Inaugurazione con "Fieramosca,, (nell'attesa di Ingmar Bergman)
Inaugurazione con "Fieramosca,, (nell'attesa di Ingmar Bergman) La rassegna degli Stabili a Firenze Inaugurazione con "Fieramosca,, (nell'attesa di Ingmar Bergman) (Nostro servizio particolare) Firenze, 2 aprile. L'onore di aprire la Rassegna internazionale dei teatri stabili, giunta ormai alla nona edizione, tocca quest'anno a Torino. L'onore e anche l'onere perché sarà poi inevitabile, e andrebbe in ogni caso sollecitato, il confronto fra Ettore Fieramosca, in scena alla Pergola da stasera al 5 aprile, e gli altri spettacoli del cartellone. Ed è certo, come hanno confermato le anteprime torinesi, che la riduzione di Aldo Trionfo e Tonino Conte del romanzo del D'Azeglio ha trovato la sua naturale collocazione in una rassegna che promette cospicui esempi di quella nuova drammaturgia espressa dalle forze più vive del teatro contemporaneo. Tra queste forze non v'è dubbio che vi siano Ingmar Bergman e il suo teatro nazionale di Stoccolma che, a Venezia con il Sogno strindberghiano, e qui a Firenze con L'anitra selvatica, hanno già dato due memorabili prove. La terza non dovrebbe essere da meno, sia per il valore e l'importanza dell'opera prescelta, Sonata di fantasmi di Strindberg (in programma dal 6 all'8 aprile), sia per la lettura che ne ha fatto il regista: in chiave autobiografica e illuminata dall'intuizione, analoga a quella del recente Re Lear strehleriano, di affidare a una medesima attrice i due personaggi dell'orrenda Mummia e della bellissima Fanciulla. A proposito di Lear: il re scespiriano sarà tra i maggiori protagonisti della Rassegna che gli dedicherà, in occasione di un King Lear (16-17 aprile) presentato dal teatro finlandese di Turku e del quale si dicono meraviglie, uno dei due incontri internazionali di studi previsti dal programma. Si terrà il 14 e il 15 aprile, lo presiederà Agostino Lombardo e sarà per così dire illustrato da due spettacoli d'avanguardia italiani: l'ormai noto Lear di Mario Ricci e il nuovissimo King Lear, lacrime napulit'ane del teatro di Marigliano con la regia di Leo De Berardmis e Perla Per agallo. Di «Sogno, pazzia, isteria, inconscio nel teatro contemporaneo» si parlerà nell'altro incontro che si svolgerà il 5 e il 6 maggio in concomitanza con le rappresentazioni del Principe di Hamburg di Kleist che, nell'allestimento di Peter Stein per la berlinese «SchaubUhne am Halleschen Ufer» si riconnette direttamente al tema del convegno, identificando la nevrosi del suo sonnambulo protagonista con le traumatiche sofferenze dello stesso Kleist. E allo stesso modo vi si riconnettono altri due spettacoli sperimentali italiani che saranno presentati, fuori rassegna come il Woyzeck (30 aprile) della monacense compagnia «Die Briicke», in quei giorni: Le 120 giornate di Sodoma di Vasilicò e Pinocchi... a del «teatro-Lavoro» diretto da Valentino Orfeo. Ma anche gli altri spettacoli del cartellone hanno qualche collegamento con i problemi che saranno discussi in questo secondo convegno. Se non per i testi, per il modo con cui essi saranno messi in scena. Si pensi ad esempio al Witkacy (18-19 aprile) con il quale il «Teatr Studio» di Varsavia ripropone quattro pièces di Witkiewicz con la regìa e le scene di Josef Szayna. Oppure a! gogolieno Diario di un pazzo presentato dagli ungheresi del «Vigszinhaz» di Budapest insieme a un'antitradizionale edizione delle Tre sorelle di Cecov (dal 10 al 13 aprile). Completa il panorama dei teatri stabili di sette nazioni la rappresentazione della Cleopatra prigioniera (23-24 aprile) di Jodelle, un precursore di Racine, allestita si badi da un regista d'avanguardia come Henri Ronse con il «Théàtre Oblique» di Bruxelles. E' la prima volta che il Belgio, come del resto la Finlandia, partecipa alla rassegna fiorentina. E anche questo è tra i motivi d'interesse della manifestazione, insieme con il rinnovato impegno di aprirla a un pubblico giovanile è popolare con prezzi ridotti. Alberto Blandi
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