Un matematico rivoluzionario
Un matematico rivoluzionario SULLO SCHERMO Un matematico rivoluzionario "Non ho tempo", di Ansano Giannarelli Non ho tempo di Ansano Giannarelli, con Mario Gamba, Antonio Salines, Lucio Lombardo Radice. Italiano. Cinema Ritz d'Essai. Il giovane Ansano Giannarelli di Viareggio ha ideato, scritto (con la collaborazione di Edoardo Sanguineti) e diretto un film-dibattito anche più esoterico del suo primo (Sierra Maestra, presentato a Venezia nel '69); un film sibi et paucis, e che tuttavia, per ragioni di forma e di contenuto,'può stabilire una calda comunicazione con un pubblico di giovani. Comprodotto dalla Rai-Tv, sarà riadattato in tre puntate alle esigenze del video. Non ho tempo, lavorato su un ricco materiale documentario lasciato a bella posta allo stato greggio, quasi raccolta di « dati » per un film da fare, leva da un quasi oblio la figura di un protomartire della Contestazione: il matematico francese Evariste Galois, vissuto nel forte della Restaurazione borbonica (1815-1830) e nei primi anni della monarchia di Luigi Filippo, e morto ventenne per le ferite riportate in un duello di cui non si è mai saputo la causa: se un trucco della polizia oppure un amore o un amorazzo. Il Galois, quale ce lo presenta il film che ha avuto la consulenza del prof. Lombardo Radice, è divorato da due passioni: quella per la matematica e quella per il popolo; e dove un altro si sarebbe diviso fra l'una e l'altra, sua gloria fu di sentirle in connessione, cavandone il postulato che la politica, se vuole essere politica di giustizia, deve elevarsi al rigore e alla consequenzialità della scienza esatta. Circa la prima di queste passioni, quantunque respinto dal politecnico, egli divinò, contro le strettoie del positivismo, l'algebra astratta, lasciando ai posteri appunti preziosissimi fra i troppi che andarono cestinati; circa la seconda si batté fino alla morte con un manipolo di amici radicali come lui, per il trionfo dei teoremi della giustizia sociale, sostenendo impavido, con atroci sarcasmi verso i giudici, arresti processi e condanne. Dimodoché il film spiomba tatto nel presente, ragionandovisi a ogni pie sospinto contro il principio d'autorità, contro i cattivi metodi scolastici, contro lo sfruttamento dei lavoratori, contro l'incriminazione per i reati d'opinione, contro l'abuso del fermo di polizia, e via dicendo per quelli che sono i termini obbligati dell'odierna polemica dell'estrema sinistra, risentiti, con più d'un secolo d'anticipazione, nei toni patetici, assoluti, strazianti dei padri del socialismo, e con un'esatta coloritura di feuilleton ottocentesco. Ma nonostane quest'ultima, il presente erompe da tutte le parti, con riferimenti anacronistici a casi del giorno; i piani temporali si confondono e ogni schema di finzione narrativa va in brandelli, sotto l'urgere delle idee, delle denunce, delle esecrazioni, poste attraverso una dizione volutamente monotona e dalla pronunzia andante, conforme ai canoni del cinema didattico, che Giannarelli, aiutandosi parte con gli esempi di Godard e parte con quelli di Brecht, ha portato assai oltre i limiti fissati da Rossellini. Nella sostanza ideologica, Non ho tempo ripete forse un po' troppo la solita canzone, ma nello stile (si vedano le scene del duello, del colloquio di Galois con la madre « borghese », del processo al Tribunale della Senna e altre) è opera suggestiva che rivela una squisita padronanza del linguaggio del film inteso modernamente, quale assiduo e calcolato gioco di spezzature, sovrapposizioni e contrappunti figurativi. E nella stessa misura in cui sconcerta, interessa, essendo anche, salvo errore, il primo film politico-matematico della storia del cinema. Notevole la prova, come pedina manovrata, degli attori che esprimono i loro ideali con rigida e furente inespressività; e altrettanto proprio quanto gradevole l'uso di un bianco e nero di estrazione espressionistica nelle immagini di Luigi Verga commentate dalla musica di Vittorio Gelmetti. 1, p. Pro Cultura — Oggi alle 17 nella sala di via Cernala 11, il prof. Elio Battaglia, docente di canto presso il Conservatorio di Torino, parlerà su: « Analisi dell'arte di Maria Callas in rapporto alla antica scuola di canto italiana ».
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