E' pazzo il " Valachi" siciliano che fece arrestare 36 persone?
E' pazzo il " Valachi" siciliano che fece arrestare 36 persone? Il presunto mafioso sarà sottoposto a perizia psichiatrica E' pazzo il " Valachi" siciliano che fece arrestare 36 persone? Leonardo Vitale, 32 anni, con le sue clamorose rivelazioni provocò una massiccia operazione antimafia - Ha già tentato il suicidio nell'isola dell'Asinara dove fu inviato in soggiorno obbligato (Dal nostro corrispondente) Palermo, 19 aprile. Il «Valachi» palermitano, il trentaduenne Leonardo Vitale che di recente con le sue clamorose rivelazioni ha consentito una vasta operazione antimafia conclusa con l'arresto di 36 persone, 17 delle quali però .sono state sjarcerate dal p.m. per mancanza di indizi, mentre 12 sono latitanti, sarà sottoposto a perizia psichiatrica. Oggi, nel suo ufficio del Palazzo di giustizia di Palermo, il giudice istruttore Aldo Rizzo ha nominato i tre periti ai quali ha affidato il compito di esaminare il «picciotto» della «nuova mafia». Sono il professor Agostino Rubino, direttore della clinica delle malattie nervose dell'Università di Palermo, il professor Vittorio Terana, direttore dell'ospedale psichiatrico di Palermo, e il professor Aldo Costa. Il difensore del Vitale, avvocato Paolo Seminara, sostiene addirittura che la perizia è superflua perché a suo giudizio sulla labilità mentale del giovane non può esservi dubbio. «Sono numerosi — ha detto l'avvocato Seminara mostrando le cartelle cliniche riguardanti il suo sconcertante cliente — i sanitari che l'hanno già ritenuto totalmente infermo di mente». Il penalista afferma che nell'isoletta sarda dell'Asinara dove il Vitale l'altr'anno fu inviato in soggiorno obbligato, il giovane tentò di suicidarsi ma fu salvato da altri «confinati». «Ora il poveretto — afferma Seminara — accusa tra gli altri quelli che gli impedirono di togliersi la vita». La perizia affidata alla «terna» di neuropsichiatri è di à e i fondamentale interesse .ion soltanto per l'istruttoria aperta in seguito alla confessione del Vitale ma pare per quella sul sequestro del ricco industriale edile ingegner Luciano Cassina. Questi fu rapito in piena Palermo il 16 agosto dell'anno scorso e fu rilasciato dai banditi che lo tennero segregato per ottenere un lauto riscatto (pare di svariate centinaia di milioni) per 176 giorni. Leonardo Vitale, secondo l'accusa, fu tra i rapitori dell'imprenditore trentassettenne, ma la contestazione a suo carico non è netta e finora è stato scarcerato due volte per insufficienza di indizi. Tuttavia, nuovamente arrestato, il Vitale si era deciso a confessarsi autore dell'omicidio del «boss» Giuseppe Bologna, compiuto il 12 marzo 1969. «Lo uccisi — ha ammesso il "Valachi" palermitano — su ordine di mio zio Giovan Battista Vitale». A numerosi dei 48 sospettati di appartenere alla «nuova mafia» e denunciati da carabinieri e polizia, oltre al delitto Bologna sono stati addebitati quelli dello studente Vincenzo Traina e dei contadini Vincenzo Marinino e Pietro Di Marco, tutti uccisi a Palermo Il Traina, laureando in Architettura, ventiquattrenne, fu soppresso con una pistolettata in fronte la notte del 17 ottobre 1971 in piazza Leoni, a Palermo, mentre alcuni banditi cercavano di sequestrarlo a scopo di riscatto. Traina si divincolò ma fu assassinato. La tua famiglia, dopo il delitto, abbandonò Palermo per trasferirsi àn Toscana. Leonardo Valente è cugino di Salvatore Valente, 34 anni, il fiorista trovato morto alcuni giorni or sono alla periferia di Palermo. Il cadavere giaceva riverso sui vasi da fiori, presso le serre, in un deposito di via Eugenio l'Emiro. Il magistrato inquirente ordinò l'autopsia del corpo e si scoprì che Salvatore Valente era morto avvelenato da un micidiale anticrittogamico. Sinora, però, non è stato chiarito dalle indagini se il fiorista si sia avvelenato o qualcuno l'abbia ucciso costringendolo a ingoiare l'antiparassitario che egli usava per curare le piante ornamentali. I periti hanno chiesto quaranta giorni di tempo per rispondere agli interrogativi che gli inquirenti hanno loro posto: soprattutto a uno, se Salvatore Valente abbia tracce di colluttazione o di violenze sulle mani e sul corpo, come se avesse tentato invano di reagire agli aggressori che « volevano avvelenarlo » per simulare un suicidio. Si era anche fatta l'ipotesi che il fiorista fosse stato «eliminato» dalla malavita" (o dalla mafia) per vendetta, dopo che il cugino aveva fatto in carcere le «rivelazioni». Ora, però, se venisse accertato che Leonardo Valente dà inequivocabili segni di «labilità mentale» (cioè è pazzo) e potrebbe essere un mitomane che ha inventato le accuse, cadrebbe l'ipotesi della vendetta e verrebbe accolta quella del suicidio; anche se i motivi del disperato gesto restano ancora oscuri. a. r. Leonardo Vitale
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