Migliaia di persone seguono a Milano i funerali dell'agente ucciso dai fascisti

Migliaia di persone seguono a Milano i funerali dell'agente ucciso dai fascisti Presenti Andreotti e il ministro dell'Interno, Rumor Migliaia di persone seguono a Milano i funerali dell'agente ucciso dai fascisti Il corteo dalla questura alla chiesa di San Marco - Hanno accompagnato la bara anche De Martino, il capo della polizia Zanda Loy, il prefetto Mazza e il sindaco Aniasi - Il pianto del padre e dei fratelli (Dal nostro inviato speciale) Milano, 14 aprile. Una folla muta ha reso l'estremo saluto ad Antonio Marino, il giovane agente di pubblica sicurezza ucciso giovedì da un dimostrante fascista con una bomba a mano. Marino è tornato al suo paese, Puccianiello di Caserta, che aveva lasciato per il « posto sicuro » nel corpo della polizia. La città, ;n questo pomeriggio di sabato assolato, era quasi deserta, malgrado la Fiera. Ma sul percorso del funerale, lungo circa due chilometri, la gente era numerosa e alcune migliaia di persone hanno formato corteo per accompagnare il feretro dalla questura alla chiesa di San Marco. Le manifestazioni di cordoglio incominciano al mattino, sin dal momento in cui — sono le dieci — la salma viene portata dall'obitorio nella camera ardente allestita nell'aula magna dell'antico convitto «Longoni». Entrano i fratelli dell'agente, poi, alle 11, accomgnato da don Camorani, cappellano militare del terzo «Celere», entra, claudicante, Pietro Marino, padre di Antonio. « Tonino, Tonino mio, Tonino mio », ripete alcune volte a voce alta. Continuano ad entrare cittadini, donne e bambini, autorità, civili e militari. Entra anche il capo della Polizia, Zanda Loy, il quale abbraccia Pietro Marino che si mette a piangere. I funerali sono fissati per le 16,30, ma già dalle 15 ci sono i primi preparativi, la gente incomincia ad ammassarsi davanti alla questura e il traffico viene sospeso. Giungono uomini politici, sindacalisti, rappresentanti di associazioni con i labari. Francesco De Martino, segretario nazionale del psi rilascia una dichiarazione in cui esprime la solidarietà del psi ai familiari dell'agente e alla pubblica sicurezza. Alle 16,30 arrivano il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, e il ministro del¬ l'Interno, Mariano Rumor, accompagnati dal prefetto di Milano Mazza. La bara viene portata a spalle da otto agenti e deposta su un autocarro della polizia. Il corteo è aperto da tre « gazzelle », vengono poi bandiere e labari di associazioni partigiane e sindacati, seguiti da gruppi di rappresentanti di questi organismi, quindi le corone, con quella di Giovanni Leone. Un picchetto d'onore composto da agenti della seconda compagnia del Terzo «Celere», compagni cioè del giovane caduto, precede l'autocarro con il feretro, che è fiancheggiato da sei agenti e sei carabinieri alternati. Die¬ tro vengono i familiari del caduto, poi il gruppo delle autorità. A fianco di Andreotti e Rumor sono De Martino, il capo della polizia Zanda Loy, l'ispettore generale di pubblica sicurezza, Quartucci, il comandante dei carabinieri, generale Mino. Alle spalle di questo primo gruppo ci sono altre personalità: il sindaco Aniasi, il presidente della giunta regionale, Bassetti, il presidente dell'assemblea, Colombo, il procuratore generale della Repubblica, Paulesu, il comandante dei terzo corpo d'armata, generale Brancati; diversi uomini politici in rappresentanza dei vari partiti. Ci sono anche dei missini: Birindelli e Staiti di Caudia. Il percorso che segue il corteo è quello, un po' ridotto, che fu seguito per i funerali-di Calabresi. La folla ai lati della strada è muta, qualche donna lancia un fiore in direzione della bara, qualcuno ha gli occhi pieni di lacrime. Davanti al piazzale della chiesa di San Marco c'è in attesa molta gente. La bara viene portata all'interno. Monsignor Maggioni officia il rito e così conclude la sua omelia: « Affidiamo al Signore il sacrificio di questo giovane perché ci siano donati tempi di più serena pace ». r. 1.

Luoghi citati: Caserta, Milano, Staiti