Le monete che ballano

Le monete che ballano Il pensiero di Triffin Le monete che ballano Robert Triffin: «Il sistema monetario internazionale», Ed. Einaudi, pag. 224, lire 3600. Le recenti vicende monetarie internazionali, dalla svalutazione del dollaro alla fluttuazione esterna delle valute europee, alle misure che istituiscono in vari paesi doppi mercati dei cambi, hanno reso particolarmente acuto il bisogno di informazione sulla natura dei problemi che il sistema mondiale dei pagamenti incontra e sulle riforme che possono essere introdotte per renderlo più stabile. Il libro di Robert Triffin, pubblicato di recente dalla casa editrice Einaudi, risponde, almeno in parte, a questo bisogno d'informazione. L'autore è uno dei maggiori esperti della materia ed è anche l'ideatore di uno dei piani per la riforma del sistema monetario internazionale di cui si è appunto discusso nel corso di questi anni. Il libro è all'incirca diviso in due parti. La prima riguarda l'evoluzione del sistema moneta rio internazionale dal regime del gold standard del XIX secolo all'attuale sistema post-bel lieo del gold exchange standard; la seconda i problemi che l'attuale sistema lascia insoluti e le linee di un assetto monetario, che preservi l'economia internazionale dal ripetersi delle crisi che caratterizzarono il periodo fra le due guerre mondiali e più di recente gli Anni Sessanta e l'inizio degli Anni Settanta. L'osservazione centrale da cui parte Triffin è che nei rapporti monetari fra i paesi del mondo è in corso un'evoluzione analoga a quella che si ebbe all'interno dei singoli paesi nel corso del secolo XIX e nella prima parte del secolo XX, con il passaggio dalla circolazione aurea alla circolazione congiunta dell'oro e della moneta fiduciaria creata dal sistema bancario, alla circolazione esclusivamente fiduciaria degli attuali sistemi monetari nazionali. Il regime del gold exchange standard, codificato nella conferenza di Bretton Woods del 1944 e posto alla base dell'assetto mondiale dei pagamenti in questo dopoguerra, appartiene alla fase intermedia di questa evoluzione. Esso è' basato infatti sulla coesistenza dell'oro, come strumento di riserva e come mezzo di pagamento internazionale, e di altre riserve di carattere fiduciario, in primo luogo le tradizionali valute di riserva, dollaro e sterlina, in secondo luogo le valute di altri paesi ad economia forte, e infine le. riserve presso il Fondo Monetario Internazionale. L'instabilità del sistema internazionale dei pagamenti che si è manifestata in questi anni è connaturata a questa coesistenza di riserve con caratteristiche diverse. «Il meccanismo del gold exchange standard — scrive Triffin — porta dentro di sé i germi della propria distruzione. Nel suo ambito, il processo di creazione delle riserve non solo è altamente erratico e sempre più vulnerabile, ma è destinato a provocare, presto o tardi, un improvviso collasso simile a quello del 1931 o un graduale assottigliamento degli aumenti di riserve necessari per mantenere tassi realistici di sviluppo del commercio e della produzione mondiali» (pagg. 109 e 110). E, in effetti, il ripetersi in questi anni di crisi monetarie sempre più gravi è una conferma del fatto che il regime instaurato a Bretton Woods non è in grado di mantenersi più a lungo nella sua forma originaria e deve essere sostituito Tuttavia, mentre gli sforzi di chi, come Triffin, ha formulato in questi anni piani per la riforma del sistema internazionale dei pagamenti, sono volti a mantenere il regime dei cambi fissi e della libera convertibilità delle valute- eliminando o correggendo le insufficienze del regime del gold exchange standard, l'effettiva evoluzione che si è avuta in questo frattempo tende a spingere il sistema verso l'adozione generalizzata di cambi fluttuanti, con il pericolo conseguente di un'estrema instabilità dei cambi e di notevoli difficoltà degli scambi commerciali. D'altra parte, i problemi gli ostacoli che ritardano o impediscono una modificazione programmata del sistema di Bretton Woods sono molto numerosi. Si tratta infatti di introdurre meccanismi di aggiustamento degli squilibri dei pagamenti, fra i paesi in surplus ed i paesi in deficit, più equilibrati e meglio distribuiti di quanto non sia oggi; in secondo luogo si tratta di stabilire criteri concordati per la creazione di riserve; in terzo luogo sono rseorrdsdsta—rvzstmdèt1ecedpnssT necessari accordi particolari per riassorbire quella parte delle riserve monetarie internazionali oggi costituite dalle valute di riserva; infine si tratta di garantire il sistema internazionale dei pagamenti contro la pressione dei movimenti speculativi dei capitali. Il libro di Triffin contiene osservazioni e propositi molto interessanti su questi problemi — ad eccezione forse dell'ultimo — ed è complessivamente affare stimolante. Se si può muovere un appunto a questa edizione italiana, esso è che la sua pubblicazione avviene con troppo ritardo rispetto alla prima edizione del libro, che è del 1968, ed alla ristampa, che è dei 1970, cosicché i dati statistici si fermano in genere al 1967, né si tiene conto della evoluzione più recente delle vicende monetarie internazionali e del loro aggravamento. Su di esso e sulle misure che, in particolare, i Paesi europei hanno adottato negli scorsi mesi sarebbe stato senz'altro interessante conoscere il pensiero di Triffin. Giorgio La Malfa

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