Un "modello,, matematico per le aziende del domani

Un "modello,, matematico per le aziende del domani Prima si deve organizzare, poi si penserà a produrre Un "modello,, matematico per le aziende del domani E' ciò che vuole ottenere una nuova scienza, l'ingegneria dei sistemi - Si propone di identificare, mediante equazioni a più variabili, l'impostazione "ottimale" d'un qualsiasi complesso industriale operativo - Che cosa è stato fatto per Togliattigrad in Russia e alPAlfasud Se c'è qualcosa che designa ed evoca un che di futile, quello è certamente la parola « moda »; se c'è qualcosa che esecra e ripudia il futile, è certamente la scienza. Eppure, va riconosciuto che talvolta la moda si affaccia anche nel dominio della scienza, riuscendo a magnetizzare su qualche punto nuovo l'attenzione, in maniera non del tutto dissimile da quella che in settori meno impegnativi, contrassegna l'apparizione di una « novità b: e, quindi, la curiosità, il gusto di scriverne, l'ambizione di farsi vedere bene informati. Astrazioni Anche le discipline scientifiche hanno talvolta il loro «vient de paraitre». Per quanto riguarda l'organizzazione della produzione, l'argomento di grande attualità si presenta con una denominazione indovinata, che « fa presa » ed avrà fortuna: l'ingegneria dei sistemi. E' un'epressione, che implica già una fase applicativa e realizzatrice, e che ha a monte due altre denominazioni: la « teoria dei sistemi » e la « scienza dei sistemi »: rientrando — la prima — nella sfera astratta della speculazione matematica e fisica e — la seconda — nel rigore metodologico dei possibili sistemi che ne derivano. Di qui, il passo per avviare un discorso più specifico, il quale consenta di verificare l'applicabilità delle ispirazioni teoriche e delle impostazioni metodologiche: donde, appunto, l'ingegneria. A leggere quanto sinora è stato scritto, si riscontra un linguaggio alquanto involuto, che normalmente irrita l'ingegnere, lo induce a diffidare e quasi mai lo incuriosisce. Ma il discorso si può invece semplificare," sopra tutto con un esemplificativo richiamo storico: l'ingegneria dei sistemi non è cosa nuovissima; a loro modo e con intuizioni straordinarie, ove si tenga conto che mancava tutto il soccorso di strumentazioni, cognizioni, mappe, planimetrie, mezzi tecnici di misurazione e rilevamento età, la applicarono egizi e babilonesi con i loro eccezionali « sistemi » di irrigazione e canalizzazione; la praticarono i romani, tracciando e costruendo il « sistema» stradale delle vie e dei ponti per tutta Europa ed oltre; la realizzarono, forse senza rendersene conto nella foga delle invenzioni e delle scoperte, i pionieri della rivoluzione industriale con lo sfruttamento delle miniere e con la fabbricazione di serie negli opifici; in particolare la misero alla prova sia le imprese erogatrici di energia con le reti distributive (gas, elettricità) sia i trasporti e le comunicazioni (ferrovie, telefoni etc). Volendo restare nel campo dell'organizzazione aziendale, va ancora osservato che il primo appannaggio di questa nuova disciplina se lo scrisse l'elettronica, in quanto poteva asserire ch'erano di sua competenza tutte le novità costituite da circuiti e dispositivi di regolazione, autoregolazione, autocorrezione etc., organizzati in un sistema vero e proprio, in sottosistemi e così via. La terminologia posta in atto è quella tipica degli elettronici, cui si aggiunge il vocabolario dei calcolatori: quindi, con molti neologismi italiani ed anglosassoni. E' per altro vero che, senza l'elettronica ed i calcolatori, l'ingegneria dei sistemi non sarebbe al punto attuale di innovazioni. etu(tgcfqbfrierlitdnzbI fattori Che cosa si propone d'insegnare l'ingegneria dei sistemi? Quale apporto effettivo può assicurare in sede di stabilimenti, e quindi di organizzazione imprenditoriale? E' evidente che investe, e non solo per coerenza linguistica, tutto il « sistema » aziendale, sia esso un macro od un microsistema, in base alle dimensioni delle aziende, al loro tipo di produzione, alla varietà di prodotti e così via. Ed è altrettanto evidente che un'impostazione cosiffatta trova il terreno ideale d'applicazione nel caso in cui sia prevista la costruzione di un nuovo stabilimento, così che edifici ed impiantistica si integrino in una visione ed in una valutazione complessiva (a questo proposito, già si citano gli esempi di Togliattigrad e dell'Alfasud). Siffatta condizione ideale è però offerta in pochi casi; occorre quindi prevedere che si debba operare in stabilimenti già funzionanti, disposti a subire riordinamenti e spostamenti interni, od al massimo ad eventuali ampliamenti. Che cosa si vuole realizzare? Un'impostazione « ottimale », composta da più parti interagenti fra loro, e che tenga conto simultaneamente di più problemi complementari o contrastanti, connessi con interi reparti, intere linee di produzione, interi programmi di rifornimento e trasporto materiali, di immagazzinaggio, di scorte, di distribuzione. Così si delineano sottosistemi, la cui messa a punto deve poi essere semplificata per potersi inquadrare in un sistema unitario, nel quale si effettui una sintesi dì tutti gli aspetti particolaristici: sintesi, si badi, non solo tecnica, ma economica, poiché non si può parlare di ottimizzazione se non ss associano esigenze tecniche ed economiche in una soluzione unica. Ciò comporta già notevoli difficoltà, aggravate dal fatto che il sistema, alla cui formulazione si perviene, è dinamico e non statico: pertanto soggetto ad una evoluzione che consegue alle cento, mille variazioni provenienti da singoli componenti, assoggettati quali essi sono ad infinite cause e concause, di modifiche volute od indesiderabili. . L'ingegnere sa quali sono i fattori tecnici da tenere a mente per l'andamento produttivo dell'azienda: ed è qui superfluo elencarli; sa quali contrasti gli derivino dai settori paralleli del bilancio, del mercato, del personale. Essendo questi dati studiati ed analizzati, sì è pervenuti a costruire — con l'ausilio di calcolatori — modelli matematici astratti, ai quali l'ingegnere dei sistemi si dovrebbe ispirare a ricondurre, per desumerne le applicazioni. Ma accade che, più il modello vuole tenere conto di tanti parametri, più diviene complesso e perciò quasi inapplicabile; più lo si semplifica e meno si attaglia a situazioni concrete. Iniziative Tuttavia, il solo tentativo di comporre un modello matematico impone la conoscenza di molti parametri fondamentali e di moltissimi elementi, di varia importanza ed ampiezza, la cui acquisizione esige un'analisi assai accurata; impone inoltre la formulazione di ipotesi operative, di linee lungo le quali si possa procedere: e pertanto tutti i settori aziendali sono costretti a « studiare se stessi » ed il proprio funzionamento: ciò è già di per sé un aspetto positivo. Dover poi comporre le cognizioni singole in v. ' sintesi unica, significa acquisire una visione realmente unitaria e risalire via via dal problema piccolissimo, attraverso tutti gli altri per istanze successive, sempre tenendo a mente che non si tratta di un'esercitazione teorica, tipicamente da tavolino: al contrario, ogni passaggio deve corrispondere ad una soluzione pratica già realizzata. Così, il settore progettazione dovrà tenere conto di dati ricavabili dai disegni ed impianti o macchinari già esistenti; la produzione si preoccuperà di organizzare i reparti in funzione di una visione globale di tutti i cicli, in funzione di macchine disponibili, manodopera, date di consegna, inglobando problemi di approvvigionamento, manutenzione, scarico e carico macchine; la direzione del personale interverrà con le proprie esigenze, così come si farà sentire là amministrazione. Inquadrare tutto ciò nella economia esterna all'azienda (settoriale, nazionale, internazionale) ed in più vaste considerazioni politiche sociali, oggi anche ecologiche, significa chiedere ad ogni azienda uno sforzo organizzativo eccezionale. Potrà l'ingegneria dei sistemi soccorrere, offrendo un settore del proprio sapere a quanti vi faranno ricorso? E' essa già in grado, in funzione di tecnologie di settore, d'affrontare le risposte a grossi quesiti organizzativi? E' sufficientemente flessibile e tempestiva nel fornire indicazioni da utilizzare ai fini, ad es., di un riordinamento generale di rifornimento materiali, trasporti interni, successione di cicli ed impiego di gruppi di macchine o di linee, governati da computer o centrali di comando? Saprà indicare le de¬ cisioni da prendere, le strategie di intervento e dì controllo, i correttivi immediati? A Roma è già in atto quest'anno, presso la facoltà di Ingegneria dell'Università, un corso di specializzazione in Ingegneria dei sistemi, per la preparazione di esperti nella teoria e nelle applicazioni dell'automatica e dell'informatica. Iniziative analoghe si profilano in altre sedi: ne do¬ vrebbe venir fuori la figura dell'ingegnere dei sistemi, cui spetterà il compito di dimostrare come la nuova disciplina possa utilmente ed efficacemente intervenire sul terreno della dinamica aziendale, razionalizzando i procedimenti e puntualizzando metodi produttivi, con vantaggi tecnici ed economici contemporaneamente. G. Federico Micheletti Ord. eli Tecnologia meccanica nel Politecnico di Torino

Persone citate: Federico Micheletti

Luoghi citati: Europa, Roma, Russia, Torino