Latte: come uscire dalla crisi

Latte: come uscire dalla crisi Aperto ieri a Parma il Salone delle industrie lattiero-casearie Latte: come uscire dalla crisi Nelle nostre stalle i costi più elevati della Cee: hanno pochi animali, sono scarsamente meccanizzate, non si uniscono in cooperative - In difficoltà anche le industrie lattiero-casearie - Questi problemi dibattuti alla rassegna di Parma, che presenta macchine, attrezzi, materiali per le lavorazioni casearie -1 visitatori possono assaggiare gratuitamente i prodotti esposti; interesse per i formaggi meno conosciuti - Il Salone si chiuderà mercoledì sera Costa molto, vale poco (Dal nostro inviato speciale) Parma. ^8 aprile. Tra tutti i Paesi della Cee, l'Italia produce il latte che vale meno e che costa più caro: niente selezione del bestiame, scarse conoscenze sull'alimentazione dei bovini, mancato risanamento delle stalle ne fanno scadere la qualità; la particolare morfologia del terreno (molte colline e montagne), la polverizzazione delle aziende agrarie, la minima dimensione delle stalle, la scarsa meccanizzazione, la diffidenza verso le cooperative provocano costi altissimi. Dal primo aprile, con il libero commercio in vigore fra i nove Paesi, il latte ha dovuto subire l'urto d'una forte concorrenza, che i nostri allevatori non sono in grado di affrontare. Ad aggravare la situazione, una circolare del Cip (Comitato mterministeriale prezzi) diramata questa settimana fa temere che si voglia favorire l'importazione, o comunque avvicinare il prezzo del prodotto italiano a quello più basso dei Paesi concorrenti (il che ci sembra ingiusto per vari motivi: il più evidente è la pessima qualità del latte d'importazione rispetto a quello «fresco», prodotto nelle nostre stalle). Con questi roventi problemi sul tappeto s'è aperto stamane a Parma il secondo Salone delle industrie lattierocasearie, una manifestazione giovane, ma che ha già dato risultati apprezzabili, espressi non soltanto attraverso l'affluenza del pubblico alla prima edizione (1971), ma attraverso ciò che il Salone ha provocato: relazioni, rapporti commerciali, intese industriali. La parte espositiva è divisa in due grandi settori: macchine, attrezzi, materiali per le lavorazioni lattiero-casearie da una parte, insieme con tutta la gamma degli strumenti e dei mezzi per la distribuzione; dall'altra, la mostra, dei prodotti lattiero-caseari italiani ih tutta la grande varietà, una vera e propria carrellata sulla nostra eterogenea produzione, affidata a imprese private, consorzi, cooperative, enti pubblici quali Regioni, Province, Camere di commercio. Per il pubblico, ima simpatica iniziativa: assaggi gratuiti dei circa 250 formaggi esposti. E' questo il mezzo migliore per diffondere un prodotto, specie se, come si vuol fare a Parma, l'intenzione è di far conoscere al consumatore non i formaggi «famosi»,' quelli decantati dalla pubblicità, ma i prodotti caseari meno fortunati, ottimi sotto tutti i punti di vista, ma conosciuti solo localmente; e sono formaggi che ogni vallata alpina possiede. Prezio del latte Come ha ricordato il presidente della rassegna, avvocato Tito Costa, «questo Salone non è solo uno strumento mercantile, un mercato e un mezzo di propaganda commerciale; è anche un centro di studi». Nel '72, anno d'intervallo tra il primo e il secondo Salone, erano state promosse due giornate di studio sui problemi del settore. Quest'anno, con il Salone in pieno svolgimento, avremo due convegni: imo sul valore nutritivo del formaggio, l'altro tecnico-economico sul tema «Il prezzo del latte in regime comunitario» (i lavori si sono iniziati oggi). Specie il secondo tema è di stretta attualità. L'arretratezza produttiva ci crea seri problemi, ai quali non è facile rimediare. Perché francesi, tedeschi, olandesi riescono a produrre latte a costi più bassi dei nostri? E' vero che le condizioni di partenza dell'agricoltura italiana e in particolare degli allevamenti, sono meno favorevoli che altrove: in Italia prevalgono le zone, collinari e montane, con terreni difficili da lavorare meccanicamente, con una sfavorevole distribuzione delle piogge. Ma influiscono negativamente soprattutto i fattori strutturali: la modesta consistenza delle stalle, in gran parte con pochi animali; il pessimo ambiente igienico-sanitario; la scarsa propensione degli agricoltori a riunirsi in cooperative e ad adottare le moderne tecniche di lavorazione, dalle mungitrici meccaniche alle vasche di refrigerazione. Anche l'industria lattiero-casearia ha grossi problemi specie per la raccolta e la trasformazione del latte. I costi della raccolta dovrebbero essere dimezzati, per portarli ai livelli europei; per far ciò bisognerebbe organizzarsi al fine di renderla chilometricamente più economica, puntando soprattutto sulla divisione in zone riservate ad ogni azienda; poi, si dovrebbe ri¬ cfdvp■mpcstpocqscndbsssdPralmcbpludmppingrr correre alle autocisterne refrigerate; infine tutte le stalle dovrebbero essere dotate di vasche di raffreddamento, per poter raccogliere il latte ■ma sola volta al giorno. La trasformazione investe problemi ancor più vasti, poiché l'Italia potrà giocare il suo ruolo nella Cee solo puntando sulla qualità dei propri prodotti tipici e dando vita a organizzazioni industriali e commerciali ben diverse da quelle attuali (le industrie casearie italiane competitive con quelle straniere coprono appena la metà della produzione nazionale). Il problema principale della trasformazione del latte è lo stesso d'ogni settore industriale: quello delle fusioni e delle concentrazioni aziendali. Il formaggio I temi che si dibattono a Parma sono di enorme interesse per l'Italia.(Si pensi che abbiamo una produzione di latte che s'aggira sui 90-100 milioni di quintali annui (di cui 75-80 milioni sono latte bovino e bufalino). Il 32-33 per cento viene consumato allo stato fresco, costituendo un prodotto alimentare fondamentale per milioni-di famiglie. La differenza tra la produzione e il consumo alimentare, cioè il rimanente 68 per cento, viene trasformato in prodotti caseari: principalmente formaggio (quasi cinque milioni di quintali), con netta prevalenza del parmigiano. Difendendo e migliorando il latte si fanno gl'interessi di milioni di consumatori e di contadini. Livio Burato

Persone citate: Livio Burato, Tito Costa

Luoghi citati: Italia, Parma