Tv, speciale per i sordi

Tv, speciale per i sordi LA RAI HA RIPARATO UNA LUNGA DIMENTICANZA Tv, speciale per i sordi La rubrica ha successo; ma è utile usare ancora il vecchio linguaggio dei segni? (Nostro servizio particolare) Roma, 4 aprile. Ogni martedì, alle 18, i sordi hanno mezz'ora di tv tutta per sé. Titolo della rubrica, « Nuovi alfabeti ». C'è un telegiornale con spezzoni un po' vecchiotti (i sordi non leggono dunque ogni giorno i giornali?); c'è una lezione di scacchi condotta da Cillo, ci sono due belle ragazze esperte a muovere piano le labbra e ripetere in simultanea il discorso con il linguaggio delle mani. C'è anche un pezzo di varietà un po' gratuito, tutto da vedere e senza commenti, per un po' di relax. Con poca spesa L'impressione è che per i sordi si sia fatta qualche economia. E difatti apprendiamo che è la meno costosa delle trasmissioni. Perché? Risponde il professor Zorzo, dell'Ente nazionale sordi, che da anni si batte per questa trasmissione: « Non sarà una meraviglia, ma è una grande conquista che bisogna difendere e che col tempo certo migliorerà ». Ribatte il regista Gabriele Palmieri: «Ho ricevuto due chili e mezzo di posta dai sordi. Le leggo il telegramma di una sorda entusiasta: "Mi è sembrato un miracolo. Per la prima volta anch'io ho capito che cosa succede sul quadro tv" ». Ma, aggiunge Palmieri, ciò che lo ha più rallegrato è sapere che nei bar avventori abbiano richiesto l'accensio¬ ne dello schermo a quell'ora inconsueta: « Segno che tra i due mondi, finora incomunicabili, c'è un desiderio di conoscersi di più ». Le polemiche sulla rubrica sono scoppiate subito. Si critica la sua povertà d'idee, il fatto che nessun consulente specializzato faccia parte del comitato di redazione, e poi anche che si sia usato il linguaggio gestuale: secondo moderne teorie, dovrebbe essere abolito. Il professor Zorzo, che non è stato chiamato a consulto malgrado la lunga battaglia che ha condotto per ottenere la trasmissione (ma da disinteressato amico dei sordi, non se ne duole), risponde: « Benvenute siano le polemiche. Mai in Italia si era tanto parlato dei problemi dei sordi. Finora nessuno ci pensava. Adesso i sordi hanno trovato un sacco di protettori ». E Palmieri: « E' naturale che si facciano critiche. Ad occuparsi dei sordi sono in tanti, dai logopedisti ai foniatri, dagli otorinolaringoiatri agli audiologi, senza contare gli insegnanti delle varie correnti e scuole. Ognuno vede il problema di inserire i sordi nel mondo dei normali in -modo diverso ». Predomina, sembra, la teoria di impedire ai sordi di parlare con i gesti perché non rimangano isolati dal resto del mondo e non regrediscano in un analfabetismo di ritorno quando lasciano le loro scuole. Si vuole che tutti imparino a parlare con la voce e capire gli altri dal moto delle labbra: « Ma — dice Palmieri — ciò costa ai sordi uno sforzo notevole, specialmente ai livelli più bassi di cultura. E accade che nelle scuole i ragazzi si trasmettano il linguaggio dei gesti per comunicare più spediti tra di loro. Non solo: in ogni scuola si è sviluppato un linguaggio gestuale diverso, come tanti dialetti. Questa è la realtà, la tv deve tenerne conto. La tv è un mezzo di comunicazione di massa e come tale deve cercare di farsi capire nel modo più semplice e più accessibile a tutti. Per questo abbiamo immesso nella rubrica il gesto.'E pazienza se abbiamo sollevato un vespaio ». Per farsi capire Palmieri non se ne preoccupa troppo e nemmeno Zorzo. Loro desiderano andare incontro ai sordi, farsi capire in ogni modo. Sanno che imparare a « leggere » sulla bocca di chi parla non è meno difficile che per noi intendere le formule algebriche: ci vuole tanto studio e pazienza, e anche un notevole grado di volontà e d'intelligenza. Ma restare davanti allo schermo tv tutte le sere, e non capire, è per il sordo fonte di dolore, di frustrazione. E sempre più profondo si scava così l'abisso che c'è tra lui e gli altri. E' questo che i curatori di « Nuovi alfabeti » vogliono a tutti i costi evitare. Abbiamo poi interpellato i ragazzi di una scuola professionale per sordi presso l'Ente nazionale. La loro gioia per la trasmissione speciale, l'attesa del martedì è visibile e commovente. Vorrebbero, dicono, più cronaca, più sport (come tutti i ragazzi). L'intermezzo spettacolare di tutto riposo piace a tutti; trovano però difficoltà a seguire le lezioni di scacchi. Ribatte Palmieri: « Il gioco degli scacchi è un colloquio ad alto livello intellettivo che avviene nel silenzio tra due persone. E' proprio un gioco che pare inventato per i sordi. Inoltre sostituisce quegli stimoli a capire ed interpretare, che il mondo dei rumori continuamente lancia al nostro cervello. I sordi dovrebbero convincersi che è per loro un esercizio di grande utilità ». Cosa pensano del linguaggio da usare in tv i ragazzi interessati? Preferiscono le didascalie, o, in mancanza, il gesto. L'idea del commento soltanto orale, anche se rallentato e ben scandito, li angoscia, dicono che non ce la farebbero a seguire. Uno propone: « Perché non trasmettere un corso di linguaggio a gesti per i ragazzi normali? Si divertirebbero come a un gioco e noi potremmo facilmente entrare in comunicazione con loro ». Forse è una idea da non scartare. In fondo, noi italiani, l'esperanto dei gesti l'abbiamo sempre usato. Laura Bergagna

Persone citate: Cillo, Gabriele Palmieri, Laura Bergagna, Palmieri, Ribatte Palmieri

Luoghi citati: Italia, Roma