Milano: migliorano i due scolari feriti dalle schegge di un ordigno
Milano: migliorano i due scolari feriti dalle schegge di un ordigno Lo scoppio della bomba vicino alla scuola Milano: migliorano i due scolari feriti dalle schegge di un ordigno Non ci sarebbero collegamenti tra lo scoppio e la telefonata anonima che annunciava la presenza di una bomba nell'istituto (Dal nostro corrispondente) Milano, 31 marzo. Mentre migliorano le condizioni dei due ragazzi feriti ieri dalle schegge di una bomba a mano «Situi» nei pressi deUa scuola media «Guglielmo Marconi» di Cusano Milanino, si va facendo sempre più strada negli inquirenti la convinzione che lo scoppio del piccolo ordigno sia casualmente coinciso con la telefonata allarmistica fatta mezz'ora prima da uno sconosciuto al custode della scuola, per avvertirlo che «estremisti di destra avevano messo una bomba». I carabinieri hanno accertato che Fabio Cecchinato e Alberto Pessina, i due ragazzi investiti dall'esplosione della «Romanina» (come venivano familiarmente chiamate nell'esercito italiano le bombe a mano di questo tipo) avevano trovato il piccolo «barattolo» cilindrico in un cumulo di rifiuti in via Monte Grappa, dietro la scuola, durante l'interruzione delle lezioni ordinata dal preside per consentire ai carabinieri di ispeziona- re tutte le aule, dopo la telefonata allarmistica, la terza in pochi mesi. I due ragazzi, ai quali i chirurghi dell'ospedale di Sesto San Giovanni hanno estratto dagli occhi le piccole schegge di alluminio del rivestimento della bomba a mano, hanno detto che avevano pensato proprio adt un ordigno di questo tipo e che l'avevano più volte colpito con sassi prima che scoppiasse. I carabinieri hanno voluto sapere se la «Romanina» avesse il cappuccio e ia linguetta di sicurezza, ma i due ragazzi feriti lo hanno escluso. Ciò — se corrisponde al vero — fa pensare che chi ha abbandonato incoscientemen- te la bomba a mano tra i ri fiuti fosse convinto che il de- tonatore non potesse funzio-nare, forse a causa dell'even- tuale deterioramento del fui- minato di mercurio, espostoalle intemperie per tanto tem- po. Chi ha gettato la bomba amano tra le immondizie po- trebbe avere lanciato altrove l'ordigno che, dopo lo strappo della linguetta della prima si-curezza e la perdita del cap- puccio della seconda sicurezza, può essere caduto senza esplodere. , Convinto che si trattasse perciò di un oggetto divenuto innocuo, l'irresponsabile individuo potrebbe essersene disfatto gettandolo tra i rifiuti, senza pensare che un detonatore che non scoppia al primo colpo può farlo dopo ripetute sollecitazioni o per effetto del calore, se ai rifiuti fosse stato dato fuoco. Raramente una bomba a mano di fabbricazione italiana causa lesioni mortali (può accadere solo se scoppia addosso alla persona contro la quale viene lanciata o che la tiene su di sé) ma il pericolo rimane comunque grave, soprattutto per gli oc-1 chi, che possono venire colpi 1' dalle minutissime schegge del rivestimento d'alluminio, come è accaduto appunto a Fabio Cecchinato e Alberto Pessina, i quali potrebbero perdere l'uso dell'occhio sini stro. I sanitari si sono riser-1 vati la prognosi, dovendo at-. tendere alcuni giorni per co- ! noscere l'esito dell'intervento j chirurgico. g. m.
Persone citate: Alberto Pessina, Alberto Pessina, Fabio Cecchinato, Guglielmo Marconi
Luoghi citati: Cusano Milanino, Milano
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