Replica di Andreotti a chi vuole la crisi di Luca Giurato

Replica di Andreotti a chi vuole la crisi Il presidente del Consiglio nel Monferrato 1 1 Replica di Andreotti a chi vuole la crisi "Gli apostoli dell'ultima ora dicano sé sono disposti a praticare una relativa politica di disciplina, di rinunce e di intensissimo lavoro" - Orlandi "ridimensiona" l'intervista di Tanassi a i a i e ¬ (Nostro servizio particolare) Roma, 25 marzo. Dai colli del Monferrato, nell'anniversario dell'incontro De Gasperi-Bidault, Andreotti ha replicato alle dichiarazioni di Tanassi e ai «malumori» di altri «leaders» della maggioranza. Il presidente del Consiglio ha difeso l'opera del governo, lasciando chiaramente intendere che non solo non ha nessuna intenzione di dimettersi, ma che andrà avanti sino a quando il Parlamento non gli toglierà la fiducia. Tutto questo, alla sua maniera: senza dichiarazioni risentite o aspre, ma con una serie maliziosa di «ricordi», con un elenco sintetico e quasi distaccato di fatti ai quali, qua e là, mischia un abile riferimento e una frecciata polemica. Naturalmente, c'è chi non è d'accordo né sul metodo né sulla sostanza, e la polemica sul «dialogo e la crisi» registra anche oggi nuovi autorevoli interventi: Moro, Fanfani, Taviani, Orlandi. Quest'ultimo, segretario politico del psdi, si è preoccupato per prima cosa di ridimensionare il clamore suscitato dall'intervista di Tanassi («non è un siluro al governo, è una proposta al suo partito, una ricognizione») e si è detto d'accordo con Forlani «sull'opportunità di evitare una crisi prematura di governo che si tradurrebbe in una turbativa o in un rinvio del congresso de». Nell'intervento di Orlandi ha fatto certamente molto piacere ad Andreotti, che ha corniciato il suo discorso con un ammonimento: «De Gasperi insegnava a guardar lontano». Poi, ricordata la «grande vittoria democratica» del 18 aprile del '48, dopo un rapido accenno ai «tortuosi raggiri di partiti», ha detto che «il ricordare ha un valore solo se si applicano gli insegnamenti del passato». Subito dopo, la difesa dell'opera del suo governo, partendo molto alla lontana («consensi internazionali », « amicizie atlantiche», rapporti con l'Est, Conferenza per la sicurezza) e «stringendo» sempre più il discorso sulle questioni di casa nostra. «Nessuna politica estera valida può farsi da un paese incerto e bizantineggiante nelle sue strutture politiche». La polemica è ormai avviata ed ecco Andreotti replicare nuovamente aeli «sfacciatelli» che hanno criticato la politica economica-monetaria del governo: «Pensino piuttosto questi apostoli dell'ultima ora al nerché noi siamo meno torti della Germania e della Francia e dicano se sono disvestì a praticare una relativa nolitica di disciplina, di rinunce e di intensissimo lavoro». Andreotti ha riservato l'ultima parte del discorso per «ammonire» chi, nel suo partito, vuole la crisi subito per un ritorno al Centro Sinistra, e per rispondere a Tanassi. Rivolto ai de: «Bidault, nel '48, era esponente di una democrazia cristiana francese forte di 160 deputati in Parlamento. Come neve al sole questo partito fu messo nel nulla da una politica sbagliata. Non è male riflettere su questa universale fragilità dei partiti'. A Tanassi: «Dobbiamo ricordare che non è il tatticismo che costruisce. De Gasperi ce lo rammenta oggi da questo colle del Monferrato invitandoci tutti a non fare passi falsi. La migliore furbizia è la sincerità e la coerenza». Contrariamente ad Andreotti, l'ex presidente del Consiglio Moro pensa che la de potrebbe sciogliersi come neve al sole se non si cambia subito politica, scaricando i liberali e imbarcando i socialisti. «Vi sono segni importanti di movimento nella situazione politica» ha detto Moro, che da tempo taceva, riferendosi in modo esplicitamente favorevole all'intervento di Tanassi. «A quasi un anno dalle elezioni» ha aggiunto l'ex presidente «si deve uscire dal provvisorio e verificare sino in fondo l'esistenza di una lungimirante e durevole prospettiva politica ». L'altro «cavallo di razza» della de, Fanfani, respinge invece le decisioni affrettate ed insiste nella sua critica alle scelte di «vertice» proposte da Tanassi per risolvere la crisi del paese. Taviani prende spunto dall'intervista di Tanassi per criticare la situazione all'interno del suo partito; quindi precisa: «E' dunque logica la domanda di Tanassi: che cosa vuole veramente la de? Assai meno logica, è la pretesa di iniziare trattative per una soluzione di una crisi, senza aprirla di fatto e di diritto». Luca Giurato (A pag. 2: La giornata del Presidente del Consiglio nel Monferrato). Alessandria. Andreotti mentre parla a Crea (foto Valterza)

Luoghi citati: Alessandria, Francia, Germania, Monferrato, Roma