É definitiva la legge per salvare Venezia
É definitiva la legge per salvare Venezia Con il voto favorevole del Senato É definitiva la legge per salvare Venezia Una speciale commissione valuterà ogni progetto edilizio o industriale - Obbligatori per le fabbriche gli impianti antinquinamento - La tutela del patrimonio artistico e del paesaggio (Nostro servizio particolare) Roma, 13 aprile. Il Senato ha approvato definitivamente la legge per la salvaguardia di Venezia. Alla Camera i deputati avevano modificato il testo primitivo; tra l'altro era stato portato da 250 a 300 miliardi il contributo dello Stato. Per evitare ulteriori ritardi alle opere di salvaguardia della città lagunare, i gruppi della maggioranza hanno ritenuto di non reinserire la norma che prevedeva la costruzione dell'autostrada Venezia-Monaco; l'Assemblea di Palazzo Madama ha però votato un ordine del giorno che impegna il governo a presentare al più presto un apposito disegno di legge. La salvaguardia di Venezia, dice l'articolo 1 della legge, è «problema di preminente interesse nazionale. La Repubblica garantisce la salvaguardia dell'ambiente paesistico, storico, naturale ed artistico della città e della sua Laguna, ne tutela l'equilibrio idraulico, ne preserva l'ambiente dall'inquinamento atmosferico e delle acque e ne assicura la vitalità socio-economica nel quadro dello sviluppo generale e dell'assetto territoriale della regione. Per perseguire queste finalità concorrono lo Stato, la Regione e gli enti locali». Una norma stabilisce che la cornmisslone per la salvaguardia « esprime il proprio parere sui progetti urbanistici dei Comuni del comprensorio e del Consorzio per :l porto e la zona industriale di Marghera ». Fin quando non saranno definiti i progetti urbanistici non possono essere autorizzate o eseguite opere, anche nei terreni demaniali, senza il parere della Commissione. Dall'entrata in vigore della legge, e fino alla approvazione del piano comprensoriale, non sono consentite utilizzazioni dell'area della terza zona industriale. Ad alcune opere deve provvedere la Regione o gli enti locali, mentre rimangono competenza dello Stato quelle per regolare i livelli marini della Laguna, le opere portuali, il restauro degli edifici demaniali e di carattere artistico e storico, i consolidamenti di ponti, canali, là sistemazione dei corsi d'acqua, le opere di difesa dall'inquinamento dell'aria e delle acque naturali, il restau¬ ro del patrimonio artistico. Entro tre anni, le imprese, gli enti pubblici e i privati che scarichino rifiuti nelle fognature o nelle acque deila Laguna sono obbligati a costruire impianti di depurazione. Sono previste forti ammende per chiunque mantenga o effettui nella Laguna scarichi senza la prescritta autorizzazione o senza osservare le norme cui devono attenersi. Tassative norme impongono l'uso di combustibili non inquinanti per gli impianti termici e industriali. Per eliminare le attività industriali che sono causa d'Inquinamento, l'articolo 17 prevede la «conversione» delle fabbriche dannose per l'atmosfera e nuove aziende « non inquinanti » con agevolazioni finanziarie e la salvaguardia dell'occupazione dei lavoratori. Una serie di articoli si occupano della tutela del patrimonio artistico; è anche prevista una Sovrintendenza ai Monumenti e una alle Gallerie esclusivamente per Venezia (ora sono regionali). Dopo il voto del Senato, il ministro per le Partecipazioni statali, Ferrari Aggradi, ha detto: « Sono passati ventisette mesi da quando, trovati i fondi, abbiamo lanciato la proposta di una legge speciale per Venezia. Ora si tratta di darne rapida applicazione e di trarne il massimo vantaggio possibile. Questa legge offre la possibilità di operare subito per il risanamento del tessuto urbano e per il rilancio sociale ed economico della città e della regione ». « E' indispensabile mettersi subito al lavoro con serietà, ha concluso Ferrari Aggradi, puntando sull'apporto insostituibile della scienza e della tecnica e favorendo ogni utile collaborazione affinché Venezia torni ad essere veramente viva ». Felice Froìo
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