Dubbi sull'omicidio a Roma: l'arabo ha forse ucciso un uomo "sbagliato,,

Dubbi sull'omicidio a Roma: l'arabo ha forse ucciso un uomo "sbagliato,, Vittorio Olivares non era la vittima designata? Dubbi sull'omicidio a Roma: l'arabo ha forse ucciso un uomo "sbagliato,, L'assassino sostiene di aver voluto vendicare l'uccisione del rappresentante dì Al Fatati in Italia, avvenuta nell'ottobre scorso - Ma di Olivares non c'è traccia nell'inchiesta su quell'omicidio: sembra strano che conducesse una "doppia vita" - L'arabo è certo di non essersi sbagliato: "Avevo una sua foto" (Nostro servizio particolaire) Roma, 28 aprile. Un interrogativo inquietante grava sulla morte di Vittorio Olivares, ucciso ieri tra la folla nel pieno centro di Roma da un guerrigliero di « Settembre nero »: gli inquirenti si domandano se il funzionario della compagnia aerea israeliana fosse davvero la vittima designata dall'organizzazione terroristica palestinese, che ancora una volta ha scelto Roma come base operativa. L'ipotesi è quella di un clamoroso errore di persona, ma il trascorrere delle ore sembra sfumare il dubbio, n killer libanese è certo di non aver commesso errori: «Avevo una foto dell'agente israeliano — ha dichiarato in questura — e sono soddisfatto di aver vendicato l'assassinio di Zu'Aiter, capo dì Al Fatah in Italia, ucciso a Roma nell'ottobre scorso. Come mi è stato ordinato ho portato a termine la missione in sette giorni». Ha aggiunto di aver seguito per una settimana il funzionario della El Al, di averne studiato le abitudini e gli spostamenti, ed ha infine rivelato che un altro esponen¬ te di «Settembre nero» il mese scorso era giunto a Roma per indagare sul suo conto, raccogliendo un fitto dossier. Ha concluso affermando che sin da giovedì sera Vittorio Olivares s'era accorto di essere pedinato. Unico dipendente di religione cattolica della rappresentanza romana della El Al, secondo quanto afferma chi lo conosceva bene, Olivares non ha mai lasciato supporre che avesse una «doppia vita». Patito del giardinaggio che lo impegnava nella sua villetta di Casal Palocco, del football che lo portava sui campi di periferia in partite disputate tra colleghi e cinici, secondo notizie da Beirut, sarebbe stato in realtà «uno dei pilastri dei servizi segreti israeliani e a questo titolo avrebbe personalmente organizzato nell'ottobre scorso a Roma l'assassinio di Wael Zu'Aiter». Di Vittorio Olivares non c'è alcuna traccia nell'inchiesta sulla morte del cugino di Arafath, rappresentante per l'Italia dell'organizzazione che in Palestina si batte contro Israele. Ad uccidere Zu'Aiter, la sera del 15 ottobre, in piazza Annìbaliano, al quartiere africano, furono dodici colpi di pistola sparati da tre killer s appostati nel buio androne dello stabile, dove il giordano occupava due stanze al quinto piano. L'ufficio politico della Questura ricostruisce intanto il soggiorno romano del killer libanese, in attesa che l'Interpol confermi da Beirut la sua identità. Zaharia Abou Saleh era arrivato a Roma il 19 aprile. Come tutti i viaggiatori provenienti dal Medio Oriente quel giorno era stato perquisito accuratamente da gli agenti di polizia di frontiera, il suo bagaglio era stato fatto passare attraverso i rivelatori metallici, ma il risultato era, stato negativo. Nella pensione «Ferrari» di via Amendola, a due passi dalla stazione Termini, il proprietario lo ricorda perfettamente: «Un giovane riservato, distinto — ha detto —; non ha mai ricevuto telefonate né visite, Un turista qualsiasi: usciva alle 10 del mattino e la sera rientrava, puntuale, alle 21». Dalla pensione di via Principe Amedeo, il giorno del delitto il libanese si è trasferito all'albergo «Selenia», sempre nella zona della stazione. L'arabo si dice certo di non aver commesso un tragico errore: « "Settembre nero non può sbagliare ». Anche funzionari dell'ufficio politico della Questura sembrano stasera convinti che Olivares fosse l'« uomo da abbattere ». Qualche perplessità rimane Prendendo in considerazione l'ipotesi di un errore di persona, si scopre che Vitto¬ rio Olivares somiglia in modo sorprendente al cittadino israeliano Kassuti, vicedirettore della El Al a Roma. Francesco Santini Settembre nero: "Mai ordinato l'omicidio" Il Cairo, 28 aprile. La radio Voce della rivoluzione palestinese, che trasmette dal Cairo, ha diffuso oggi un comunicato di «Settembre nero ». L'organizzazione di guerriglieri palestinesi smentisce d'essere coinvolta con l'uccisione di Vittorio Olivares. Il comunicato dice: «"Settembre nero" smentisce qualsiasi collegamento con l'incidente o con l'uomo chiamato Abou Saleh. Numerose parti hanno cominciato a servirsi del nome di "Settembre nero " come facciata per realizzare i loro obiettivi ». (Ansa) Zaharìa Abou Saleh