Gli sconcertanti personaggi del "Number One,, da domani di fronte ai magistrati della capitale

Gli sconcertanti personaggi del "Number One,, da domani di fronte ai magistrati della capitale Gli sconcertanti personaggi del "Number One,, da domani di fronte ai magistrati della capitale Dieci sono i protagonisti di questa storia "scoppiata" nel febbraio dello scorso anno a Roma - Tra i principali imputati il play-boy Pier Luigi Torri che avrebbe nascosto la droga nel locale notturno (Nostro servizio particolare) Roma, 28 aprile. Nello scandalo del «Number One», che da lunedì i giudici del tribunale prenderanno in esame, è possibile trovare un po' di tutto: ragazze allegre travestite da attricette, del emetta,"'•sfruttatori' mascherati da uomini d'affari, personaggi «quanto - meno sconcertanti» (la-definizione è del pubblico ministero), confidenti della polizia, modesti spacciatori di droga, impegni finanziari non mantenuti, champagne e whisky bevuti a credito con conti mai saldati, cambiali non pagate; ma, soprattutto, rancori profondi, vendette personali e calunnie. Attraverso il processo, forse, si potrà ricostruire la «dolce vita» romana, quindici anni dopo quella di Federico Fellini. I protagonisti di questa storia sono dieci e attraverso loro si svilupperà l'indagine dei magistrati: Bruno Ruggeri, Giuseppe Ercoli e Dante Micozzi (ancora detenuti); Pier Luigi Torri (produttore cinematografico e play-boy, ora molto in ribasso); Paolo Vassallo (gestore del «Number One» che tre anni fa a Roma era il night più alla moda); Giuseppe Albanese (press- agent di talune attrici e, come si qualifica, public relations man); Ugo Passerin, Roberto Righini, Maria Luisa Figus, e Jolanda Marie Aveline che è diffìcile definire un'attricetta del cinema e di cui si sono perdute le tracce da tempo. Nel complesso «un fyorttàG' so, inestricàbile garbuglio processuale — come ha sottolineato il pubblico ministero nella sua requisitoria — in cui la particolare psicologia di taluni personaggi con un singolare miscuglio di comportamenti assurdi, motivazioni illogiche, rancori ingiustificati e reazioni infantili (...) non ha certo favorito l'accertamento del fatti». Lo scandalo che nel febbraio dello scorso armo ha messo a soqquadro il mondo di una certa parte della cosiddetta Roma-bene è stata la conseguenza di una vendetta personale organizzata da Pier Luigi Torri, milanese di nascita ma romano di adozione, 35 anni ed una vita alle spalle movimentata e brillante (donne molto belle, auto di grande cilindrata, yacht da 350 milioni) per eliminare un suo avversario: Paolo Vassal-? lo, dominatore incontrastato della vita notturna romana e gestore del «Number One». Pier Luigi Torri, in sostanza, avrebbe nascosto 40 grammi di cocaina dietro un tubo della toiletta nel night, avrebbe sistemato altri due grammi di cocaina e 16 grammi di hashish nel cofano dell'auto di Paolo Vassallo per andare subito i ad1 avvertire prima la ipolizia efìppi i ia carabinieri. (Ma l'ex play-boy, che ha dovuto ammettere di essere invecchiato anzi tempo per uscire dal carcere denunciando di soffrire di ulcera, di miocardite e di stati ansiosi, respinge l'accusa, naturalmete). Lo scopo in un certo senso fu raggiunto perché il night venne chiuso: ma sei mesi dopo Pier Luigi Torri andò a raggiungere gli altri in carcere per uscirne soltanto tre settimane or sono in libertà provvisoria. Se l'accusa è attendibile, l'ex play boy ha colpito il suo avversario perché Paolo Vassallo è stato incriminato per detenzione e spaccio di droga, ma non sembra averne tratto grande vantaggio se, a sua volta, è stato imputato di calunnia, detenzione di droga e falso in scrittura privata. Gli altri sono personaggi di contorno, senza dubbio: ma non per questo meno interessanti per chi voglia inquadrare un certo mondo ed un certo ambiente. Sono finiti tutti dentro questa storia più per colpa della loro mitomania che per abilità degli inquirenti. Ad esempio: Bruno Ruggeri, detto «er faina» per l'astuzia con cui ha vissuto nel sottobosco della vita notturna romana; Dante Micozzi detto il «robiere» perché secondo gli amici del night portava in giro la «roba» ovvero la droga; Beppe Ercole, ex genero di Valdoni di cui ha sposato la figlia, Lalla; ma si è separato. Fruganto nell'enfourar/e del «Number One» i magistrati hanno accertato che «sono tre personaggi i quali hanno ruotato, almeno sino a che hanno potuto ricavarne un utile cospicuo, attorno alla patetica figura in demolizione di Ascanio Cicogna detto Bino» che si è tolto la vita nel dicembre 1971 a Rio de Janeiro. Bino Cicogna era drogato e a fornirgli la droga sarebbero stati i tre suoi amici, a dire del pubblico ministero, nient'affatto disinteressati. Marie Jolanda Aveline, una francesina di cui si sono perse ile tracce: (qualcuno sostiene,, addirittura che sia . stata uccisa, altri che è fuggita in Libano), nel suo soggiorno romano ha fatto ampiamente uso di droga. Oltre a Giuseppe Albanese, Roberto Righini e Ugo Passili (calunnia e droga), la galleria dei personaggi si chiude con Maria Luisa Figus, inseritasi nella vicenda senza ima spiegazione plausibile. Ha 24 anni, è separata dal marito e i magistrati sono stati spesso tormentati dal dubbio che potesse essere incapace sotto il profilo psichiatrico tanto è apparso sconvolgente il suo comportamento. Ha raccontato in istruttoria spontaneamente una serie di menzogne per cui è finita in carcere (ha ottenuto la libertà provvisoria soltanto tre settimane or sono) con il rischio di tornarvi per calunnia. Tutto sommato, secondo il pubblico ministero, una figura quasi patetica di ragazza che ha cercato inutilmente di «inserirsi in un ambiente mondano che le assicurasse quanto meno di vivere alla giornata» finendo per «girovagare da un albergo di infi mo ordine ad un altro» e per diventare anche confidente dei carabinieri ai quali consentì di recuperare un «Canaletto» rubato ad uh produttore cinematografico.

Luoghi citati: Libano, Rio De Janeiro, Roma