Tavola rotonda a Roma sul nostro amico gatto

Tavola rotonda a Roma sul nostro amico gatto Per combattere i suoi denigratori Tavola rotonda a Roma sul nostro amico gatto In un circolo culturale scienziati, naturalisti e medici hanno parlato in difesa dell'animale: "E' pulito, non trasmette malattie", "E' affettuoso col padrone (se lo merita)", "E' il compagno ideale del bambino" (Nostro servizio particolare) Roma, 14 aprile. I gatti, a Roma, sono sacri e intangibili quasi come nell'antico Egitto, dov'erano riveriti come divinità. C'è persino una legge del 1908, detta « legge Natan », che vieta di catturare i gatti randagi, mentre un'ordinanza del ministero dell'Interno negli Anni Quaranta (quando in Italia la penuria di bistecche suggeriva di cucinare i felini) invitava i prefetti a emettere provvedimenti contro la loro distruzione sul piano nazionale. Purtroppo, in questa nostra epoca dissacratrice e a-' lienata, ogni tanto c'è qualcuno anche a Roma che, non avendo il coraggio di prendersela col governo, o col capoufficio, identifica nell'innocente felino la causa delle sue nevrosi. Allora piglia carta e biro e verga proteste ed appelli contro ì gatti. E c'è sempre qualcun altro « in alto loco », (la nevrosi persecutoria non bada al rango) che raccoglie l'appello e indice una campagna gattofoba (tanto i gatti non votano) in nome dell'igiene della città o della guerra alle pulci. Per bloccare una volta per sempre queste arcigne iniziative gli amici dei gatti si sono detti: qui ci vuole una tavola rotonda. E ieri sera, in un elegante (e appropriato) scantinato di piazza di Spagna, dove ha sede il Centro d'arte e di cultura, scienziati, naturalisti, medici, pediatri e giornalisti si sono avvicendati al podio per illustrare i meriti del gatto, dal punto di vista igienico, sociale, medico e psicologico e, naturalmente, affettivo. « Sono qui per sfatare la leggenda che il gatto sia veicolo di gravi malattie », ha esordito il professor Girolami, primario della clinica di malattie tropicali dell'Università di Roma. «Il gatto è un animale molto pulito e non trasmette malattie (né pulci) all'uomo, ma soltanto ad altri gatti. Anzi, essendo nemico dei topi, che vivendo nelle fogne possono davvero essere veicoli di germi infettivi, è una presenza necessaria e benemerita nella città ». « Il gatto — ha continuato il professore — è parte integrante di un equilibrio ecologico die è molto pericoloso per l'uomo turbare. E' dimostrato che gli ospedali, le scuole, i collegi e anche i caseggiati urbani da cui vengono allontanati i gatti vengono rapidamente invasi da topi e ratti, la cui stabile disinfestazione è impossibile». Ma che cos'è, psicologicamente e biologicamente, il gatto? Lo ha illustrato il professor Bronzini, naturalista e direttore dello zoo di Roma. Pare che sia originario della Libia. Appare tardi accanto all'uomo, dopo il cane, nell'era neolitica. Ma duemila anni prima di Cristo era già assurto in Egitto a divinità: « Simboleggiava l'armonia della natura, cioè uno dei piùgrandiosi e stupefacenti misteri dell'universo. Con i greci e i romani non ebbe fortuna, ma arrivò in buon punto Maometto che, eleggendolo a suo animale preferito, lo impose al rispetto dei suoi seguaci, i quali lo hanno poi rivalutato in tutto il mondo». Il gatto ha ottima memoria e riconosce a distanza di tempo gli amici. Gli si imputa di essere più affezionato alla casa che al padrone. Ciò è dovuto al fatto che spesso il padrone non rispetta, per ignoranza, uno dei caposaldi della personalità gattesca, che è il senso del territorio. Il gatto ha bisogno di un centro di residenza, che può anche essere la stanza preferita dell'alloggio, do¬ ve riposare protetto e sicuro. Poi ha necessità di un'area più vasta, ma altrettanto sicura, di movimento e svago (che può essere il corridoio), e infine di un territorio di esplorazione (che può essere il pianerottolo con le scale), dove esercitare il suo desiderio di avventura e la sua acutissima curiosità. Soddisfatte queste sue vitali esigenze, il gatto sa essere un tenero amico del padrone e dargli, quando ritorna a casa, quell'affetto confortante che lo ristora dalle deludenti esperienze che l'uomo spesso riporta dai suoi simili. Ma se il padrone non capisce le sue psicologiche necessità, il gatto non ha altro modo per fargliele intendere che far finta di ignorarlo o magari anche graffiarlo. Il professor Ungari, direttore dell'ospedale infantile del Bambin Gesù, ha illustrato poi l'importanza del gatto nello sviluppo psicologico e affettivo del bambino: «Attraverso il suo gattino, il piccolo non soltanto trova un compagno ideale di gioco, ma apprende a conoscere il mondo e se stesso ». Laura Bergagna

Persone citate: Bronzini, Gesù, Girolami, Laura Bergagna, Pare, Ungari

Luoghi citati: Egitto, Italia, Libia, Roma