Venti milioni di Bastogi da Montedison a Pesenti di Eugenio Scalfari

Venti milioni di Bastogi da Montedison a Pesenti Venti milioni di Bastogi da Montedison a Pesenti Milano, 9 aprile. Giorni fa anticipammo su queste colonne la notizia della vendita di un grosso pacco di azioni Bastogi dalla Montedison ad un altro gruppo «amico» (avvertendo che in quel momento sì trattava ancora d'una voce, sia pure attendibile). Oggi siamo in grado di sciogliere le riserve e di confermare i quanto d'altra parte è già stato pubblicato la settimana scorsa da un settimanale romano: la vendita del pacco è effettivamente avvenuta, si tratta di 20 milioni di azioni Bastogi che al valore attuale di Borsa sfiorano i 45 miliardi, il compratore è l'Italmobiliare di Carlo Pesenti. Si tratta di una operazione finanziaria destinata a modificare notevolmente il panorama della finanza italiana. Finora quelle azioni, per espressa volontà del governo, erano state date in gestione fiduciaria ad un consorzio di banche guidato dall'Imi e composto dall'Icipu e dalla Mediobanca. Il governo, e in particolare l'allora ministro del Bilancio Giolitti, aveva imposto questa condiziq-, ne per-evitare che,, dopo la fusione tra l'Italpi e la Bastogi, si verificasse uno smisurato incrocio azionario tra la Bastogi, azionista della Montedison, e la Montedison, azionista della Bastogi. Ma era stato stabilito che, quando la Montedison avesse trovato un compratore per la sua partecipazione nella Bastogi, avrebbe avuto piena libertà di vendere. - Da allora i tentativi di trovare l'acquirente si moltiplicarono. Furono presi contatti a Londra con alcune banche d'affari internazionali (Morgan, Latard), fu sentito anche il parere di Sindona ancorché si trattasse in quel caso di un vecchio avversario (si ricordi l'opa sulla Bastogi che vide combattersi, senza esclusione di colpi per il controllo della società, da un lato Sindona e dall'altra Cefis e Pesenti, con la vittoria di questi ultimi); poi altri concorrenti si fecero avanti e tra questi la migliore offerta fu fatta dal gruppo Banco Ambrosiano - Centrale (che, a quanto si è saputo, avrebbe offerto un prezzo di 2300 lire per azione). Una decina di giorni fa sembrava proprio l'Ambrosiano il gruppo vincente e già sì parlava apertamente di una prossima fusione tra la Centrale e la Bastogi per dar vita ad una formidabile concentrazione finanziaria. Le azioni di entrambe le società, nella generale euforia della Borsa in quei giorni, misero infatti a segno guadagni di particolare rilievo. Ad un certo punto però arrivò una secca smentita da parte dello stesso presidente della Bastogi e si seppe poco dopo che, in realtà, l'operazione era stata bloccata dal veto della Banca d'Italia che l'aveva «sconsigliata» al Banco Ambrosiano, forse perché contraria, in linea di principio, ad una eccessiva interferenza delle banche nelle società finanziarie. A questo punto si è fatto avanti Pesenti e in pochi giorni la colossale operazione è stata conclusa. Il pagamento sarà effettuato dall'Italmobiliare con la concessione alla Montedison Si azioni bancarie di proprietà del gruppo Pesenti. L'industriale di Bergamo dive/ita il più forte azionista della Bastogi, della quale già possedeva circa dieci milioni di azioni e di cui ne possederà ora trenta, su un capitale sociale complessivo di 127 milioni di titoli, 58 dei quali riuniti in sindacato. Pesenti controlla cioè da solo la maggioranza assoluta del sindacato, il che significa che d'ora in avanti alla Bastogi il capo è lul Eugenio Scalfari

Persone citate: Carlo Pesenti, Cefis, Giolitti, Pesenti, Pesenti Milano, Sindona

Luoghi citati: Bergamo, Londra