Nuova "impennata" in Usa per il tasso dell'inflazione

Nuova "impennata" in Usa per il tasso dell'inflazione Riunione d'emergenza Nixon-Shultz-Burns Nuova "impennata" in Usa per il tasso dell'inflazione Tra gennaio e marzo è salito alla media annuale del 6-6,4 per cento, pari a quella del primo trimestre 1970, definito "critico" - Quasi tutte le banche hanno subito elevato il "prime rate" al 6,75 per cento (Dal nostro corrispondente) New York, 19 aprile. Gli Stati Uniti sono di nuovo in preda all'inflazione. Tra gennaio e marzo, essa ha registrato un tasso d'aumento annuo del 6-6,4 per cento (le cifre sono provvisorie). E' lo stesso dato del primo trimestre del '70, «l'anno critico della reggenza Nixon», come lo chiama la Washington Post. L'inattesa notizia ha spinto quasi tutte le banche ad alzare il prime rate, o tasso d'interesse per i maggiori clienti, - dal 6,50 al 6,75 per cento, nel quadro di una.ge? nerale restrizione del credito. Secondo le statistiche del ministero del Commercio, tra gennaio e marzo, il prodotto nazionale lordo degli Stati Uniti è salito del 14,3 per cento, di cui circa l'8 per cento in termini reali: un vero boom, ma inflazionistico. L'allarme del governo americano è dimostrato dal fatto che Nixon, ieri mattina, ha convocato alla Casa Bianca il ministro del Tesoro Shultz, facendogli rinviare o cancellare un colloquio col presidente del Consiglio italiano, Andreotti. In una riunione d'emergenza (erano presentì an,: che il consigliere economico: Flanagan e il capo della riserva federale Burns) sono state discusse le possìbili misure deflazionistiche. Attualmente è in vigore il calmiere dei prezzi della carne, ed il Congresso insiste per il congelamento degli altri prezzi e dei salari per un periodo di 90 giorni, come avvenne nell'agosto del '71, alla prima svalutazione del dollaro. Nei programmi degli Stati Uniti, c'era quest'anno la riduzione del tasso d'inflazione al 2,5 per cento. Lo sforzo era considerato necessario per il parziale risanamento della bilancia dei pagamenti e dì quella coràmerciale, e per la difesa dei dollaro. Se Nixon non prenderà misure, o se esse saranno inefficaci, verranno compromesse la riforma dei commerci internazionali e quella del sistema monetario. E' una grave incognita, che spiega il nervosismo dì Washington negli ultimi giorni. Nella riunione d'emergenza dì ieri, è stata discussa anche la crisi energetica. Nixon ha abolito il contingentamento delle importazioni di carburante, vecchio di 14 anni, ma ha ammonito che la crisi continuerà per almeno un triennio. Ennio Carette

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