Minacce di Dayan al Libano Rinforzi degli arabi a Beirut?

Minacce di Dayan al Libano Rinforzi degli arabi a Beirut? Il Medio Oriente dopo l'incursione israeliana Minacce di Dayan al Libano Rinforzi degli arabi a Beirut? Il ministro della Difesa dichiara a Tel Aviv che, se il Libano continuerà ad ospitare i Fedayn, potrà essere attaccato - L'Assemblea federale araba studia la possibilità d'inviare a Beirut truppe egiziane, siriane e libiche Forse l'Egitto chiederà l'esclusione d'Israele dalle Nazioni Unite Tel Aviv, 13 aprile. Il ministro della Difesa, Moshe Dayan, ha ammonito il Libano che Israele continuerà a considerarlo responsabile delle azioni terroristiche dei guerriglieri arabi che hanno le,loro basi sul suo territorio. Dayan ha detto che per il futuro Israele non intende limitarsi ad agire contro i singoli terroristi, come ha fatto nel caso dell'incursione a Beirut, nel corso della quale sono stati uccisi tre capi dei guerriglieri. «Non possiamo assolvere il Libano dalle responsabilità che ha, come Stato, per le azioni che i terroristi dirìgono dalle basi situate sul suo territorio, né intendiamo continuare ad agire soltanto contro i singoli terroristi», ha dichiarato Dayan nel corso di un'intervista televisiva. Tale dichiarazione sottintende che, se il Libano continuerà ad ospitare il quartier generale di Settembre Nero, Israele potrà anche lanciare un attacco direttamente contro quel paese senza limitarsi a colpire solo le basi dei terroristi. Dayan ha aggiunto che «raramente è possibile condurre una azione direttamente contro i terroristi», così come è accaduto nell'incursione di martedì, nel corso della quale commandos israeliani hanno ucciso i tre capi della guerriglia palestinese Kamal Adwan, Abu Yussef e Kamal Nasser. Dayan ha aggiunto che, se simili uccisioni rappresentano una novità, non significano certo che Israele abbia abbandonato i suoi sistemi convenzionali di rappresaglia. . Si apprende da fonti attendibili egiziane che la Commissione per gli Affari Esteri dell'Assemblea federale nazionale araba sta discutendo la possibilità di inviare truppe egiziane, siriane e libiche in aiuto .al Libano ' nella eventualità di ulteriori attacchi israeliani contro quel Paese. L'Assemblea è il corpo legislativo della Federazione araba creata 18 mesi fa con l'adesione di Egitto, Libia e Siria. La possibilità che l'Egitto chieda l'esclusione d'Israèle dalle Nazioni Unite, in seguito alla incursione a Beirut e Sidone, sembra implicita nella dichiarazione con cui - il portavoce governativo Ashraf Ghorbal ha reso nota la decisione d'inviare il ministro degli Esteri, El Zayyat, a New York per sostenere il Libano di fronte al Consiglio di sicu. rezza. «Secondo le norme della carta delle Nazioni Unite — ha detto Ghorbal — nessun paese può compiere un crimine di assassinio premeditato e restare membro dell'organizzazione mondiale». Il dibattito al Consiglio di sicurezza, iniziato ieri, riprenderà questa sera. Si prevede che Zayyat prenderà la parole domani. Negli ambienti ufficiali egiziani è diffuso il timore che gli Stati Uniti, ricorrendo al loro diritto di veto, blocchin» ogni risoluzione di condanna d'Israele. Il presidente Sadat ha tenuto oggi una serie di contatti con i suoi consiglieri e collaboratori in relazione alla «aggressione israeliana contro il Libano e l'uccisione di dirigenti della resistenza palestinese ». A Beirut, il capo guerrigliero palestinese Yasser Arafat ha ribadito oggi l'accusa contro gli Stati Uniti di complicità nell'incursione israeliana di martedì scorso, ed ha promesso una «terrìbile rappresaglia». In un'intervista pub blicata da due giornali di Beirut Arafat afferma che «non si dovrà aspettare molto» per la vendetta dei palestinesi. Non è chiaro se Arafat abbia voluto fare riferimento agli interessi statunitensi in Libano, che i guerriglieri palestinesi hanno già minacciato di colpire. Il Dipartimento di Stato americano ha già smentito tre volte un ruolo svolto dagli Stati Uniti nell'incursione israeliana. Arafat ha accusato l'ex ambasciatore statunitense a Beirut Armin Meyer, attualmente alto funzionario al Dipartimento di Stato, di avere coordinato i piani contro i guerriglieri con il servizio spionistico israeliano. Arafat sostiene che « le armi utilizzate dai commandos israeliani nel corso dell'aggressione di martedì provenivano da un Quantitativo che era stato fornito ultimamente dagli Stati Uniti ». Nella notte dell'attacco, ha affermato ancora Arafat, guerriglieri palestinesi hanno scorto un veicolo che aveva la targa dell'ambasciata americana a bqdstlatnvbddf(pdLnanbpbèc bordo del quale sono saliti quattro degli aggressori uno dei quali era ferito a una spalla ». « Un'altra auto — aggiunge Arafat — che trasportava uomini armati si è diretta dopo l'attacco verso l'ambasciata americana. Inseguita da alcuni guerriglieri, essa ha potuto attraversare uno sbarramento delle forze di sicurezza libanesi mentre l'auto dei guerriglieri veniva fermata allo stesso posto di blocco ». I guerriglieri palestinesi sostengono che fu un aereo da trasporto dell'aeronautica americana del tipo Hercules a portar fuori dal Libano alcuni dei partecipanti all'incursione israeliana a Beirut. Le accuse sono state diramate dall'agenzia di stampa Wafa, portavoce ufficiale del movimento di guerriglia palestinese. Nel comunicato è detto .che trenta persone furono portate fuori dal Libano a bordo dell'Hercules dodici ore dopo l'attacco sulla capitale libanese. Nove persone, fra le quali due stranieri e due ebrei, sono state arrestate o fermate in Libano, sospettate di com¬ plicità nell'incursione israelia¬ na. Uno di essi, il francese Yves Donas, proprietario di un ristorante, è da tre giorni nelle mani dei guerriglieri palestinesi, dai quali le autorità libanesi stanno cercando di ottenere la liberazione. Nuovi arresti anche in Israele, dove la polizia ha catturato una dozzina di arabi che vengono sospettati, in base ai documenti sequestrati durante l'incursione a Beirut, di essere in contatto coi guerriglieri palestinesi. Il capo della polizia Shaul Rosolio, parlando alla radio, ha confermato la cattura dei documenti di Beirut, dei quali avevano parlato finora soltanto le emittenti dei guerriglieri nell'avvertire del pericolo gli agenti operanti in territorio israeliano. Una ventina di elementi sospetti erano stati arrestati in precedenza nella Giordania occupata, sempre in base ai documenti catturati nella ca- pitale libanese. (Ansa - Ap)