mosca

Henry Kissinger è a Mosca Henry Kissinger è a Mosca (Segue dalla 1" pagina) impedito finora di raggiungere un accordo preciso sulla data del viaggio di Breznev negli Stati Uniti. I problemi commerciali hanno il primo posto nel quadro dei rapporti bilaterali. L'interscambio tra i due paesi ha ricevuto un impulso enorme dal «vertice» del maggio 1972, raggiungendo un volume di oltre cinquecento milioni di rubli, che supera di tre volte il livelle del 1971. Gli Stati Uniti sono destinati a diventare, entro la fine del 1973, il pruno partner commerciale dell'Unione Sovietica, scavalcando il Giappone e la Germania Occidentale. Ma c'è ancora una grossa nube da dissipare: il congresso americano rifiuta di concedere all'Unione Sovietica la clausola delia « Nazione più favorita », prevista dal trattato commerciale del novembre 1972, in rappresaglia alle limitazioni che il Cremlino pone alla libera emigrazione degli ebrei sovietici. L'Urss ha già fatto un gesto di buona volontà, abolendo temporaneamente la « tassa sull'istruzione », ma il congresso americano pretende un'ancora maggiore liberalizzazione prima di concedere all'Unione Sovietica lo Status di « nazione più favorita ». D'altra parte, Breznev avrebbe fatto sapere di non volersi recare negli Stati Uniti prima che il congresso abbia approvato il trattato commerciale in tutte le sue clausole. L'«impasse » sarà risolto nel corso dei colloqui iniziatisi stasera? Egualmente complessa sarà la discussione sul problema della limitazione delle armi strategiche. Il secondo negoziato Salt, riguardante le armi offensive, procede molto lentamente. Sin dall'inizio, le due delegazioni non si sono trovate d'accordo sulla definizione di « armi offensive ». In particolare, pare che vi siano molte difficoltà per includere nell'accordo i bombardieri tattici americani di stanza in Europa e i 700 missili sovietici a medio raggio, che minacciano l'Europa occidentale. Si tratta di dispute di specialisti, che, come ac¬ cadde per il Salt 1, possono essere risolte da una precisa volontà politica. Vi sono poi, nel complesso quadro delle relazioni sovieto-americane, problemi che esulano dalle vere e proprie « questioni bilaterali », come l'Indocina e l'Europa. Ma — nella « carta di Mosca », firmata il 29 maggio al Cremlino da Nixon e Breznev — l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti assumevano, come si conviene a due superpotenze, « una particolare responsabilità di fare tutto ciò che è in loro potere affinché conflitti e situazioni pericolose non conducano ad un aumento delle tensioni internazionali ». Ed è nello spirito di questo solenne impegno che nelle conversazioni tra Kissinger e Breznev rientreranno problemi come la tuttora irrisolta crisi in Indocina, la conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (che i sovietici vorrebbero fosse convocata per la fine di giugno), e il negoziato per la riduzione reciproca e bilanciata delle forze nell'Europa Centrale, p. g.

Persone citate: Breznev, Henry Kissinger, Kissinger, Nixon