Due coniugi rapinati sull'autostrada da banditi che fermano la loro macchina fingendosi agenti

Due coniugi rapinati sull'autostrada da banditi che fermano la loro macchina fingendosi agenti Nella notte, tornavano da Aosta dopo una visita ad amici Due coniugi rapinati sull'autostrada da banditi che fermano la loro macchina fingendosi agenti Le vittime sono il gerente di Villa Tesoriera e la moglie -1 rapinatori, pure in auto, li hanno fatti accostare al "guardrail" agitando una paletta simile a quella della polizia - Altri episodi: donna rapinata da un amico occasionale; industriale scippato in strada di tre milioni; strappa di mano quarantamila lire alla cassiera di un supermercato A San Mauro: pistole in pugno due giovani rapinano mezzo milione a un tabaccaio Due coniugi torinesi sono stati rapinati sull'autostrada AostaTorino da banditi che avevano scambiato per agenti di polizia. Agitavano una paletta come quelle della « stradale », ma quando l'auto si 6 fermata hanno impugnato la pistola. Un'aggressione pressoché analoga a quella avvenuta nell'ottobre scorso ai danni di 4 persone che tornavano da Saint-Vincent. Meno brutali questa volta ì banditi (cinque mesi fa le vittime vennero picchiate a sangue e private anche di gioielli e vestiti) ma non meno decisi e pericolosi. I rapinati sono il gerente della Villa Tesoriera e dell'annesso ristorante, Vittorio Caballini, 53 anni, e la moglie Maria, di 52, abitanti in via Borgosesia 1. Erano stati ad Aosta in visita a un amico colpito da un grave lutto. Verso l'una, a bordo di una «Giulia», avevano appena superato Quincinetto. Dice il Caballini: « Ho notato all'improvviso che un'auto ci stava seguendo. Il guidatore ha azionato più volte l fari abbaglianti. Temevo di aver rotto uno dei fanalint posteriori che nei giorni scorsi mi aveva già dato qualche fastidio e ho rallentato. L'auto si è affiancata alla mia, ho visto che non era della polizia, ma lo sconosciuto seduto accanto al pilota mi ha fatto segno di accostare al guardrail con una paletta ». Vittorio Caballini è rimasto perplesso: « M'è sembrato un sistema non molto ortodosso per fermare gli automobilisti — ha spiegato — mo non avevo altra scelta che bloccare l'auto. Dopotutto, ho pensato, potrebbero anche essere poliziotti in borghese o guardie di finanza ». L'auto dei rapinatori ha continuato a procedere affiancata finché la « Giulia » è entrata nella corsia d'emergenza. Racconta il gerente della Tesoriera: « Ho -avuto un nuovo dubbio, ho nascosto il portafogli sotto il sedile. Mia moglie era impaurita, le ho consigliato: "Se sono banditi, salveremo parte del soldi. Daremo la tua borsa". Un istante dopo quello che aveva la paletta si è avvicinato. Con tono brusco ha intimato: "Documenti". Mentre gli porgevo patente e carta d'identità, ha estratto la pistola e ha ordinato: "Scenda e alzi le mani". Mi ha perquisito, poi ha chiesto: "I soldi dove sono?". Ho risposto: "Non li ho io, ha qualcosa mia moglie". Dall'auto è sceso un altro rapinatore, il terzo è rimasto al volante. Quest'ultimo ha esclamato: "Qualcuno di voi porti via le chiavi dell'auto" ». I coniugi sono rimasti un paio di minuti sotto la minaccia delle pistole. Uno dei rapinatori ha afferrato la borsa e l'ha passata al complice rimasto nell'auto, poi ha intascato i documenti del Caballini. « Nella borsetta — dice la donna — c'erano 200 mila lire, 1700 franchi francesi e un mandato di pagamelo della Banca di Novara per 360 mila lire ». « Sarebbe stato peggio — precisa il marito — se avessero preso il mio portafogli. Avevo assegni bancari che non sarei stato in grado di bloccare perché non ricordavo l'Importo né l'istituto emittente ». Per arrivare a Torino hanno atteso circa mezz'ora un'auto di passaggio. Afferma il Caballini: « Volevo fermarmi a Ivrea, ma eravamo àncora sconvolti. MI sono fatto accompagnare a casa, poi ho telefonato alla questura. Mi hanno consigliato di far subito la denuncia, ho preso un taxi e sono andato alla polizia ». Ha descritto agli agenti il rapinatore che l'aveva perquisito: 30 anni, tarchiato, media statura, non piemontese. Le indagini della Mobile di Torino e della polizia di Ivrea non hanno avuto sinora alcun esito. * Una giovane donna è stata aggredita e rapinata l'altra notte. Laura De Petrls, 25 anni, via Tirreno 123, è salita sulla 500 di un giovane in piazza Massaua. Pochi minuti dopo si sono fermati in via Pietro Cossa, lo sconosciuto ha estratto un coltello e l'ha puntato alla gola della donna. « Se non mi dai tutti i soldi — ha intimato — ti ammazzo ». La De Petris gli ha consegnato l'incasso della serata, 28 mila lire. ■k Un industriale è stato scippato in via Nizza da due capelloni: il bottino è di 3 milioni. Cesare Gilardetti, 52 armi, titolare di una piccola industria in via Ilarione Petitti 12, aveva appena incassato la somma alla succursale del Credito Italiano di via Nizza 66 per pagare lo stipendio ai dipendenti. I rapinatori erano in agguato all'uscita della banca. Uno dei teppisti gli ha dato una spinta alle spalle e gli ha strappato la borsa. Cesare Gilardetti è caduto, prima che potesse rialzarsi, il bandito è balzato sulla moto del complice, scomparsa in pochi istanti nell'intenso traffico della via. * Furto al supermercato Brosio di via Capua 3. Poco prima delle 13 un giovane che aveva acquistato generi alimentari per circa 5 mila lire si è avvicinato alla cassiera Beatrice Pellegrinelli, 27 anni, corso Regina Margherita n. 238. Le ha dato 10 mila lire, la ragazza ha aperto la cassa ed estratto alcune banconote. Il ladro gliele ha strappate di mano (4 da diecimila lire) ed è uscito di corsa. In strada lo attendeva un complice con l'auto. * Pistole in pugno due banditi hanno rapinato ieri una tabac¬ cheria a San Mauro in via Settimo 117. Il bottino 500 mila lire. Verso le 20 nel locale c'era il titolare, Secondo Gambino, 68 anni, con suo nipote Umberto Andriano, 40 anni. Alcuni clienti «rano da poco usciti quando due giovani hanno aperto la porta. Quello che è accaduto l'ha raccontato il commerciante: « Non avevano cappucci, li ho visti bene in volto. Sembravano due ragazzi per bene. Uno era alto, i capelli ondulati. Mi hanno chiesto un pacchetto di sigarette. Quando mi sono voltato impugnavano due grosse rivoltelle ». « Mani in alto, niente scherzi, non gridate » hanno intimato ai due uomini. Poi li hanno spinti con la canna verso un angolo del negozio, un rapinatore è rimasto di guardia. Ha ricordato Secondo Gambino: « Aron abbiamo potuto voltarci. Ho sentito quello che sembrava il capo andare dietro il banco, aprire il cassetto dove teniamo i soldi. Ha raggiunto il complice e insieme sono usciti. Prima hanno mormorato di non dare l'allarme ». « E' la seconda volta che t banditi vengono da noi — ha detto il tabaccaio — già venti giorni fa erano entrati, ma non avevamo soldi e si sono accontentati di un pacchetto di sigarette. Forse erano gli stessi o degli amici ». Vittorio Caballini e la moglie Maria derubati da falsi poliziotti sull'autostrada per Aosta - Il tabaccaio Secondo Gambino