Lo scandalo Watergate,,: attese le iniziative del presidente Nixon

Lo scandalo Watergate,,: attese le iniziative del presidente Nixon Dopo le dimissioni di Gray, direttore dell'"Fbi,, Lo scandalo Watergate,,: attese le iniziative del presidente Nixon La stampa americana prevede una drastica "purga" alla Casa Bianca e nella leadership del partito repubblicano - Secondo Jack Anderson, Nixon aveva genericamente disposto il controllo dell'opposizione (Dal nostro corrispondente) New York, 28 aprile. Il presidente Nixon ha oggi cancellato il cruciale incontro sull'economia col ministro del Tesoro Shultz, il ministro del Commercio Dent, il governatore della Federai Reserve Burns, e i consiglieri Flanagan e Stein, e si è recato da solo a Camp David, nel Maryland, per prendere una decisione sullo scandalo Watergate. E* la prima volta dal suo ingv^so.Ma..QaM.Biansa.ChelNixon si stacca dalla famiglia e dai più intimi à'ollaboratori per il fine settimana: segno che egli considera la decisione più difficile di quelle sul Vietnam. La stampa americana prevede una drastica purga dell'ufficio della presìdeni za e della leadership del partito repubblicano. Sono in gioco non solo l'integrità, l'autorità, la credibilità del presidente Nixon, ma anche le istituzioni democratiche. Come scrive stamane la Washington Post, questa è la crisi più grave in politica inter¬ lr.osfi sono dì ieri sera. Si è ap- na da almeno mezzo secolo a questa parte. Proprio la Washington Post, qualche settimana fa, pubblicava una significativa vignetta. Si vedeva la Casa Bianca ai piedi di una diga che si stava spaccando in due sotto un mare di fango. Lo scandalo Watergate è un mare: le rivelazioni, i colpi di scena non finiscono mai, si susseguono ininterrottamente. Due delle svolte più clamo- prèso che Gordon Liddy e Edward Hunt, attualmente in prigione per un periodo variante dai 6 ai 20 anni, per aver organizzato l'esecuzione del piano di spionaggio contro il partito democratico, tentarono nel '71 di impadronirsi della cartella psichiatrica del professor Ellsberg, l'uomo che aveva consegnato i documenti segreti del Pentagono sull'Indocina al New York Times, penetrando nottetempo nella sua clinica. Si è appreso altresì che John Ehrlichman, il Kissinger della po- litica interna, il braccio destro di Nixon, incontrò ripetutamente il miliardario Vesco, che finanziò segretamente la campagna elettorale di Nixon, in violazione delle leggi in vigore. Il giornalista Jack Anderson, il commentatore più temuto di Washington, ha accusato addirittura il presidente Nixon di essere il vero responsabile dello scandalo Watergate. A suo parere, il Presidente avrebbe dato generiche disposizioni ai suoi collaboratori per il controllo dell'opposizione. Washington e gli Stati Uniti sono ancora sotto il trauma delle dimissioni di Gray, il direttore ad interim dell'Fbì, la più prestigiosa polizia del mondo. Il caso di Gray è esemplare. Ex ufficiale di marina, ex funzionario del ministero dì Giustìzia, intimo amico di Nixon, Gray ebbe il torto di obbedire a tutti gli ordini della Casa Bianca. Lo scorso giugno, l'Fbi era alla caccia di Edward Hunt, allora latitante: Gray venne chiamato da John Ehrlichman e da un altro consigliere del Presidente, John Dean III, e si vide consegnare un incartamento dello stesso Hunt, con la preghiera di distruggerlo. Eseguì senza neppure controllarne il contenuto. Ieri ha dichiarato di non essersi reso conto di ciò che faceva. Un particolare molto strano è che Nixon sembra avergli consigliato le dimissioni: ma Nixon continua a tacere per ciò che riguarda Ehrlichman, Dean e l'altro suo confidente implicato nello scandalo. Bob Haldeman, il suo segretario. Forse, agirà il successore di Gray, William Ruckelshaus, già capo dell'ente per l'ecologia. Se il Presidente non assumerà l'iniziativa in questo weekend con un franco rapporto alla nazione, i prossimi giorni potrebbero essergli fatali. John Dean III, che pare custodisca i massimi segreti, ha chiesto l'immunità al pròcuratore generale in cambio di un'esauriente testimonipnza. La Washington Post afferma che Dean à padrone dei destini di Ehrlichman, Haldeman, e dell'ex ministro della Giustizia, già detto il Richelieu americano, John Mitcheli. Si fanno anche altri nomi: l'ex ministro del Commercio Stans, alcuni noti avvocati. L'amara ironia è che il piano di spionaggio fu conce- pito per assicurare a Nixon una vittoria elettorale comunque certa contro il pacifista McGovern. Non ve n'era assolutamente bisogno. Il fatto che sia stato attuato è indice di una mentalità del potere assai pericolosa per un Paese come gli Stati Uniti, i cui valori sono in fase di incerta evoluzione. e. c.

Luoghi citati: Maryland, New York, Stati Uniti, Vietnam, Washington