La capitale del Cambogia è battuta dalle artiglierie di Ennio Caretto

La capitale del Cambogia è battuta dalle artiglierie Truppe d'assalto comuniste a dieci chilometri La capitale del Cambogia è battuta dalle artiglierie Crescente tensione a Washington: si teme un colpo di Stato - La soluzione del conflitto è forse nelle mani della Cina e di Hanoi - Incontro a Parigi tra il sottosegretario Usa Sullivan e il nordvietnamita Co Tach (Dal nostro corrispondente) New York, 27 aprile. La capitale del Cambogia, Phnom Penh, è in pericolo. Le forze comuniste hanno raggiunto la sponda orientale del Mekong, alla sua periferia, e la loro radio incita la popolazione a rovesciare il governo di Lon Noi. L'aviazione americana bombarda a tappeto le postazioni nemiche. Centinaia di persone seguono la battaglia dalla sponda occidentale del fiume. A pochi chilometri di distanza, truppe nordvietnamite hanno montato batterie di cannoni, e sembrano in grado di distruggere almeno una parte della città. Rinforzi governativi sono impegnati in selvaggi combattimenti presso un altro fiume, il Tonte Sap, nel villaggio di Bak Kheng. A Washington, la tensione aumenta col passare delle ore. Si teme, oltre alla caduta della città, anche un colpo di Stato. Gli Stati Uniti facevano affidamento sugli imminenti .colloqui di Parigi tra il consigliere della Casa Bianca Kissinger e il membro del Politburo di Hanoi Le Due Tho. Sono però sorte difficoltà improvvise: i colloqui potrebbero aver luogo troppo tardi, o non averlo affatto. I nordvietnamiti hanno posto condizioni rigide. L'ultima speranza è che il sottosegretario di Stato Sullivan, che oggi ha avuto un incontro nella capitale francese con il viceministro degli Esteri del Nordvietnam Nguyen Co Tach, riesca a sbloccare la situazione in un nuovo incontro in programma domenica. La crisi dell'Indocina è precipitata più rapidamente del previsto. Non è escluso che, messi con le spalle al muro, gli Stati Uniti riprendano i bombardamenti di Hanoi. Essi hanno già sospeso lo sgombero delle mine dalla baia di Haiphong, e ordinato voli di ricognizione con apparecchi automatici. Parlando nel Missouri, il presidente Nixon ha oggi ribadito che « la pace va rispettata », e che gli Stati Uniti ricorreranno a tutti i mezzi a loro disposizione. L'offensiva comunista contro Phnom Penh maturava già da alcuni giorni. Guerriglieri del Khmer Rouge erano stati avvistati lungo la strada numero 1 e il Mekong. Mercoledì, essi si sono infiltrati nei sobborghi. Da allora, i caccia bombardieri americani si levano sopra la città, scuotendola col fragore delle bombe. La radio del Khmer Rouge ha annunciato oggi che l'artiglieria entrerà in azione da una distanza di 10 chilometri circa dal centro. « Siamo in grado di colpire qualsiasi obiettivo... Vi incitiamo alla rivolta... Seppellite i traditori, liberate Phnom Penh e le altre città ». Secondo la radio, i due terzi del Cambogia sono in mano comunista. In verità, il Paese è diviso in tre parti: una sotto il « Khmer Rouge », l'altra sotto le forze del principe Sihanuk, deposto nel '70 ed ora in esilio a Pechino, e la terza sotto il governo di Lon Noi. A Washington, i senatori democratici hanno accusato Nixon di « interferire in una guerra civile ». Il disperato tentativo di Lon Noi di conservare il potere, formando un direttorio coi leaders dell'opposizione parlamentare, è considerato fallito in partenza. La soluzione del conflitto è probabilmente nelle mani della Cina e del Nordvietnam: sembra che dietro le quinte essi stiano accordandosi per un governo di coalizione Sihanuk«Khmer Rouge». Questa sa¬ rebbe una delle cause dei ritardi a Parigi. Nella capitale francese, la rappresentanza nordvietnamita ha dichiarato di « non sapere nulla » di eventuali colloqui tra Kissinger e Le Due Tho. Sarebbe un espediente per strappare agli Stati Uniti grosse concessioni, e cioè la ripresa dello sgombero delle mine dal porto di Haiphong, quella dei negoziati per gli aiuti economici e te¬ cnici al Nordvietnam, e un impegno a limitare le azioni offensive delle truppe governative nel Sudvietnam. Oggi, Sullivan e Nguyen Co Tach non hanno discusso soltanto dei colloqui KissingerLe Due Tho. In cinque ore e mezzo di discussioni, spesso in un'atmosfera fredda e di sospetto, hanno esanimato anche la situazione nel Sudvietnam, nel Laos e nel Cambogia. Essi hanno messo in rilievo gli ostacoli che si frappongono alla liberazione dei prigionieri politici vietnamiti a Hanoi e a Saigon. Sullivan ha anche protestato per le infiltrazioni delle forze comuniste nei territori controllati dal presidente Thieu. Kissinger e Le Duo Tho dovrebbero recarsi a Parigi a metà maggio circa. Kissinger visiterebbe anche altre capitali europee. Ennio Caretto