Tregua in Libano ma si spara ancora
Tregua in Libano ma si spara ancora Tregua in Libano ma si spara ancora (Segue dalla 1" pagina) Uva una maggiore precisione di tiro contro quei gruppi di guerriglieri che avevano danneggiato con lanci di razzi le piste dell'aeroporto, ma i due aerei « Hunter » scesì a mitragliare i campi hanno fatto sì che voci di appoggio si siano levate oggi in favore dei guerriglieri; contemporaneamente, le notizie che vengono dal confine siriano fanno pensare che, se non si giungerà ad un accordo più •solido, la tensione e il rancore che si sono accumulati in quei campi, che stasera appaiono scuri e silenziosi, potranno riaccendersi. Nei due giorni di battaglia si è visto cosa significa per la tattica dei Fedayn disporre di uomini che si mescolano agevolmente nel tessuto cittadino, che sono sparsi ovunque, e che possono attaccare 0 difendersi in ogni punto della città. Anche stasera nei quartieri musulmani intorno ai campi di profughi si sono visti circolare liberamente i Fedayn armati, che sono perciò ancora profondamente infiltrati nella popolazione. La crisi dei rapporti fra libanesi e palestinesi, che è precipitata nello scontro armato, sta avendo anche conseguenze politiche importanti. Per tutta la giornata sono proseguiti i negoziati tra Arafat, capo di Al Fatah, e il premier libanese El Hafez, per cercare di consolidare il fragile accordo di cessate il fuoco raggiunto all'alba di stamane. 1 progressi non sembrano per il momento decisivi. Contemporaneamente si delinea un contrasto fra lo stesso capo del governo Hafez (in carica da pochi giorni) e il presidente Frangie, appoggiato dall'esercito. Mentre Frangie vorrebbe spingere l'operazione fino alla vittoria finale (disarmo dei palestinesi) Hafez appare disposto al negoziato, e anche oggi ha minacciato di dimettersi con tutti i ministri musulmani del governo se si tornerà ad usare le ar¬ mi contro i palestinesi. Ciò fa pensare che le azioni militari e soprattutto l'intervento dell'aviazione e dell'artiglieria pesante siano state decise contro o all'insaputa del governo libanese. Arafat a sua volta ha oggi accusato una « terza parte » di voler impedire l'accordo; accennando a questa « provocazione », egli ha voluto probabilmente evitare lo scontro frontale con il governo. Domani si capirà se i combattimenti cesseranno del tutto o se almeno si localizzeranno alla frontiera siriana; stasera è difficile dire se il Libano continuerà ad essere l'ultimo rifugio dei palestinesi all'interno del mondo arabo. a. b.
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