Picasso nel suo castello di Provenza dopo un lungo viaggio sotto la neve di Francesco Fornari

Picasso nel suo castello di Provenza dopo un lungo viaggio sotto la neve Picasso nel suo castello di Provenza dopo un lungo viaggio sotto la neve Corteo di auto all'alba per trasportare la salma del pittore da Mougins a Vauvenargues Nessuno può entrare nel vecchio maniero sorvegliato dai gendarmi - Un colloquio con il figlio Paul: "I funerali tra quindici giorni; sarà sepolto in una cripta sotto una delle torri" (Dal nostro inviato speciale) Vauvenargues, 10 aprile. Stamane all'alba la ' salma di Pablo Picasso è stata trasferita dalla villa «Notre-Dame de Vie» di Mougins al castello di Vauvenargues, vicino ad Aix-en-Provence. Poco prima delle 6, il giardiniere Jacques Barra ha aperto i cancelli della villa per far passare il carro funebre, seguito da due auto con i familiari: la moglie Jacqueline, il figlio Paul, i nipoti Jaime, Javier, Antonio e Dolores Villato-Ruiz, l'avvocato André Antebo. Il mesto corteo ha raggiunto l'autostrada poi, dopo alcuni chilometri, si è inoltrato fra le montagne della Provenza ammantate di bianco. Per tutta la notte la neve era caduta ininterrottamente, dando al paesaggio un irreale aspetto invernale. Alle 10,30 le tre vetture sono arrivate nel piccolo paese di Vauvenargues: poche case arroccate sui fianchi di una montagna, a picco su una stretta vallata al centro della quale, su una collinetta, si erge maestoso il castello. Una costruzione che risale al Quattrocento, appartenuta al marchese Lue de Claviers de Vauvenargues. L'edificio, di forma quadrata, con due torri circolari ai lati della facciata, domina l'ingresso della stretta gola incastrata fra i monti. Pablo Picasso l'aveva comperato nel '58. Il suo, dice il capo della gendarmeria locale, è stato «un gesto di omaggio per un grande pittore francese, Cézanne, nato e vissuto in un castello poco lontano». Era anche stato un grosso affare: per il castello, immenso, e oltre tremila ettari dì terreno, il grande artista aveva pagato sessanta milioni di franchi. Altri dieci milioni gli era costato rifare il tetto e circa venti installare l'impianto di riscaldamento. Queste notizie ci vengono date dal proprietario del ristorante «Chez De Garde»: un basso e stretto edificio in legno e mattoni nel quale Picasso soleva venire a pranzare con gli amici prediletti: il torero Jean Luis Dominguin e lo scrittore accademico di Francia Jean Cocteau. tiSedeva sempre a quel tavolo, accanto alla finestra. Ricordo che vestiva in maniera stravagante: lunghi maglioni, grandi cappelli. Un uomo semplice, alla mano. La sua più grande preoccupazione era evitare la gente, temeva di incontrare qualcuno che gli chiedesse un autografo, o che volesse fotografarlo. Mi diceva sempre: "Man ami, tu non devi dire a nessuno che io vengo qui. Altrimenti arriveranno in tanti: tu farai buoni affari, ma io perderò la mia pace. Je craigne de perdre ma tranquillité"». Con Dominguin parlava sempre di tori e di corride. Stamane, dopo l'arrivo del corteo funebre, i gendarmi hanno bloccato l'unica strada che conduce al castello. Impossibile passare: le sole vetture che hanno potuto superare lo sbarramento sono state quelle di Jean Luis Dominguin, fraterno amico del pittore (che fu padrino al battesimo della figlia secondogenita del torero e di Lucia Bosé), e degli amici giunti nella notte dalla Spagna. Gendarmi con cani perlustrano il bosco ai piedi del muraglione che circonda il castello. Per tutto il pomeriggio siamo stati in attesa lungo la stretta strada che attraversa il paese, vicino al bivio per il castello. Un vento gelido spazzava la valle. Ogni tanto, da uno squarcio delle nuvole, filtrava improvviso un raggio di sole: subito da una delle finestre all'ultimo piano del «vieux chàteau» usciva un volo di colombe bianche. E nella mente di tutti riaffiorava il ricordo del celebre quadro di Picasso, la «Paloma bianca», diventata il simbolo della pace nel mondo intero. Un quadro che l'artista aveva dipinto proprio qui, a Vauvenargues, durante uno dei suoi brevi soggiorni nel castello. All'interno della costruzione, secondo ~quanto raccontano gli abitanti del paese, ci sono «almeno cinquecento tele del grande maestro», che avrebbe anche dipinto «molti affreschi sulle pareti dei saloni». A metà pomeriggio, Paul Picasso, il figlio dell'artista, è uscito in auto per accompagnare la nipote del maestro, Dolores Villato, ad Aix-enProvence. Ai suo ritorno sono riuscito a scambiare poche, rapide battute con lui, approfittando del rallentamento della sua auto in una stretta curva alla periferia del paese. Paul Picasso, i lunghi capelli inargentati scomposti sulla fronte, il viso segnato da profonde occhiaie, non si è fermato, limitandosi ad abbassare in parte il finestrino. Quando saranno fatti i funerali di suo padre? «Tra una quindicina di giorni». Perché aspettate tanto tempo? «Deve essere preparata la tomba». Dove verrà sepolto? «In una cripta, al pian terreno di una delle due torri». Dove si trova adesso il corpo di suo padre? «Nella cappella». Perché non sono venuti gli altri figli? A quest'ultima domanda Paul Picasso non risponde, sì limita a fare un gesto di commiato, poi accelera allontanandosi rapidamente in un pulviscolo di fango schizzato dalle ruote. Da un negoziante del paese che ha portato delle provviste al castello, ho1 appreso che stamane la bara era stata messa nella sala d'armi. Nel primo pomerìggio è stata trasferita nella cappella. Una cappella priva di arredi sacri: tutte le immagini, le statue, i crocefissi sono stati tolti anni fa per ordine del grande pittore, che aveva anche voluto che le pareti fossero ricoperte con una sontuosa tappezzeria in stoffa arabescata. Fra due settimane, dunque, dovrebbero essere celebrati i funerali del famoso artista. Una cerimonia riservata solo ai familiari e a pochi amici. j Pablo Picasso, che in vita era sempre rifuggito da ogni forma di pubblicità, ha voluto infatti che i suoi funerali non diventassero «un pretesto mondano». Per questo ieri, a Mougins, e oggi al castello sono stati respinti numerosi mazzi di fiorì inviati da amici, conoscenti, estimatori. A notte, un picchetto di gendarmi continua a sorvegliare la strada di accesso al maniero. Nessuna luce trapela dalle finestre: il vecchio castello sembra abbandonato. Un cane abbaia nel buio, il vento fischia impetuoso nella valle. Veglia funebre per la morte di un genio. Francesco Fornari

Luoghi citati: Provenza, Spagna