Un migliaio gli alloggi sinistrati dieci sono completamente distrutti

Un migliaio gli alloggi sinistrati dieci sono completamente distrutti Un migliaio gli alloggi sinistrati dieci sono completamente distrutti La notizia del disastro diffusa da tutta la rete televisiva europea: centinaia di telefonate da emigrati che chiedevano notizie dei loro cari - Controlli dei tecnici Ci siamo recati ieri pomeriggio nell'area compresa tra p.za Massaua, corso Brunelleschi e corso Francia, nell'w epicentro » delle devastazioni. Secondo i primi accertamenti, un migliaio di alloggi sarebbero sinistrati e dieci pressoché distrutti. « Quando abbiamo senfilo la puzza di gas e le prime esplosioni — ha detto Olga Pacher, di 30 anni, via Mollières 6 — ci siamo precipitati tutti per le scale, urlando. Non so neanche io come ho fatto ad arrivare in strada. Avevo con me mio figlio Luca di 3 anni che piangeva. Mio marito era fuori quel momento e lo ho avuto una paura terribtle ». I boati provenivano dagli ultimi piani del palazzo di fianco, al numero 8 bis. Un cartello all'entrata avverte: « Attenzione, pericolo di esplosioni ». E' il primo di una serie di avvisi analoghi che vedremo affissi un po' dappertutto. Lungo le scale, i segni dell'esplosione diventano sempre più evidenti. Al secondo piano i vetri del pianerottolo sono in frantumi, al terzo l'intonaco appare scrostato, al quarto, nel vano di una porta completamente staccata dai cardini, si affaccia ima donna sulla sessantina. Dice che ieri era fuori col marito, Giuseppe Gazzolino, di 60 anni e che ha ritrovato l'alloggio devastato al ritorno: « Se fossimo stati dentro, chissà come saremmo finiti », dice. All'ultimo piano la devastazione è totale. E' l'appartamento di Emilio Capitanio e Nella Moscarà, i due sposi in fin di vita per le ustioni. Nell'alloggio, un elegante attico di due stanze separate da un pianerottolo, sembra sia scoppiata una bomba, da uno squarcio del soffitto entra la pioggia. Dice Iginio D'Andrea, un amico: « Abitavano qui da due mesi, da quando si sono sposati ». Due aperture nere nel palazzo di fronte attirano l'attenzione. E' il numero 3 di piazza Massaua: anche qui sembra essere passato un ciclone. Al primo piano il soffitto praticamente non c'è più. Giuseppe Cannata, di 42 anni, titolare del bar in piazza, racconta: « Ci abitava mio fratello, Antonino con la moglie Cettina e due figli. Al momento dello scoppio erano tutti in casa. Li ho visti arrivare qui sconvolti, ma illesi, solo mio fratello aveva l pantaloni bruciacchiati ». Anche Luciano Giuliani, operaio e la moglie Maria, inquilini del terzo piano hanno vissuto una paurosa avventura: « Il fumo sa¬ liva dallo studio medico al plano dt sotto, diventava soffocante. Non osavamo scendere, ci siamo messi ad urlare dalle finestre, assieme a tutti gli altri. Abbiamo perfino tentato di spegnere le flamine gettando acqua con una bacinella. Inutilmente ». In corso Brunelleschi 7/9 gli inquilini di uno stabile di 7 piani, anch'esso gravemente lesionato dagli scoppi, protestano: « Da ventiquattro ore cerchiamo di ritornare nelle nostre case. Vogliamo sapere se possiamo farlo senza pertcolo. L'abbiamo chiesto all'ltalgas, ci hanno risposto: " fate voi " ». La notizia del disastro è stata diffusa dalle stazioni radiotelevisive di tutta Europa ed ha suscitato apprensione negli emigrati che hanno parenti a Torino. Per tutta la serata il centralino della questura è rimasto bloccato per il gran numero di chiamate, provenienti da altre città e dall'estero. Tra gli altri hanno telefonato, per tranquillizzare le nostre comunità, il consolato di Francoforte e l'ambasciata di Londra. Molte le chiamate di singoli cittadini da Parigi, Amburgo, Berna e Ginevra. L'ufficio di notturna ha letto ad ogni persona l'elenco del feriti.

Persone citate: Emilio Capitanio, Giuseppe Cannata, Giuseppe Gazzolino, Iginio D'andrea, Luciano Giuliani, Olga Pacher

Luoghi citati: Amburgo, Berna, Europa, Francoforte, Ginevra, Londra, Massaua, Parigi, Torino